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Bonomi mette in vendita Ducati a un miliardo

Andrea Bonomi, presidente di Investindustrial, fondo proprietario di Ducati, ha annunciato al Financial Times la sua intenzione di vendere il produttore di moto di Borgo Panigale per una cifra che si aggirerebbe intorno al miliardo di euro – In prima fila per l’acquisto Mahindra, Bmw e Volkswagen – Nel 2012 vendite record per Ducati.

Bonomi mette in vendita Ducati a un miliardo

La Ducati finisce in vendita. Il noto marchio motociclistico italiano potrebbe passare di mano molto presto. Lo ha annunciato al Financial Times Andrea Bonomi, presidente di Investindustrial, fondo di private equity proprietario di Borgo Panigale, affermando inoltre che “Ducati è una società in perfetta salute, ma per crescere ancora ha bisogno del sostegno di un partner industriale a livello mondiale”. Bonomi ha intenzione di vendere il produttore di due ruote ad un prezzo vicino a 1 miliardo di euro, il triplo dell’investimento iniziale.

Lo scorso anno Investindustrial aveva dato mandato a Deutsche Bank e a Goldman Sachs di sondare una quotazione in Borsa di Ducati a Hong Kong, dopo il delisting del 2008, ma quest’ipotesi sembra adesso essere definitivamente tramontata, lasciando spazio alla probabile vendita a un concorrente o a un grande gruppo automobilistico.

Le indiscrezioni vogliono che i gruppi più vicini all’acquisto siano il produttore indiano di moto Mahindra oppure i colossi tedechi Bmw e Volkswagen, oltre alla Mercedes, che ha smentito ogni interesse ad una partecipazione di capitale, ma con la quale Ducati ha stretto nel 2010 un fruttoso rapporto di collaborazione.

Anche se nell’ultima MotoGP i successi hanno stentato ad arrivare, nonostante il celebrato avvento di Valentino Rossi nelle file della scuderia italiana, fuori dalle piste il 2011 è stato un anno molto redditizio per Ducati, che con circa 42.000 moto vendute nel mondo ha fatto segnare il suo record storico, arrivando a detenere una quota sul mercato delle moto sportive del 10,5%, in crescita di due punti netti rispetto al 2010.

Il fatturato del 2011 sarà vicino ai 480 milioni di euro, con un incremento di quasi il 20% rispetto all’anno precedente, ma la società ha in carico debiti pari a circa l’1,7% degli utili prima degli interessi, svalutazione e ammortamenti, un risultato non soddisfacente se paragonato con quello della maggioranza delle aziende in portafoglio private equity.

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