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Draghi delude le Borse: in forte ribasso soprattutto le banche

L’assenza di un immediato Ltro colpisce le banche che trascinano al ribasso i mercati azionari – Piazza Affari perde l’1,75% – Report Mediobanca sui big del credito – Perdono quota anche Fiat e Cnh – Dopo l’altolà brasiliano a Telefonica, Telecom parte male ma riduce le perdite nel pomeriggio – In controtendenza Fondiaria, Autogrill, Gtech e banche popolari

Draghi delude le Borse: in forte ribasso soprattutto le banche

Dopo una giornata passata in gran parte sul filo della parità, le Borse europee chiudono in rosso: Milano -1,75%, Parigi -1,17%, Francoforte -0,61% e Londra -0,18%. Lo spread Btp-Bund sale leggermente, a quota 238, mentre l’euro scambia a 1,3659 dollari, contro gli 1,3591 di ieri.

I mercati sono stati delusi dalle parole di Mario Draghi. Al termine del Consiglio direttivo che ha confermato al minimo storico dello 0,25% il tasso di riferimento dell’Eurozona, il Presidente della Bce ha lasciato intendere che non sono imminenti ulteriori misure per incrementare la liquidità del settore bancario. Un nuovo Ltro è possibile, ma “se lo faremo ci vogliamo assicurare che venga utilizzato per finanziare l’economia reale, e non per fare carry trade”, ha precisato il numero uno dell’Eurotower. Quanto alla politica monetaria, Draghi ha ribadito che resterà accomodante “per tutto il tempo necessario”.

A Piazza Affari, le notizie in arrivo da Francoforte hanno pesato in particolare sul settore bancario. Dopo una mattinata in grande spolvero, tutti gli istituti di credito hanno girato in rosso: Bper -3,59%, Intesa -3,42%, Mps -3,17%, Unicredit -2,5%, Ubi -1,99%, Banco Pop -2,51%. 

A incidere in modo negativo sull’andamento dei titoli bancari si è aggiunto anche un report di Mediobanca. Secondo gli analisti di Piazzetta Cuccia, anche nei primi nove mesi di quest’anno i due maggiori istituti italiani di credito (Intesa e Unicredit) registrano ricavi in calo, in linea con il trend europeo, ma soprattutto subiscono un importante ridimensionamento dell’utile netto a causa delle perdite sui crediti. 

Altri fattori destabilizzanti sui mercati internazionale sono giunti dagli Stati Uniti. Washington ha pubblicato oggi dati migliori del previsto su Pil (+3,6% nel terzo trimestre, contro il +8% della precedente lettura) e sussidi di disoccupazione (a 298 mila unità, meno delle 325 mila attese degli analisti), alimentando i timori che la Federal Reserve possa accelerare sul “tapering”, ovvero la progressiva riduzione degli stimoli all’economia. Per il presidente della Fed di Atlanta, Dennis Lockhart, si potrebbe decidere di avviare il taglio anche questo mese, nel corso della prossima riunione dell’istituto centrale.

Nella mattinata milanese, l’attenzione degli investitori era stata catalizzata dall’aut-aut dell’Antitrust brasiliano (Cade) nei confronti di Telefonica: il titolo di Telecom Italia è caduto in fondo al Ftse Mib, arrivando a cedere oltre tre punti percentuali, per poi recuperare leggermente nel corso del pomeriggio e chiudere a -2,63%. “Telecom Italia venda Tim Brasil o Telefonica esca da Telecom Italia”, ha detto il presidente di Cade, Vinicius Marques de Carvalho, stando a quanto si legge in un comunicato citato dal Wall Street Journal.

Il titolo peggiore della giornata è stato perciò quello di Fiat (-3,7%), che ieri aveva guadagnato approfittando del buon andamento delle vendite di Chrysler negli Usa. Le azioni più acquistate della giornata sono state invece quelle di Fonsai (+2,3%). In controtendenza anche Autogrill (+1,52%) e Gtech (+1,13%). 

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