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Contro la crisi il mondo si affida ai banchieri centrali: Fed e Bce stanno per entrare in campo

Lo spread spaventa subito a 545 ma poi scende e Piazza Affari recupera – Attesi per il 31 nuovi stimoli all’economia da Bernanke e una prossima mossa della Bce – L’epicentro della crisi resta l’eurozona – Piano Bpm con 3mila tagli – Giallo Fonsai: accordo per buonuscita di 45 milioni a Ligresti? Nagel nega ma Jonella porta ai Pm di Milano una registrazione.

Contro la crisi il mondo si affida ai banchieri centrali: Fed e Bce stanno per entrare in campo

IL MONDO SI AFFIDA AI BANCHIERI CENTRALI. BPM TAGLIA. UN NUOVO GIALLO PER FONSAI

La Fed si accinge ad entrare in azione. Secondo The Wall Street Journal, Ben Benanke intende mettere in campo nuovi stimoli per l’economia fin dal prossimo vertice del Fomc del prossimo 31 luglio. La spinta decisiva in questa direzione potrebbe essere arrivata ieri sera, a mercati chiusi.

Apple ha venduto “solo” 26 milioni di iPhone nel trimestre (+28%), con un tasso di crescita in netta frenata rispetto ai trimestri precedenti. Non è stato centrato, ed è la prima volta, l’obiettivo previsto (30 milioni di “pezzi”). Gli utili sono stati così inferiori del 10 per cento rispetto alle  previsioni: il titolo, negli scambi after hours, ha accusato un calo del 5%, cosa che, visto il peso di Apple nei listini Usa, lascia prevedere una nuova seduta all’insegna dell’Orso. Ieri sera la seduta si è chiusa al ribasso: Dow Jones-0,82%, S&P -0,90% e Nasdaq -0,94%.

Le Borse asiatiche non sfuggono alla pressione rinassista: l’indice di Tokyo segnala un calo del 1,20%, Hong Kong scende dello 0,9%. Anche il Fmi ha lanciato l’allarme sulla frenata dell’economia cinese. L’epicentro della crisi resta naturalmente l’Europa, in balia della pressione dei mercati finanziari, a partire da Italia e Spagna.

Ad aggravare le tensioni, ieri, è stata la voce secondo cui per la Grecia sarà impossibile rispettare gli impegni presi, e quindi il Paese dovrà affrontare una nuova ristrutturazione del debito. Intanto Moody’s ha abbassato l’outlook del fondo Efsf, l’unico scudo attivo per ora in mano alla Ue che dispone di un tesoretto (circa 15 miliardi) per interventi di emergenza.

A dare una misura dello stato di confusione se non dello sbando totale delle diplomazie ci ha pensato Madrid con una nota sulla dichiarazione congiunta fra Spagna, Italia e Francia per “un’applicazione immediata” degli accordi di fine giugno. Sia Parigi che Roma hanno dichiarato di “non essere al corrente dell’iniziativa”. Il tutto mentre si moltiplicano i segnali di allarme dalle regioni spagnole. Barcellona, in particolare, si appresta a chiedere aiuti a Madrid per 42 miliardi.

In sintesi, ben pochi credono ad una ripresa di Madrid senza un intervento massiccio della Bce. Si moltiplicano pressioni in tal senso anche da Washington, sia da parte della Fed che del Fondo Monetario. Per ora, però, il coordinamento in sede europea lascia a desiderare. Anche tra le autorità di controllo, incapaci di coordinarsi sulle vendite allo scoperto. La Spagna ieri ha vietato lo short per tre mesi su tutti i titoli e anche sui derivati, l’Italia soltanto per una settimana e solo sui titoli finanziari.

In questo quadro di incertezza le vendite continuano a martellare i mercati finanziari di Italia e Spagna. Mentre le Borse di Londra, Parigi e Francoforte segnano lievi cali, compresi fra -0,45 (indice Dax) % e -0,87% (il francese Cac 40), l’indice Ftse/Mib di Piazza Affari scende del 2,71% e l’Ibex di Madrid arretra del 3,49%. In giornata l’indice è sceso a 12.299,99, segnando il nuovo minimo assoluto dell’indice, al di sotto dei 12.332 punti del 9 marzo 2009, il punto più basso della crisi dopo il fallimento di Lehman Brothers. Se invece si guarda il vecchio indice Comit, la Borsa italiana è finita su livelli che non vedeva dal 1996, 16 anni fa.

In mattinata era andata in porto ma a tassi crescenti l’asta di titoli di Stato spagnoli. Lo spread Btp/bund è in rialzo a quota 545, lo stesso livello dello scorso novembre quando ci fu il passaggio di consegne tra Silvio Berlusconi e Mario Monti. Quello spagnolo tra bonos e bund viaggia invece a 638 punti sopra la chiusura di ieri sera. I Btp a 10 anni hanno toccato il 6,5% per la prima volta da gennaio e i bonos il 7,45%. Oggi la Germania lancia un’emissione a 30 anni di Bund.

In Piazza Affari è fallito il tentativo di recupero delle banche. I titoli del settore sono stati tutti in calo con la sola eccezione di Banca Popolare di Milano, in rialzo dello 0,5% in attesa del nuovo piano industriale reso noto in serata. I target previsti per il 2015 prevedono: utile netto consolidato a circa 270 milioni, con core tier 1 oltre il 9% (+100 punti base), proventi operativi a 1,76 miliardi (+6,9% medio annuo) e costi a 980 milioni (-1,6%). La riduzione dei costi prevede un deciso intervento sul costo del personale (-10% al 2015), che interesserà 3mila dipendenti. Di questi, 2.300 saranno destinati a ‘piani di riconversione e formazione’, mentre 700 usciranno dalla banca con ‘un incentivo all’esodo di tutti coloro in possesso dei requisiti pensionistici’ e l’adesione al fondo di solidarietà.

Intesa scende del 4,1%, Mediobanca -6,75%, Banco Popolare -4,89%, MontePaschi -4,16%. Unicredit -4,03%. Pesante ribasso per Generali -3,55%.

I titoli coinvolti nel progetto di integrazioni che darà vita al secondo gruppo assicurativo italiano si sono mossi a due velocità: Unipol è affondata del 16,7%, mentre Fondiaria-Sai ha guadagnato il 9,6%. Verso fine seduta è arrivata la notizia dell’uscita di Palladio dall’azionariato di FonSai.

Intanto esplode in Procura il “giallo” della lettera sulla buonuscita di 45 milioni per i Ligresti che sarebbe stato siglato da Alberto Nagel, per conto di Mediobanca, e Salvatore Ligresti il 17 maggio scorso, pochi gioni prima della decisione Consob di escludere dal diritto di recesso la famiglia. Mediobanca nega l’esistenza dell’accordo, emerge un documento non firmato sequestrato all’avvocato Cristina Rossello, segretaria del cda di Mediobanca. Poi Jonella Ligresti esibisce ai pm una registrazione di un colloquio con il legale fatta all’insaputa del professionista. Il seguito alle prossime puntate.

Nelle Borse europee scendono soprattutto assicurazioni (Stoxx del settore -1,3%) e utility (-1,2%). Salgono i titoli tech (+0,8%), guidati da Nokia, in rialzo del 4,5%.

In Piazza Affari il titolo tech per eccellenza, StM, scende del 4,31% dopo i risultati del trimestre annunciati questa notte. La perdita è stata di 75 milioni di dollari, sostanzialmente in linea con le attese degli analisti. Ma lo scenario del terzo trimestre è debole causa anche la frenata delle richiste dei produttori di auto cinesi. Impregilo scende dell’1,4% nonostante la società abbia vinto una commessa da 650 milioni di dollari per la costruzione di un ponte in California.

Continua la frana di A2A –7,44% e Mediaset –4,65% a 1,19 euro. In calo Enel Green Power -4,94% e Terna -2,88% che nel pomeriggio annuncerà i risultati del trimestre. Enel  scende del 4,6%, Atlantia -3,1%, Autogrill -2,5%. Fra gli industriali sale Pirelli +4,5%, alla vigilia della presentazione dei conti trimestrali di giovedì. A sostenere il titolo ha contribuito una nota di Morgan Stanley che conferma il giudizio “overweight”. In calo Fiat -3,3%.

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