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Le ipotesi di nuova manovra del Ft e la bocciatura di S&P delle banche affossano la Borsa di Milano

Solo Madrid (-2,7%) fa peggio di Piazza Affari (-2%) – Pesano le infondate indiscrezioni del Financial Times su una nuova manovra di bilancio in arrivo in Italia (ignorano del tutto le nuove regole del Fiscal Compact che non conteggia l’effetto recessivo) e il siluro di S&P alle banche italiane che accusano forti cali – Lo spread risale a 330 pb

Le ipotesi di nuova manovra del Ft e la bocciatura di S&P delle banche affossano la Borsa di Milano

FINALE IN NETTA DISCESA PER MILANO E MADRID

PESANO I SILURI DI FT E STANDARD & POOR’S

Finale in netto peggioramento per le Borse, a partire da Milano -2,04%, (indice Ftse/Mib a quota 15624) e Madrid -2,7%.

Il dato meno brillante del previsto sugli ordini di fabbrica in Usa ha introdotto un altro elemento di cautela. A Wall Street è in equilibrio solo il Nasdaq -0,02%, ai massimi dal 2007; S&P 500 -0,21 e Dow Jones oscilla attorno a -0,4%. In serata verranno diffuse le minute dell’ultima riunione del Fomc, il comitato monetario della Fed.

Contiene le perdite Londra -0,57, Francoforte perde l’1,01% (pesa anche il fallimento di Q-cells, già leader mondiale del fotovoltaico), Parigi cede l’1,57%.

La sfiducia verso l’Italia arriva a colpire anche i titoli di Stato: il rendimento del Btp a 10 anni sale di 4 punti base a 5,12% e lo spread con il Bund si allarga a 330 pb (+3 punti base). Il rendimento del Btp a 2 anni sale di 7 punti base a 2,82%, era sceso a fino a 1,65% a inizio di marzo.

Evidentemente non erano casuali le vendite sul listino di Piazza Affari nella prima seduta della settimana, all’apparenza inspiegabili. Sull’indice Ftse/Mib, infatti, sono piovuti fin dalla mattina due veri siluri: le indiscrezioni del Financial Times su un rapporto “riservato” circolato durante l’Ecofin di Copenhagen del weekend scorso, da cui si evincerebbe che secondo Bruxelles il governo di Roma dovrà fare una manovra aggiuntiva per raggiungere il target prestabilito del pareggio del bilancio pubblico nel 2013. Questa ipotesi è stata nettamente smentita oggi, sia dal premier Mario Monti che dalla stessa Ue.

Ancora prima era arrivata l’ennesima “bomba” di S&P: “Consideriamo – si legge in un report sul sistema del credito – tra le altre cose che le notevoli svalutazioni degli avviamenti supporti la nostra idea che la redditività delle banche italiane resterà probabilmente bassa nei prossimi anni e che questo indurrà la maggior parte degli istituti ad adottare politiche di dividendi conservative, dopo aver cancellato o ridotto quelli di quest’anno”, dice S&P.

Data la premessa non stupisce il calo dei valori bancari: Unicredit – 4,97%, BancoPopolare – 5%, Intesa segna un ribasso del 3,3%. Banca Popolare di Milano perde il 5,4%, dopo che Standard & Poor’s ha messo l’istituto sotto osservazione per un possibile downgrade.

In controtendenza Autogrill +2,36%, limita i danni Mediaset -0,39%, in terreno positivo per buona parte della seduta. La società delle reti televisive è uscita del tutto dal gruppo olandese Endemol, portando a casa 72 milioni di euro per le ultime obbligazioni rimaste in portafoglio, pari, in caso di conversione, al 6% del capitale.

Continua il rally di Ferragamo +2,69%.

Chiudono in calo Finmeccanica -0,75%%, nonostante la promozione di Hsbc a neutral ed Eni -0,11%. A2A – 2,72% segna nuovi minimi storici. Rimbalza Unipol che sale del 5,35% dopo il ribasso di ieri. FondiariaSai +1,35%. Alla vigilia dell’assemblea Fiat -0,78% In ribasso Fiat Industrial -1,3% e Pirelli -1,6%.

Telecom Italia, infine, perde il 2,89%, dopo la retrocessione a “selected underperformer” da parte di Mediobanca.

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