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Borsa, 2018 da incubo: Milano in rosso, ecatombe bancaria

Il 2018 delle Borse europee si tinge di rosso intenso, con i listini che chiudono l’anno con perdite a doppia cifra – A Piazza Affari soffrono tutti gli indici, mentre il peso della Borsa di Milano sul totale dell’economia italiana registra una caduta verticale – Ecco come sono andati i titoli del Ftse Mib

Borsa, 2018 da incubo: Milano in rosso, ecatombe bancaria

Il forte rimbalzo dell’ultima seduta ha permesso di chiudere l’anno borsistico con un po’ di ottimismo in più, ma non è certo bastato a colmare le perdite accumulate nel corso del 2018.

Quello che sta per concludersi, per le Borse europee, è stato un vero e proprio annus horribilis caratterizzato dal ritorno della volatilità e dalla perdita di fiducia da parte degli investitori nell’azionario globale. Prese di beneficio dopo un 2017 da incorniciare per alcuni, inizio dell’orso per altri.

Diversi i motivi alla base di questo andamento, dal rallentamento della crescita alla preoccupazione relativa ai conflitti commerciali internazionali (leggasi Usa e Cina in primis), passando per lo spauracchio Brexit che si accinge a diventare realtà. Parlando dei singoli Stati, le tensioni interne non hanno risparmiato nessuno: la Spagna con le intemperanze catalane, la caduta di Mariano Rajoy e l’arrivo di Pedro Sanchez al potere; la Germania con le difficoltà della CDU e il prossimo ritiro di Angela Markel, la Francia con i gilet jaunes. E poi ovviamente c’è l’Italia, regina d’incertezza in questo 2018, prima a causa delle vicissitudini post-elettorali poi per l’assurdo braccio di ferro intrapreso con l’Unione Europea sulla manovra, conclusosi solo pochi giorni fa con un accordo che per molti ha avuto il sapore della resa.

Fenomeni che si sono ripercossi sulla performance delle Borse continentali che hanno archiviato il 2018 con un risultato senza appello: rosso vermiglio, con perdite in doppia cifra.

IL 2018 DELLE BORSE EUROPEE

Saranno in molti a stupirsi, ma lo scettro di “Borsa peggiore del 2018” non va a Piazza Affari. A registrare la peggior performance tra le Borse europee è infatti Francoforte, con un ribasso del 18,2%. Al secondo posto, e forse non poteva essere altrimenti, c’è Milano con un rosso del 16,1%. Terzo gradino del podio per Madrid con il suo -15,5%. Perdita a doppia cifra anche per Parigi che chiude l’anno con un -12,1%.

Fuori dall’Eurozona continua la scia di rosso intenso: -12,4% per Londra, -10,2% per Zurigo che, paradossalmente, conquista la palma di “miglior Borsa europea” dell’anno.

IL 2018 DI PIAZZA AFFARI

Analizziamo più da vicino la performance di Milano. Partendo dall’indice principale, come detto, il Ftse Mib ha lasciato sul terreno oltre il 16% del suo valore, scendendo dai 21.853 punti di inizio anno ai 18.324 del 29 dicembre 2018. Un ribasso considerevole se si tiene conto del fatto che nel 2017 il listino principale di Piazza Affari aveva archiviato l’anno con un rialzo del 13,6%.

Fanno ancora peggio gli altri indici:

  • Ftse Italia All-Share: -16,7%,
  • Ftse Italia Mid Cap: -19,55%,
  • Ftse Italia Small Cap: -25,39%
  • Ftse Italia Star: -16,65%,
  • Ftse Aim Italia: -11,98%.

A causa dei ribassi accumulati nel corso del 2018, il peso di Piazza Affari sul totale dell’economia italiana registra una caduta verticale. Secondo i dati di Borsa Italiana (aggiornati al 21 dicembre in questo caso), la capitalizzazione complessiva delle aziende quotate sui mercati di Borsa Italiana è pari a 543 miliardi di euro, una cifra che rappresenta un ribasso del 15,7% rispetto ai 644,3 miliardi di euro di fine 2017.

In rapporto al Prodotto interno Lordo, la capitalizzazione di Piazza Affari, è pari al 33,5% del Pil a fronte del 37,8% di un anno fa e del 31,8% del 2016.

Tornando sulle società, a fine 2018 sono 357 le aziende quotate sui mercati di Borsa Italiana, 18 in più di un anno fa: 242 sull’Mta (74 Star), 2 su Miv e 113 su Aim Italia.

IL 2018 DELLE BLUE CHIP: ECCO I TITOLI MIGLIORI

Veramente arduo trovare dei segni positivi se si scorre l’elenco dei titoli del Ftse Mib nel 2018. Vendite molto forti hanno colpito la stragrande maggioranza delle azioni, con le banche in balia di una vera e propria tempesta.

Cominciamo però con le notizie buone. La miglior performance del 2018 è stata registrata dal “re dei titoli difensivi”: Campari, che chiude l’anno con un rialzo del 14,38%. Secondo posto in classifica per un pezzo da 90 del calibro di Poste Italiane che archivia il 2018 con un bel +10,93%. Al terzo posto troviamo invece la moda con Moncler (+10,3%), unico titolo italiano a salvarsi dalla pioggia di vendite che ha colpito il settore.

Tra le altre società che sono riuscite a salvarsi figurano: A2A (+2,12), Terna (+1,57%), FinecoBank (+2,28%), Unipolsai (+1,08%).

Prima di andare avanti occorre però una precisazione: all’interno di questa mini classifica non abbiamo considerato le prestazioni di Juventus e Amplifon, vale a dire le due matricole del Ftse Mib, entrate nel listino principale il 27 dicembre. Se lo avessimo fatto, la medaglia d’oro sarebbe andata alla Juventus, che dopo l’incredibile cavalcata del 2017 (+153%), continua a galoppare chiudendo il 2019 con un rialzo del 38,9%. Bene anche Amplifon: +8,3%.

BORSA 2018: LA TEMPESTA DI VENDITE SULLE BLUE CHIP

Anno durissimo per le altre blue chip italiane, in totale balia dell’incertezza politica che ha attanagliato il Paese e del rallentamento della crescita economica italiana.

Impossibile non cominciare dalle banche, vittime di un vero e proprio tiro a bersaglio e zavorrate anche dalle oscillazioni schizofreniche dello spread. Nel comparto le perdite sono tutte a doppia cifra: Unicredit (-37%), Banca Generali (-35,05%), Ubi Banca (-31,18%), Intesa Sanpaolo (-30%), Banco Bpm (-25,22%), Bper (-20,54%). Fuori dal Ftse Mib, Carige (-81,7%), Mps (-61,9%).

In rosso la galassia Agnelli con Cnh che porta a casa le perdite più ingenti (-29,77%). In forte rosso anche Fca (-15,55%) ed Exor (-7,4%), ribasso circoscritto per Ferrari (-1,42%).

Contengono le perdite le utility, con Enel che chiude l’anno perdendo il 2,16% e Italgas che cede il 2,2%. Tra i petroliferi stabile Eni (-0,8%), anno pesante per Saipem (-14,7%) e Tenaris (-28,4%).

La lotta tra Elliott e Vivendi manda in profondo rosso il titolo Telecom Italia (-33,24%), mentre su Stm (-33,3%) si abbatte la crisi dell’Hi-tech.

Tra gli industriali soffre Leonardo (-22,68%), perdita del 31,64% per Atlantia che ha pagato il prezzo del crollo del Ponte Morandi e degli attacchi del Governo nei confronti della controllata Autostrade. Peggior titolo del Ftse Mib nel 2018 è Azimut Holding, in calo del 40,3%, che proprio a fine anno si è trovata ad affrontare un cambio al vertice dopo le dimissioni dell’ad, Sergio Albarelli.

I dati sono quelli pubblicati dal sito di Borsa Italiana, aggiornati al termine della seduta del 28 dicembre, ultima del 2018.

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