Condividi

CONGRESSO ASSIOM FOREX – Attanà: “Sul Libor avevamo ragione noi””

COMGRESSO ASSIOM FOREX- La relazione del presidente Attanà’: “Ancora molti rischi sui fixing” – E’ ora che le autorità aprano gli occhi – Lo sviluppo dell’associazione e i riconoscimenti di Banca d’Italia

Bergamo, 9 febbraio 2013

Signor Governatore, Autorità, Signori Delegati,

Un tema che coinvolge intensamente il lavoro della nostra Associazione, espressamente menzionato nello stesso Statuto come una tra le principali finalità di ASSIOM FOREX, è quello riguardante lo studio e l’adozione di indici relativi ai mercati finanziari. Ed è su questa materia, attualmente di grande rilievo per l’immagine e la credibilità dell’industria bancaria, che mi accingo a formulare alcune sintetiche, ma mi auguro utili, riflessioni.

Nel mese di aprile del 2008, in tempi dunque assolutamente “non sospetti”, la nostra Associazione scriveva una lettera alla British Bankers Association, segnalando che i fixing del Libor in dollari USA marcavano significative differenze rispetto ai tassi che risultavano praticati sul mercato e che i motivi di queste differenze non erano spiegabili dalla semplice volatilità dei mercati. Attiravamo dunque l’attenzione dell’Associazione Bancaria Britannica sul fatto che questo fenomeno avrebbe potuto minare non solo la credibilità del LIBOR, quale parametro comunemente ed intensamente utilizzato, ma anche quella delle banche che contribuivano a quotare l’indicatore, nonché l’immagine dei mercati nella loro globalità.
L’Associazione britannica, nel ringraziarci per la segnalazione, ci rispondeva che da parte sua, pur avendo in corso un serio esame della materia, riteneva che i tassi Libor pubblicati rispecchiassero nel modo più fedele possibile le condizioni effettivamente presenti sul mercato.

Tutti sappiamo cosa è successo da allora, quali sono stati i danni per le singole banche coinvolte in questo scandalo e per il sistema bancario e finanziario nel suo complesso.

Il fatto di aver evidenziato e formalmente rilevato in tempi non sospetti una simile situazione, non rappresenta per noi soltanto una questione “gratificante” sotto l’aspetto etico e professionale, ma ci consente più che altro di poter affermare, senza ombra di dubbio, come le banche italiane (di fatto concretamente rappresentate dalla nostra Associazione) siano state non solo ovviamente estranee a quanto successo, ma soprattutto pro attive nel cercare di prevenire quanto poi, purtroppo, effettivamente accaduto.

La nostra Associazione ritiene che ancora oggi la gestione di alcuni parametri attualmente utilizzati per varie tipologie di fixing possa nuovamente generare altre serie minacce per l’immagine dei mercati e dell’industria bancaria. Non si tratta di pericoli riconducibili a possibili manipolazioni di tali indici, che appaiono improbabili sia per gli elevati presidi di controllo e sicurezza ormai ampiamente in essere, sia per l’efficace meccanismo di determinazione di alcuni di questi indicatori, come nel caso dell’Euribor.

Crediamo tuttavia che sussistano rischi dovuti sia al graduale disimpegno di un crescente numero di banche dalla quotazione di alcuni benchmarks, sia allo scarso volume di transazioni che ormai caratterizza in maniera preoccupante taluni mercati. Questi fenomeni, infatti, vanno ad incidere negativamente sulla già fragile credibilità che il Sistema è attualmente impegnato a sostenere.

Solo durante questo primo scorcio d’anno, già una decina di banche, anche di livello internazionale, si sono repentinamente sottratte dalle quotazioni di alcuni importanti indici (in particolare l’Eurepo e l’Eonia Swap Index, rappresentativi dei rilevanti mercati dei pronti contro termine e dei derivati di tasso a breve scadenza). Tali banche hanno dunque rinunciato al ruolo di “Panel Bank” (cioè di banca che contribuisce alla determinazione dell’indice), innescando un effetto di pericolosa emulazione, che rischia di portare ad una sempre minore affidabilità di importanti indicatori di mercato, se non addirittura ad una loro scomparsa.

E’ stata ventilata la possibilità di nuove normative in base alle quali potrebbero aumentare i requisiti patrimoniali a fronte dei rischi operativi per le banche che quotano benchmark di mercato. Tale eventualità, ovviamente, contribuisce pure ad alimentare il suddetto fenomeno di disimpegno.

A nostro avviso tali aspetti sono da valutare con estrema attenzione, sia da parte delle diverse Autorità di vigilanza ed istituzioni a vario titolo interessate a questa materia, sia da parte delle stesse componenti di mercato, alcune delle quali, con una visione eccessivamente miope del problema, ritengono che sottraendosi a determinate responsabilità possano evitare di essere successivamente travolte dai rischi reputazionali di sistema che esse stesse innescano, con comportamenti che appaiono superficiali o comunque non adeguatamente meditati.

La nostra Associazione sostiene con vigore la necessità che tutte le componenti dei mercati si facciano parte attiva non solo nell’individuare le criticità dell’attuale situazione, ma anche nel proporre soluzioni efficaci. Il rafforzamento della Governance per quanto riguarda i processi di formazione e controllo dei diversi benchmarks è certamente un passaggio necessario, di grande rilievo ed urgente. Peraltro assolutamente non sufficiente, in quanto la credibilità degli indicatori di mercato non può essere basata solo sull’efficacia dei controlli, ma deve essere generata anzitutto dalla trasparenza e dalla liquidità dei mercati sottostanti.

In questo senso siamo promotori di un progetto, già posto allo studio presso la nostra Associazione Internazionale e già presentato presso alcune istituzioni, per la creazione di un mercato monetario europeo, che possa raccogliere ampi volumi di transazioni, non solo tra banche, ma tra tutte le categorie di investitori istituzionali e che si svolga su piattaforme elettroniche che possano garantire la massima trasparenza circa le condizioni ed i volumi scambiati, sotto l’autorevole governo e controllo di specifiche Autorità preposte.

In questo periodo, nel quale l’industria bancaria e finanziaria, giustamente si concentra su un rigido esame dei costi, questo progetto, pur se importante e non eccessivamente impegnativo sul piano economico, incontra notevoli difficoltà di avvio.Esso tra l’altro si scontra con ciechi egoismi nazionalistici e con interessi di business di taluni settori operativi, che certamente non agevolano la situazione.Per questi motivi la sua realizzazione è fortemente condizionata da un convinto supporto delle Istituzioni, che confidiamo possano valutare e certificare la validità di un simile progetto, finalizzato ad un bene comune (non va tra l’altro dimenticato che un efficiente mercato della liquidità sarebbe funzionale alla trasmissione degli obiettivi di Politica Monetaria da parte della Banca Centrale).Da parte nostra vi è dunque l’auspicio e la speranza di trovare un tale supporto, che proseguiamo a ricercare.

Termino con un brevissimo accenno all’evoluzione della nostra Associazione, anche a beneficio dei numerosi soci oggi qui presenti.

Nell’ambito di questo Congresso si svolgeranno anche le elezioni dei nuovi organi direttivi di ASSIOM FOREX. Ci apprestiamo ad un rinnovamento importante, attraverso la possibile entrata in tali organi di una rappresentanza professionalmente autorevole di tutti i maggiori Gruppi bancari del nostro Paese, nonché della stessa Associazione Bancaria Italiana. Questo fatto costituisce un’opportunità rara ed assai importante per la nostra Associazione, la quale ha riunito nel corso degli anni, fondendole tra loro, ben quattro differenti associazioni precedentemente esistenti, e che ora rappresenta in maniera unitaria il complesso mondo dei mercati e dei rischi finanziari all’interno del nostro Sistema.
Il lavoro che il nuovo Consiglio dovrà svolgere sarà certamente arduo e articolato, ma sicuramente anche stimolante. L’importante presenza della Banca d’Italia al nostro interno, ci è sempre servita, e ci serve ancora di più oggi, per prestare la nostra opera con sincero spirito di servizio. Siamo un’Associazione di persone e la nostra “credibilità” si realizza attraverso la piena convergenza dei comportamenti virtuosi, che devono essere professati anzitutto da chi governa l’Associazione, ma che devono poi essere messi in pratica quotidianamente da ciascuno dei singoli associati e che devono dunque diventare parte integrante della nostra professione. Solo attraverso una tale azione pratica riusciremo a contribuire da parte nostra a sempre più migliorare la fiducia e la credibilità di cui il nostro Sistema ha grande bisogno.

Vi ringrazio per l’attenzione.

Commenta