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Lavoro: più disoccupati ma anche più posti vacanti

Il paradosso del mondo del lavoro, secondo i calcoli dell’Inapp: 1 milione di disoccupati ma anche 73mila i posti vacanti perché le aziende non riescono a trovare le figure professionali che cercano. Ecco i settori più colpiti dal cosiddetto mismatch

Lavoro: più disoccupati ma anche più posti vacanti

Sono più di 73mila i posti di lavoro vacanti a causa dell’ormai noto fenomeno del mismatch. Le aziende cercano sul mercato determinate figure professionali che però non riescono a trovare perché i lavoratori non possiedono le competenze necessarie. Il dato è stato calcolato dall’Inapp nel suo  Policy Brief  “Il sistema duale come risposta all’evoluzione dei fabbisogni di competenze del mercato del lavoro” che mette a confronto l’ultimo rapporto sul sistema IeFP (Istruzione e formazione professionale) con l’analisi di Unioncamere sui fabbisogni professionali.

Il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro si è acuito ancora di più durante l’emergenza Covid-19. “La pandemia è stata una frustata per il mercato del lavoro, consegnandoci alla vigilia del 1 maggio, un vero e proprio paradosso: ci sono più disoccupati, quasi un milione, ma anche più posti vacanti”, sottolinea l’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche, che spinge sulla necessità di spingere sulle politiche attive allo scopo di ridurre il mismatch e allineare i processi di innovazione tecnologica portati avanti dalle imprese e le competenze professionali dei lavoratori. 

Scendendo nei dettagli del rapporto, l’Inapp sottolinea che l’offerta formativa complessiva (circa 80 mila unità) ad oggi è in grado di soddisfare solo il 52% della domanda potenziale, con situazioni ancora più critiche per gli indirizzi della meccanica, della logistica e dell’edilizia.

“Il blocco dei licenziamenti insieme al ricorso massiccio degli ammortizzatori sociali hanno causato una sorta di effetto ottico: il congelamento di una disoccupazione che inevitabilmente scoppierà accanto alla penuria di figure professionali sempre più ricercate dalle aziende  – ha spiegato il professor Sebastiano Fadda, presidente dell’INAPP – Per effetto della pandemia molte imprese si sono trasformate, puntando sul digitale e sul commercio elettronico, un cambiamento che però non c’è nell’offerta di lavoro, mentre le professionalità più ricercate sono proprio nell’ICT”.

Secondo Fadda il “matching” tra domanda e offerta di lavoro richiede un radicale miglioramento dell’istruzione e della formazione tecnica professionale. Un proposito portato avanti anche dal Governo che, non a caso, nell’ambito del decreto semplificazioni atteso per maggio ha stanziato 600 milioni per rafforzare il sistema duale, agevolare l’occupazione giovanile e andare incontro alle richieste delle imprese in materia di competenze.

Ma quali sono i settori più colpiti dal mismatch? Secondo lo studio dell’Inapp, nel 2019, lo scarto tra qualificati/diplomati e fabbisogni delle imprese si concentra soprattutto in tre settori: meccanico (con oltre 26mila posti a disposizione), servizi di vendita (12.326) ed edilizia  (quasi 10mila unità). In percentuale, mancano soprattutto le figure relative all’edile e ai sistemi e servizi logistici, che vedono coperto meno del 5% del fabbisogno, seguiti da servizi di vendita, meccanico e legno (coperto tra 16 e 21% del fabbisogno).  

“Esistono viceversa anche figure per cui l’offerta supera la domanda, tra cui quelle relative all’abbigliamento, e altre per cui la quota di rispondenza al fabbisogno è superiore al 90%, come nel caso dei settori servizi di custodia e accoglienza, trasformazione agroalimentare e ristorazione”, sottolinea il report.

“Il matching tra domanda e offerta di lavoro richiede un radicale miglioramento dell’istruzione e della formazione tecnica professionale. Il “sistema duale” è uno strumento molto utile per ridurre significativamente il “mismatching”, conclude il numero uno dell’Inapp, Sebastiano Fadda. 

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