Condividi

Donne, ai vertici delle imprese sono solo un quarto, ma crescono in quelle ad alta conoscenza

Limitata ancora la presenza delle donne ai vertici delle aziende e in molti settori sono in calo. Invece crescono in prestigiosi ambiti che richiedono maggiore conoscenza

Donne, ai vertici delle imprese sono solo un quarto, ma crescono in quelle ad alta conoscenza

Le donne ai vertici delle imprese restano nelle retrovie: su quattro posizioni nelle stanze dei bottoni, solo una è in mano a una donna, mostrando una crescita sotto l’1%. Ma le donne sono in crescita in settori ad alto contenuto di conoscenza, come quello scientifico o finanziario o turistico.
Lo dice l’Osservatorio per l’imprenditorialità femminile di Unioncamere-InfoCamere che vede ai vertici una crescita limitata allo 0,88% a 8.602 posizioni.
Addirittura nel mondo imprenditoriale in generale le donne sono diminuite dello 0,46% perdendo quasi 12mila posizioni tra dicembre 2019 e dicembre 2021, in virtù di un calo consistente soprattutto tra le socie (circa 19mila in meno) e le titolari di imprese individuali (-7mila).

Eppure le donne sono più innovative, attente e responsabili

Sembrerebbe un controsenso, a sentire quanto dice Andrea Prete, presidente di Unioncamere,” le donne sono più innovative, più attente ai valori della sostenibilità ambientale, più responsabili nei riguardi dei loro collaboratori” aggiungendo che “Bisogna far crescere la presenza delle donne nelle imprese”.


Ma i dati sono impietosi. L’analisi delle differenti cariche di guida e di amministrazione svolte all’interno delle imprese (984.366 quelle ricoperte da donne a fine 2021) evidenzia che la presenza femminile tende a ridursi al salire del livello di responsabilità.
Le donne presidente sono 33.645: anche se sono cresciute del 2,03%, costituiscono solo il 18,03% del totale. Maggior incidenza hanno invece le donne vice presidente: sono 18.327, il 26,57% del totale e sono aumentate del 3,37% da dicembre 2019.
Il maggior numero di incarichi riguarda soprattutto il ruolo di consigliere (225mila, pari al 25,4% del totale, in crescita del 2,52% rispetto a dicembre 2019). Le amministratrici sono poi 38.577, pari al 22,68%, in aumento del 4,48% rispetto a due anni fa.
In diminuzione invece le consigliere/amministratrici delegate: oggi sono 4.532, rappresentano il 22,74% del totale e sono diminuite del 4,77%.
Per quanto riguarda gli incarichi manageriali, si assottiglia la già sparuta platea dei direttori donna: sono 480, pari al 15,62% del totale e si riducono di 61 unità.

Donne in netta ripresa nei settori dove si usa la testa

Più dinamici e proattivi risultano invece alcuni comparti a maggior contenuto di conoscenza, secondo una tendenza in atto da tempo, come le Attività professionali, scientifiche e tecniche (+3.751 le imprese femminili), i Servizi di informazione e comunicazione (+1.014), l’Istruzione (+524) e la Sanità (+468). Bilancio positivo anche per il settore immobiliare e finanziario (+1.929) e per il Noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (+2.195).

Molte le donne innovatrici, che hanno fondato o partecipato alla fondazione di una delle imprese femminili italiane. Un milione e 342mila sono quelle registrate a fine 2021, pari al 22,13% del totale, poco variate rispetto al 2019 (+0,19%).
Determinante in questo senso la spinta delle regioni del Mezzogiorno, in cui si contato oggi 7.646 imprese in più rispetto a dicembre 2019. Al contrario, il Centro vede diminuire la presenza di imprese femminili di 7.207 unità, mentre nel settentrione gli incrementi sono stati modesti: +1.696 nel Nord Ovest (+0,54%) e +434 nel Nord Est (+0,19%).
Più penalizzati dalla pandemia alcuni settori dove la presenza femminile è tradizionalmente più diffusa. Primo tra tutti il Commercio, che conta quasi 6.300 imprese guidate da donne in meno, l’Agricoltura (-3.500) e il manifatturiero (-1.500).

Commenta