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Merkel apre i cordoni della Borsa per il fondo salva-Stati ma Lagarde (Fmi) replica: non basta

Duello sul futuro dell’euro tra le due primedonne – La cancelliera disposta a rafforzare il fondo salva-Stati ma la Lagarde (Fmi) avverte che non basta e incalza i tedeschi: “Tocca a voi di rivivere il 1930” – Le piazze finanziarie europee sembrano credere alla possibile soluzione del problema greco, ma stamani i listini aprono in ribasso

Merkel apre i cordoni della Borsa per il fondo salva-Stati ma Lagarde (Fmi) replica: non basta

MERKEL ALLARGA I CORDONI DELLA BORSA.

L’FMI: NON BASTA BANCHE RECORD, SPREAD IN CALO. ALLA FACCIA DEI FORCONI

Angela Merkel rilancia. La Germania, secondo le indiscrezioni in arrivo da Berlino, è favorevole ad aumentare fino a 750 miliardi di euro la potenza di fuoco complessiva a difesa dell’area euro: ai 250 miliardi in dotazione all’Efsf si aggiungeranno i 500 miliardi dell’Esm che prenderà l’avvio nel prossimo luglio. Ma, al solito, c’è una condizione: Berlino chiede regole più severe ed impegni (comprese le penali) più rigidi sul fronte del “Fiscal Compact”. La proposta è stata avanzata ai margini della conferenza nella capitale tedesca in cui Christine Lagarde, direttore generale del Fondo Monetario, ha rilanciato con vigore l’appello a dotare l’eurozona di una potenza di fuoco in grado di convincere la speculazione a desistere da attacchi a Italia e Spagna che “potrebbero avere un esito disastroso”. Madame Lagarde ha scelto di sferrare il suo attacco all’ortodossia tedesca a due passi dalla porta di Brandeburgo: “tocca a voi – ha detto – evitare di rivivere il 1930”, ovvero l’anno in cui una rovinosa stretta del credito trasformò la recessione in depressione.

Intanto, in quel di Bruxelles è proseguito, con la solita snervante flemma diplomatica, la trattativa sullo sconto “volontario” imposto ai creditori privati della Grecia. Il conflitto che tiene in bilico i mercati all’apparenza appare minuscolo: l’Iif, che rappresenta i creditori, non vuol scendere sotto il 4% di interesse sui nuovi bond a lungo termine, la Ue insiste per il 3%. Il ruolo del poliziotto cattivo lo interpreta il ministro delle Finanze olandese Jan Kees De Jaeger: “A noi interessa trattare un debito che la Grecia possa sostenere – ha detto -. Che sia volontario o meno m’importa fino ad un certo punto”. Si vedrà. Il commissario Olli Rehn ostenta ottimismo. Il ministro cipriota Charilaos Stavrakis ammonisce: “La porta del negoziato non può restare aperta all’infinito”.

Le colombe europee ieri hanno comunque segnato un punto a loro favore. Le elezioni finlandesi hanno decretato la conferma del premier conservatore Ninisto, che di sicuro non si è dimostrato tenero nei confronti del sud Europa. Ma il voto si è risolto in una disfatta per gli euroscettici.

BORSE, L’EUROPA CREDE NELL’ACCORDO CON ATENE

I LISTINI DI USA E GIAPPONE SI FIDANO DI MENO

I mercati hanno reagito in maniera diversa alle notizie in arrivo dal fronte delle trattative. Nel Vecchio Continente i mercati hanno dato per scontato un accordo imminente, secondo quanto previsto dal commissario europeo agli Affari economici, Olli Rehn. E così, dietro a Piazza Affari +1,7% sulla scia del boom dei titoli bancari, la Borsa di Londra è salita dello 0,9%, Parigi e Francoforte +0,5%.

In Usa, invece, la mancata firma dell’intesa, già data per scontata prima del week end, ha provocato un certo nervosismo. I listini chiudono così con il fiato sospeso: Standard & Poor’s 500 +0,1% (quinta seduta consecutiva al rialzo), Dow Jones e Nasdaq sotto dello 0,1%. Tra le notizie di giornata da rilevare lo scivolone di Halliburton, che prevede un calo delle commesse in Nord America. E la decisione di Texas Instruments di tagliare mille posti di lavoro in occasione della chiusura di alcuni impianti.

Una nota di colore: Starbucks ha deciso di servire alcoolici in 25 punti vendita dalle cinque del pomeriggio in poi con l’obiettivo di conquistare, da Seattle a Chicago, il mercato dell’after hours. Andamento incerto anche nei mercati asiatici aperti: Tokyo si avvia alla chiusura con un modesto +0,16%, i futures sullo S&P’s sono in flessione.

La crisi del debito sovrano fa meno paura. Ma la corsa al porto sicuro tedesco continua. La Germania ha collocato ieri titoli del Tesoro a 12 mesi per 2,54 miliardi di euro al rendimento medio dello 0,07%. La domanda è stata più che doppia rispetto all’offerta con un bid-to-cover ratio pari a 2,2. Nella precedente asta, il rendimento era stato dello 0,346% con un bid to cover ratio di 4,3. Nonostante la retrocessione, scontata, da parte di S&P di Socgen e Credit Agricole (più l’outlook negativo per Bnp Paribas), l’asta francese dei titoli annuali ha avuto un’ottima risposta.

Ma dal fronte del debito italiano arrivano note confortanti: ieri c’è stata una forte discesa del rendimento del Btp decennale, calato al 6,07% (-19 punti base). Lo spread con il Bund si è ridotto a 410 punti. Il rendimento del Btp a due anni è in calo al 3,52%, ai minimi da agosto. I blocchi dei forconi non intaccano la credibilità internazionale del governo Monti. Forse la consolidano.

DELLA VALLE ENTRA ANCHE IN UNICREDIT

A2A ED IREN CERCANO UN FONDO PER AMICO

Le banche sono state le grandi protagoniste: Ubi Banca ha guadagnato il 5,8%, Banco Popolare +3%, Pop.Milano +1,9%, Mediobanca +5,5%. Intesasanpaolo segue con +5,4%. Ma le vere superstar sono state Banca Mps +14,04% e Unicredit +10,44%. Trova conferma, intanto, la notizia del prossmo ingresso nell’azionariato di piazza Cordusio di Diego Della Valle.

Giornata positiva anche per i titoli del risparmio gestito: Azimut +4,8%, Banca Generali +5,8%, in lieve calo Mediolanum -0,3%. Nel comparto assicurativo, Generali è salita del 2,2%, buon recupero di Unipol+6,9% che ha spostato a sabato prossimo il cda che dovrà definire la proposta d’ingresso in Fonsai. Anche il consiglio della compagnia fiorentina slitta da venerdì 27 a domenica 29.

Il rialzo della Borsa è stato frenato dalla debolezza delle utility: Enel è scesa dello 0,5%, Enel Green Power ha perso l’1,9%, Terna -1,3%.

A2A e Iren hanno raggiunto nella tarda serata di oggi l’accordo sulla governance di Edipower. E’ sempre più probabile l’ingresso di un azionista finanziario, leggi un fondo di investimento internazionale, per rafforzare la società con mezzi freschi. Oggi si potrà così tenere senza il rischio di nuove sorprese negative il consiglio di Edison chiamato a dare il via libera al riassetto.

Dopo il decreto sulle liberalizzazioni di venerdì, Snam è scesa dell’1%, Eni al contrario ha guadagnato lo 0,6%. In ascesa anche Atlantia +2,1%. In evidenza anche Finmeccanica +6,1%. Continua il rimbalzo di Fiat +1,7% e Fiat Industrial +4,1%. Maretta, infine, in casa Rcs. Il cda di via Soferino, come previsto, non ha affrontato il tema della ricapitalizzazione del gruppo, che pure appare la via maestra per far fronte all’inevitabile svalutazione dell partecipazione spagnola in Recoletos, imposta dagli impirment test. In cambio, si è decisa la cessazione delle pubblicazioni del gratuito City e la “valorizzazione” di parte del complesso di via Solferino, con l’inevitabile trasloco della redazione della Gazzetta dello Sport in via Rizzoli: s’annunciano venti di tempesta.

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