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Ci sono amori che non accadono mai: un romanzo singolare nato durante il lockdown

La commedia teatrale “Ci sono giorni che non accadono mai” diventa un romanzo edito da goWare. Le musiche di Morricone con Castellitto e Isabella Ferrari sulla scena. L’Autore Valerio Cappelli racconta la genesi dell’opera

Ci sono amori che non accadono mai: un romanzo singolare nato durante il lockdown

Nel marzo del 2020, in piena pandemia, durante il primo lockdown, ho pensato di “fotografare” in una commedia teatrale quel periodo incredibile per ognuno di noi. Dalla finestra di casa vedo una grande piazza al centro di Roma. Quella piazza era completamente deserta. Solitudine, isolamento, spaesamento, smarrimento. Ogni giorno, alle sei del pomeriggio, eravamo tutti inchiodati davanti alla tv ad ascoltare il bollettino di morte. 

Come nasce “Ci sono giorni che non accadono mai”

Volevo raccontare l’impotenza dei sentimenti in quel tempo in cui eravamo come sospesi dalla vita, così come l’avevamo sempre vissuta. Così ho pensato a due persone adulte che si erano conosciute anni prima su Facebook e che prendono l’abitudine di telefonarsi ogni giorno, rompendo con quel piccolo ritmo l’ozio di giornate tutti eguali. 

I due protagonisti non potrebbero essere più diversi, lui intellettuale romano, lei commessa in un negozio dei colli piacentini. Quella solitudine li spinge a confidarsi, si lasciano andare, si raccontano la reciproca insoddisfazione con i propri partner. Rapporti stanchi, spenti, opachi. La solitudine ne amplifica la crisi. Presto le confidenze sentimentali diventano sessuali. Cominciano a comportarsi come se stessero insieme, fisicamente insieme, come se fossero fidanzati. 

Musiche di Ennio Morricone, Castellitto e Ferrari i protagonisti

Ma è un amore virtuale nato sulla piattaforma virtuale di Facebook, è un viaggio mentale che diventa un gioco al massacro. Un’allucinazione. Per le musiche chiesi aiuto a Ennio Morricone, che mi conobbe quando ero adolescente e che per me è stato come un secondo padre. Mi chiese la trama, mi disse di richiamarlo dopo due giorni. Lo chiamai e cominciò a fischiettare al telefono una musica meravigliosa, epica e malinconica, un Morricone doc. Ua musica circolare, a spirale, che rispecchia al cento percento quella storia folle, una storia che fiorisce e si accartoccia su se stessa prima ancora di nascere. 

Scrissi la pièce teatrale a marzo, andammo in scena a luglio, quando i teatri riaprirono, benché con i posti contingentati. Fu un vero e proprio miracolo. Riuscii ad avere come protagonisti Sergio Castellitto, che tornava a teatro dopo sedici anni, e Isabella Ferrari. Non avevano mai lavorato insieme. 

“Ci sono giorni che non accadono mai” diventa un romanzo

Copertina libro “Ci sono amori che non accadono mai”. Fonte: GoWare

Lo spettacolo si intitola Ci sono giorni che non accadono mai. Fu rappresentato al Ravenna Festival e al Festival di Torre del Lago. Tre giorni prima di debuttare, il 6 luglio 2020, Ennio Morricone morì. Quella per la mia commedia fu la sua ultima musica. Anche e soprattutto per questo motivo, lo spettacolo ebbe grande risonanza. Il Tg1, Sky Tg24, il mio giornale, il Corriere della Sera, gli dedicò ampio spazio, e così altri quotidiani. Arrivarono richieste da teatri di Milano, Roma, Palermo. Ma le sale, a causa della pandemia, richiusero. E io mi ero affezionato a quei due personaggi. Allora li ho fatti rivivere, li ho tolti dal palcoscenico e li ho trasferiti sulla carta di un romanzo. La casa editrice GoWare ha voluto mantenere praticamente lo stesso titolo: da Ci sono giorni che non accadono mai a Ci sono amori che non accadono mai. 

Qualcuno mi ha chiesto perché una storia così dolorosa. Ci sono mille risposte. Ne scelgo una, che non si trova nei miei due scritti pervasi dalla sconfitta dei sentimenti. Se Peppino Patroni Griffi scrisse l’opera teatrale “D’Amore si muore”, è altrettanto vero che d’amore si vive. Fuori dalle battute, come dicevo prima, volevo una narrazione in tempo reale, ho cercato il sentimento del tempo. La gente, uscendo dalle recite, si era identificata, diceva di aver condiviso esperienze simili in quei giorni, tanti avevano riallacciato rapporti con compagni di classe e amici che non sentivano da anni, fantasticando chissà cosa tra rimpianti e rimorsi. Il lockdown, quello duro, ha risvegliato in tanti di noi sogni, incubi, ossessioni, démoni, fantasmi. 

Valerio Cappelli

La sfida è stata di cercare di rendere avvincente una storia che già dal titolo si sa come andrà a finire, mantenendo alta la suspence. Aldo Cazzullo, che ha scritto la prefazione del romanzo, l’ha definito un thriller dell’anima. Volevo anche raccontare un amore in età adulta, in genere lo si racconta poco. Quei due si amano come si amano gli adolescenti. Sono due giovani di una certa età che si comportano come due sprovveduti. Una storia slabbrata, storta, sbagliata. In un battibaleno mandano all’aria certezze, legami, il loro passato. Ma se lui si offre con tutta la sua fragilità e vulnerabilità, e non è un Peter Pan in cerca d’avventure, lei, l’ex reginetta di bellezza dei colli piacentini, poco colta ma sofisticata, con un grande senso estetico, ha un disegno…Mi fermo qui. Un’ultima cosa. Io appartengo al mondo della musica classica e nella scrittura ho cercato un ritmo percussivo, ostinato, implacabile. Ho pensato a un’immagine che ricorre nei film di Truffaut, l’ondeggiare della gonna sul ginocchio di una donna che cammina. 

Buona lettura, per chi vorrà.

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