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Confindustria: la ripresa slitta al 2014. Crollano consumi e investimenti, aumenta la disoccupazione

Il Centro studi di Confindustria rivede al ribasso la stima sul Pil per il 2013: -1,1% – Migliorano lievemente le stime per il 2012, al -2,1% – Solo nel 2014 il Pil tornerà positivo (+0,6%) – Consumi a picco (-3,2% quest’anno) – Crollano gli investimenti – Aumentano disoccupazione (11,8% nel 2013) e pressione fiscale (quella effettiva al 54,3%).

Confindustria: la ripresa slitta al 2014. Crollano consumi e investimenti, aumenta la disoccupazione

La recessione nel 2013 sarà più pesante nel previsto. Il recupero inizierà dall’ultimo trimestre dell’anno prossimo, ma sarà debole e lento. E’ quanto emerge dall’ultima analisi del Centro Studi di Confindustria, che ha rivisto nettamente al ribasso la stima sul Pil per il 2013: -1,1%, contro il -0,6% previsto a settembre. Migliorano lievemente, invece, le stime per il 2012, con il Pil in calo del 2,1% (dal -2,4%). Solo nel 2014 il Pil tornerà positivo (+0,6%). Al momento, però, il Paese è in recessione per il sesto trimestre consecutivo. 

“È la seconda contrazione dell`economia in cinque anni, cioè dall’inizio della crisi – osserva il Csc -. Meno intensa e più lunga della prima, l’attuale è caratterizzata dalla forte caduta della domanda interna. Appare in via di esaurimento”. Nel complesso, rispetto alle stime elaborate a settembre, la recessione durerà un trimestre in più ma “la perdita di prodotto – spiegano gli economisti di viale dell’Astronomia – non risulterà cumulativamente maggiore, per via di un profilo che è risultato smussato dai dati della scorsa estate”. 

I progressi nella seconda parte dell’anno prossimo saranno favoriti da “politiche di bilancio meno restrittive in Italia e gran parte d’Europa, dall’accelerazione del commercio globale, dal dispiegarsi e dall’accentuarsi dell’espansione monetaria dalla tendenza alla stabilizzazione della crisi dei debiti sovrani dell’Eurozona, che allenterà le tensioni finanziarie, e da un parziale rimbalzo di alcune componenti della domanda interna”.

RIPRESA INCERTA, PESA LA POLITICA

Sulla ripresa dell’economia italiana soffiano “forti venti contrari” e l’orizzonte “è ulteriormente offuscato dall’indeterminatezza dell’esito delle prossime scadenze elettorali”. Per il Csc gli ostacoli sula strada del rilancio sono diversi: alta e crescente disoccupazione, tendenza delle famiglie a ricostituire risparmio, edilizia in grave difficoltà, credit-crunch, enorme sottoutilizzo degli impianti in molti settori. Tutto ciò rende “precario e instabile il quadro e genera sfiducia e incertezza, che è aumentata dall’approssimarsi delle elezioni politiche, in un quadro confuso sulle compagini e sulle alleanze partitiche, sui programmi e sugli esiti”. Inoltre, in autunno verrà rinnovato anche il parlamento tedesco e “anche ciò rende meno chiaro l’orizzonte”.

CONSUMI A PICCO: -3,2% NEL 2012, CALO PEGGIORE DAL DOPOGUERRA

Consumi delle famiglie a picco nel 2012, ai minimi dal dopoguerra. Secondo le previsioni del Centro Studi di Confindustria, i consumi delle famiglie italiane calano quest’anno del 3,2% (il 3,6% procapite), il peggior risultato dal dopoguerra. La caduta dei consumi proseguirà nel 2013 (-1,4%), mentre, nel 2014, si attesteranno poco sopra lo zero (0,3%), ma per abitante arretreranno ancora, tornando poco sopra i valori del 1997.

DISOCCUPAZIONE 2013 ALL’11,8%, IMPRESE VERSO TAGLI

Disoccupazione “alta e crescente” in Italia. Le imprese, “data la dimensione raggiunta dai cali di attività e fatturato” saranno “probabilmente costrette a tagliare i posti di lavoro”. Secondo il Csc, il tasso di disoccupazione quest’anno si attesterà al 10,6%, per poi salire all’11,8% nel 2013 e schizzare al 12,4% nel 2014.Il 2013 si chiuderà con un milione e mezzo di disoccupati in più rispetto alla fine del 2007. Dal picco di fine 2007 alla metà del 2011, infatti, sono state 1,1 milioni le unità perdute e secondo il Csc “diverranno 1,5 milioni nel terzo trimestre 2013”.

INVESTIMENTI CROLLANO, CREDITO SCARSO

Gli analisti di Confindustria sottolineano che il credito erogato alle imprese “è in netto calo” e “sempre più aziende faticano ad ottenere prestiti bancari”, mentre altre “hanno smesso di chiederli a fronte di tassi d’interesse troppo alti”. Il credito “scarso e costoso frena gli investimenti e l’operatività delle imprese”. Gli investimenti subiranno così un “violento taglio” quest’anno, pari all’8,2%, cui seguirà un -1,8% nel 2013. Dal 2007 gli investimenti hanno lasciato sul terreno il 23,1% in termini reali, arrivando ai minimi dal 1997. In rapporto al Pil sono molto bassi e ciò “costituisce una seria ipoteca alle potenzialità di sviluppo futuro”. Nel 2014 il loro rimbalzo resterà timido (+1,4%). 

PRESSIONE FISCALE INSOSTENIBILE: NEL 2013 AL 54,3%

Da viale dell’astronomia avvertono poi che la pressione fiscale “rimarrà prossima ai massimi storici e insostenibilmente elevata”, specie quella effettiva che salirà, nel 2013, al 54,3% del Pil (tolto il sommerso). La pressione fiscale sale al 44,7% del Pil nel 2012 e al 45,1% nel 2013, per poi stabilizzarsi al 44,8% nel 2014. La misura effettiva della quota di entrate fiscali e contributive sul Pil depurato dal sommerso toccherà il 53,8% quest`anno, il 54,3% il prossimo e si fermerà al 53,9% nel 2014.

I CONTI PUBBLICI MIGLIORANO

Per il Csc l’Italia raggiungerà nel 2013 l’obiettivo del pareggio strutturale (-0,2% del Pil al netto del ciclo), grazie al corposo avanzo primario (3,6% del Pil). Il deficit effettivo nel 2014 sarà ancora all’1,8% del Pil, ma il rapporto debito pubblico/Pil inizierà a calare: 121,4%, al netto dei contributi ai fondi europei di stabilità e alla Grecia. Il Csc stima un indebitamento netto pari al 2,3% del Pil per il 2012, all’1,9% per il 2013 e all`1,8% nel 2014. In termini strutturali, il deficit pubblico sarà allo 0,8% del Pil quest`anno, allo 0,2% il prossimo e allo 0,5% nel 2014. Il saldo primario è stimato al 2,9% del Pil nel 2012 (dall’1,0% del 2011), salirà al 3,6% nel 2013 e al 3,7% nel 2014. Al netto della componente ciclica sarà del 4,4% del Pil quest`anno, del 5,2% nel 2013 e del 5,0% nel 2014.

Quest’anno l’inflazione si attesterà al 3,1%, per poi scendere all’1,8% nel 2013 e a dimezzarsi all’1,6% nel 2014. Nello scenario tratteggiato dal Csc, “la graduale flessione nel corso del 2013 sarà guidata dalla riduzione dei prezzi energetici, data la previsione di quotazioni in calo per il petrolio”.

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