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Juve e Lazio alle stelle, Inter e Roma in ginocchio: cosa cambia ai piani alti della classifica dopo il doppio derby

La Juve stende l’Inter nel derby d’Italia e avvicina la zona Champions mentre la Lazio si aggiudica il derby della Capitale e scavalca la Roma in classifica salendo sul podio della A

Juve e Lazio alle stelle, Inter e Roma in ginocchio: cosa cambia ai piani alti della classifica dopo il doppio derby

Juve e Lazio in delirio, Inter e Roma in ginocchio. I risultati dei big match di ieri, com’era prevedibile, modificano gli equilibri di classifica, ma soprattutto stravolgono i giudizi complessivi sulle protagoniste. Allegri trova finalmente quel successo contro una diretta concorrente che gli mancava da tempo, inoltre, cosa ben più importante, scavalca l’Inter in classifica e si porta al quinto posto, a soli due punti dall’Atalanta quarta. Percorso ancora migliore per Sarri, che grazie alla vittoria nel derby sorpassa i cugini giallorossi e balza sul podio del campionato, anche se “solo” nel gradino più basso. E così i due allenatori puniti dalle coppe (uno è stato eliminato dalla Champions, l’altro dall’Europa League) si prendono subito la rivincita, facendo sprofondare Inzaghi e Mourinho, reduci invece da un periodo molto positivo, che però è finito proprio nella domenica più importante.

Juventus – Inter 2-0, Rabiot e Fagioli portano la Signora al quinto posto

La partita dello Stadium ha vissuto diverse fasi, ma alla fine l’ha vinta la Juventus grazie ai gol di Rabiot (52’) e Fagioli (84’), entrambi su assistenza di uno strepitoso Kostic. Allegri si prende così il primo successo stagionale in un big match, Inzaghi invece deve fare i conti con la quinta sconfitta in appena 13 giornate, la quarta contro una diretta concorrente dopo quelle con Lazio, Milan e Roma. Nel calcio vince chi segna e i bianconeri ci sono riusciti due volte, dunque non hanno rubato assolutamente nulla e si godono 3 punti pesantissimi, l’Inter però esce battuta soprattutto per demeriti suoi, vista l’incapacità di concretizzare diverse occasioni clamorose a tu per tu con Szczesny: Lautaro, Dzeko e Dumfries nel primo tempo (sullo 0-0), Calhanoglu (traversa) e lo stesso argentino nella ripresa (1-0) gridano vendetta, ma l’episodio più clamoroso è avvenuto pochi secondi prima del gol di Fagioli, con Bremer a intercettare un pallone che avrebbe mandato Brozovic in porta per poi lanciare l’azione del definitivo raddoppio. La Juve, che aveva finito la prima frazione senza tiri, ha ringraziato e colpito alla prima occasione con Rabiot, legittimando poi il tutto con un palo di Kostic, un gol annullato a Danilo (fallo di mano) e il 2-0 di Fagioli, calatosi ormai in un ruolo da protagonista.

Allegri rialza la testa: “Scudetto? Ora siamo lontani, ma dopo la sosta chissà…”

“Siamo tornati a battere l’Inter dopo quattro partite, era importante vincere uno scontro diretto – ha esultato Allegri -. Scudetto? Intanto siamo a due punti dal quarto posto, per ora il Napoli sta facendo cose straordinarie, ma dopo la sosta non so cosa succederà… L’obiettivo è fare il massimo, non possiamo certo pensare di aver risolto tutti i problemi con una sola partita. Abbiamo fatto ottime cose, ma tante si possono ancora migliorare: facciamo un passettino alla volta”.

Inzaghi amaro: “Sconfitta che fa male, ci manca la continuità”

“Non è possibile chiudere sullo 0-0 un primo tempo giocato così, è quello il grande rammarico – ha spiegato Inzaghi -. Non dovrebbe succedere di andare sotto dopo tutte quelle occasioni, dopo abbiamo avuto molta fretta e ci siamo disuniti, invece dovevamo mantenere la calma. Le sconfitte negli scontri diretti? Sono un dato di fatto, dobbiamo fare di più, migliorare nei dettagli perché questi match sono sempre sul filo. Davanti corrono forte, questa sconfitta fa male per l’importanza della partita ma fra due giorni siamo di nuovo in campo, bisogna essere bravi a ripartire nel migliore dei modi”.

Roma – Lazio 2-0, Sarri batte Mourinho grazie a Felipe Anderson (e a Ibanez)

L’altra grande vincitrice della domenica è senza dubbio la Lazio, che spazza via l’amarezza di Rotterdam con un successo magari non bellissimo da vedere, ma pesante come un macigno. I derby, del resto, sono spesso tirati e decisi dagli episodi: a Sarri ne è bastato uno, vale a dire l’erroraccio di Ibanez che ha mandato in porta Felipe Anderson per l’unico, decisivo, gol della sfida (29’). Ma la Roma, al di là del regalo del suo difensore, non ha mai saputo rimettersi in piedi, prigioniera di un contesto tattico poco adatto (a Mourinho, si sa, piacciono le ripartenze, mentre ieri è stato costretto a fare la partita contro una Lazio bassissima), di tanti errori tecnici individuali e di una fase offensiva davvero scarica, nella quale solo Zaniolo ha saputo costruire una vera palla gol, finita però sulla traversa. Il derby va così in archivio con il controsorpasso biancoceleste, dopo che i giallorossi avevano messo la freccia appena una settimana fa, e ribalta le tensioni in vista delle prossime due partite, le ultime prima della lunga sosta mondiale: ora è Mourinho a non poter più sbagliare, altrimenti l’entusiasmo visto sin qui potrebbe trasformarsi in una brutta delusione.

Sarri esulta: “Che bello far felice il nostro popolo, ci abbiamo messo il cuore”

“L’aspetto più importante è aver fatto contento il nostro popolo, l’obiettivo del derby era questo – ha esultato Sarri -. La partita non è stata di altissimo livello sul piano tecnico, ma di grande dispendio fisico e nervoso. Veder giocare i ragazzi con cuore e anima è stato ancora più soddisfacente di qualsiasi ordine tattico. Questo è uno dei derby più sentiti al mondo, io ne ho giocati tanti specialmente a Londra, ma non c’è mai questa partecipazione emotiva. Questa settimana abbiamo pagato anche quello, perché probabilmente la testa era già qui…”.

Mourinho mastica amaro: “L’assenza di Dybala pesa più di Immobile e Milinkovic-Savic”

“La Lazio ha vinto con un mezzo gol, dopodiché non era facile giocare contro una squadra tutta bassa e che ha gestito bene i ritmi – l’analisi di Mourinho -. Loro hanno difeso bene il vantaggio e a noi ci è mancata lucidità, oltre alla qualità che in avanti può fare la differenza. Si è parlato tanto di Milinkovic-Savic e Immobile e mai di Dybala, ma penso che la sua assenza sia la più importante perché è la luce che ci dà assist e gol. Ora sta lavorando per andare al Mondiale, speriamo che il recupero prosegua bene e possa essere con noi domenica contro il Torino”.

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