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Condotte rifiuta offerta Attestor: chiederà amministrazione straordinaria

La palla passa nelle mani del ministero dello Sviluppo: la concessione dell’amministrazione Marzano è in genere scontata, verificati i requisiti, ma spetta al Ministro (Luigi Di Maio) la scelta del commissario

Condotte rifiuta offerta Attestor: chiederà amministrazione straordinaria

Il consiglio di gestione di Condotte ha rifiutato l’offerta di Attestor Capital per il salvataggio della società di costruzione. Lo ha scritto l’agenzia Radiocor Plus, precisando che alla riunione del tavolo di crisi del Mise non si è presentato l’amministratore delegato Giuseppe Di Giovine. Oggi Condotte presenterà la dichiarazione di insolvenza al tribunale di Roma e la richiesta di amministrazione straordinaria al ministero dello Sviluppo economico.

Nessuna informazione è stata fornita ai sindacati e al ministero circa i motivi del rifiuto. In ogni caso, Condotte ha valutato l’affidabilità delle provviste finanziarie offerte da Attestor, 50 milioni di liquidità immediata e altri 150 all’omologa del concordato, che in teoria avrebbero dovuto garantire una quota almeno di continuità aziendale senza perdere il controllo della società.

La palla passa nelle mani del ministero dello Sviluppo: la concessione dell’amministrazione Marzano è in genere scontata, verificati i requisiti, ma spetta al Ministro (Luigi Di Maio) la scelta del commissario.

Dal deposito della richiesta, il ministro – previa verifica degli uffici – ha 48 ore di tempo per nominare il commissario. I sindacati, durante la riunione, hanno auspicato che la scelta cada su un uomo con conoscenza ed esperienza nel settore delle costruzioni, che provi a risollevare l’azienda e non faccia solo il commissario liquidatore.

Nelle casse di Condotte non è rimasto nemmeno un euro, tutti i cantieri sono fermi e ci sono tre-quattro mesi di stipendi arretrati da pagare (2.800 dipendenti al 31 dicembre scorso, tra sede centrale, controllate, cantieri). Il commissario, una volta nominato, dovrà convincere le banche a rientrare nella partita, o in alternativa il governo dovrà trovare una forma di provvista (prestito) di fonte pubblica. C’è un fondo diponibile al Mise per le crisi delle grandi imprese, ma serve un’autorizzazione europea con procedura non sempre rapida.

Per i dipendenti di Condotte, una volta nominato il commissario, sarà subito possibile (in base alla legge Marzano) attivare la cassa integrazione straordinaria. I sindacati dell’edilizia (Fillea Cgil, Filca Cisl, Feneal Uil) chiederanno l’assorbimento di tutte le società controllate e consortili per estendere a tutti la Cigs.

“L’amministrazione straordinaria per noi non è una vittoria – spiega Flavia Villani, Fillea – ma almeno abbiamo più garanzie sugli ammortizzatori sociali. L’edilizia è un settore particolare, abbiamo cercato di spiegare che il successo del commissariamento dipende molto dalla scelta di un uomo che conosca il settore. Speriamo che già dalla prossima settimana ci possiamo sedere al tavolo con il nuovo commissario per discutere di ammortizzatori, di finanza d’urgenza e di riavvio dei cantieri”.

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