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CICLISMO – Al Giro d’Italia il treno della Garmin porta in rosa il lituano Navardauskas

Nella cronometro a squadre il treno della Garmin regala il primato al lituano Navardauskas – Phinney cede il primato. Tra i big è lo spagnolo Joaquin Rodriguez a guadagnare preziosi secondi sui rivali in attesa delle montagne

Taylor Phinney non ce l’ha fatta a mantenere la maglia rosa al termine della cronometro a squadre di Verona. Dolorante al piede dopo la caduta di Horsens, autore di un dritto che l’ha portato in un prato nel carosello odierno a oltre 50 km all’ora, l’americano con la sua squadra, la Bmc Racing Team che annovera anche Ballan e Thor Hushvod, è finito solo al decimo posto a 31” dalla Garmin- Barracuda, che con il lituano Ramunas Navardauskas ha conquistato il primato della classifica. La Garmin era tra le grandi favorite della frazione odierna avendo nelle proprie fila ottimi cronomen, prima di tutto quel Rasmussen giunto terzo nel crono-prologo di Herning vinto da Phinney e indicato dai più come possibile maglia rosa stasera a Verona: ma è successo quel che non ti aspetti a metà percorso, quando dal treno della Garmin si staccava proprio lui, Rasmussen, lasciando il simbolo del primato al compagno meglio piazzato in classifica che è risultato Navardauskas.
Come era prevedibile, la crono a squadre ha dato una prima rimescolata alla classifica senza peraltro aprire solchi incolmabili. Chi ha perso di più, tra i candidati a contendersi il Giro, è José Rujano, il grimpeur venezuelano che con la sua Androni è giunto 20esimo a 1’44” dal team Garmin. A sorridere tra i big è invece un altro scalatore, lo spagnolo Joaquin Rodriguez che con la russa Katusha è arrivato secondo infliggendo17 secondi di distacco alla Astana del ceco Roman Kreuziger, 21 secondi alla Liquigas di Ivan Basso, 23 secondi alla RadioShack di Frank Schleck e 29 secondi alla Lampre di Michele Scarponi e Damiano Cunego. Vantaggi esigui ma significativi e del tutto imprevisti perché ottenuti su terreni che non sono la sua specialità: ecco perché, dopo la tappa di domani tutta pianeggiante che porterà i girini da Modena a Fano, bisognerà tener d’occhio questo spagnolo, 33 anni il 12 maggio, vincitore dell’ultima Freccia Vallona, che da sempre si ritiene uno dei migliori scalatori, se non il più forte. Di lui si racconta che al suo primo anno da professionista nel 2001, durante un allenamento con i compagni della Once, su un tratto in salita per mostrare l’estrema facilità con cui riusciva a pedalare, ebbe la sfrontatezza di affiancare Jalabert, Sastre, Olano, il meglio del ciclismo spagnolo di allora, facendo il gesto di fumare un sigaro. I tre big se la legarono al dito e alla sera, a tavola, obbligarono il giovane compagno a fumare un vero sigaro intero. Da lì il nomignolo di “Purito” che accompagna da allora Rodriguez. Un “piccolo sigaro” da cui Basso farà bene a guardarsi quando la strada del Giro comincerà a salire.

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