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Fmi: in Europa aumentano i crediti deteriorati

Secondo l’istituto di Washington, “in molte economie europee, soprattutto quelle del sud dell’Eurozona e della parte orientale dell’Europa, il numero di Npl è alto e in continuo aumento”.

Fmi: in Europa aumentano i crediti deteriorati

Sette anni dopo lo scoppio della crisi finanziaria globale, iniziata nel 2008, la maggior parte dei Paesi europei continua a dovere fare i conti con ampie quantità di debito in sofferenza (crediti deteriorati, ovvero non performing loan, Npl). Lo dimostra un rapporto pubblicato dal Fondo monetario internazionale, secondo il quale gli Npl dell’Unione europea sono arrivati a 1.000 miliardi di euro, oltre il 9% del Pil della regione, alla fine del 2014, una cifra più che doppia rispetto al 2009. In particolare, nell’Eurozona gli asset deteriorati sono pari a 932 miliardi di dollari a fine del 2014, più che raddoppiati dal 2008, il 9,2% del Pil.

Per questo, alla luce di una ripresa ancora poco salda in Europa, secondo il Fmi risolvere il problema dei Npl in modo rapido, per poi erogare nuovo credito in migliori condizioni deve essere una priorità macroeconomica. Secondo l’istituto di Washington, “in molte economie europee, soprattutto quelle del sud dell’Eurozona e della parte orientale dell’Europa, il numero di Npl è alto e in continuo aumento”. Il Fmi spiega che ridurre dunque la quantità di asset in sofferenza “può dunque essere un fattore cruciale per sostenere la crescita del credito”, soprattutto alle piccole e medie imprese, che come detto fanno maggiore affidamento ai finanziamenti bancari. Inoltre, sbloccare i canali del credito “potrebbe favorire la trasmissione degli effetti della politica monetaria all’economia reale”.

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