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Borsa e spread, giornata no: sui mercati pesano il rallentamento dell’economia e il mal di Spagna

A metà giornata Piazza Affari perde l’1,6% – Negativi tutti i listini ma la riscossa può venire da Wall Street: il rallentamento dell’industria tedesca riaccende il pessimismo – Le incertezze spagnole rilanciano il rischio sovrano e pesano sullo spread Btp-Bund che è attorno a quota 310 – Giù le banche mentre le assicurazioni fanno i conti con Solvency 2

Borsa e spread, giornata no: sui mercati pesano il rallentamento dell’economia e il mal di Spagna

L’INDUSTRIA RALLENTA, LE BORSE PURE

E LO SPREAD SFIORA DI NUOVO 310 BP

Mattinata negativa per le Borse, investite da una nuova ondata di pessimismo. L’indice FtseMib scende dell’1,6% a quota 16.449. Listini in calo, per il quarto giorno di fila, nel resto del Vecchio Continente: Londra -1,1%, Parigi -1,6%, Francoforte -1,8%. Pesano i dati preliminari cinesi che mostrano una contrazione nella produzione manifatturiera. Indicazioni negative anche dall’indice manifatturiero tedesco. Oggi la riscossa potrebbe arrivare con i dati Usa sulle nuove richieste di disoccupazione e i prezzi delle case.

Le quotazioni del petrolio hanno accelerato al ribasso: Wti a 105,9 dollari al barile (-1,25%), Brent a 123,1 dollari (-0,9%). In forte ribasso anche Eni -1,9% e gli altri petroliferi: Saipem -2,6% e Tenaris -2,5%.

Preoccupa, intanto, l’allargamento dello spread, in coincidenza con l’acuirsi delle tensioni sull’articolo 18. Dopo aver superato quota 300 ieri, stamani il premio di rendimento decennale ha superato quota 310: dopo un picco a 313 lo spread e’ rallentato a 309.

A gettare acqua sul fuoco ci pensa il presidente della Bce. Per la zona euro “il peggio e’ passato” e anche se “ci sono ancora dei rischi, la situazione si stabilizza” ha sostenuto Mario Draghi, in una intervista rilasciata alla Bild, la prima dal suo arrivo a Francoforte. Il numero uno dell’Eurotower ha anche minimizzato riguardo i presunti conflitti con il governatore della Bundesbank, Jens Weidmann, e ha negato qualsiasi spaccatura tra Europa settentrionale e meridionale: “Non c’e’ alcun fossato tra Nord e Sud. Il tempo dei conflitti e’ finito”.

Fra le blue chip i cali maggiori riguardano le banche (Stoxx -1,3%). Unicredit scende dell’1,9%, Intesa -1,9%, Banco Popolare arretra del 3,3% dopo il buon rialzo di ieri. Analoga caduta nel resto d’Europa, dalla spagnola Bbva -2,7% a BnpParibas -2%.

In particolare, prosegue il calo di Generali, in ribasso dell’1,6%. Intanto il Parlamento europeo ha approvate le linee guida della nuova normativa sul livello di solvibilità delle assicurazioni, conosciuto come Solvency II, le nuove regole saranno introdotte a partire dal 2014. Il nuovo testo prevede delle modifiche che rispondono alle pressioni degli assicuratori ma potrebbe comunque rappresentare un problema per le assicurazioni italiane che al momento hanno margini di solvibilità deboli. In evidenza Premafin +2,13% dopo il via libera “ufficioso” delle banche alla ristrutturazione del debito.

Dopo un avvio brillante si fermano le utility: Atlantia, pur sostenuta da Morgan Stanley, perde lo 0,3%, Terna -0,2% (promossa a buy da Deutsche Bank) . In discesa anche i valori industriali: Fiat -2,1%, Finmeccanica -3,3%, Pirelli -1,9%, Fiat Industrial -2,3%.

In discesa Maire Tecnimont -5,3%. La società ha comunicato ieri sera di avere chiuso il 2011 con Ebitda negativo per 305 milioni di euro (+133 milioni nel 2010). I ricavi sono saliti a 2,64 miliardi di euro (+4,4%). La perdita netta è 296 milioni di euro. A zavorrare i conti del gruppo è stata ancora una volta la divisione energia.

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