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Berlusconi delude davanti alle Camere: nè scatto nè discontinuità nella politica anti-crisi

L’atteso intervento del premier in Parlamento delude le attese: nessuna reale novità sulla crescita e sul debito pubblico – Malgrado il pressing del Quirinale e i consigli della Banca d’Italia dal presidente del Consiglio non arriva nessun segnale forte in grado di rispondere alla turbolenza del mercato – E’ ora di voltare pagina

Berlusconi delude davanti alle Camere: nè scatto nè discontinuità nella politica anti-crisi

Chi si aspettava lo scatto sulla crescita, caldeggiato dal presidente Napolitano, o la discontinuità, invocata dalle parte sociali, resta profondamente deluso. L’attesissimo discorso alle Camere del premier Silvio Berlusconi è pieno di appelli alla buona volontà di tutti e di qualche autocelebrazione di troppo, di analisi parzialmente condivisibili e di ammissioni giuste anche se tardive sulla gravità della crisi, ma manca del tutto della materia prima più importante: di fronte all’evidente crisi di fiducia e al palese rischio politico che investe in pieno l’Italia e che rende la crisi internazionale assai più gravosa per il nostro Paese, nel discorso di Berlusconi non c’è nessuna novità di rilievo e nessun segnale forte di cambiamento che possa essere apprezzato dai mercati e dall’Italia che lavora, che produce e che risparmia.

Il pressing del Quirinale e i consigli della Banca d’Italia lasciavano sperare che il premier decidesse, sia pure in extremis, di volare alto e di affrontare la crisi per le corna. Da più parti gli era stato consigliato di anticipare al 2012 il pareggio di bilancio previsto dalla manovra del 6 luglio per la prossima legislatura e da più parti gli era stato ricordata l’importanza dell’agenda Draghi per le riforme e per la crescita. Sfortunatamente né sul debito né sulla crescita il Cavaliere ha saputo fornire risposte all’altezza dell’emergenza finanziaria, che è sì internazionale ma in questo momento è particolarmente italiana e buon per lui e per noi che una scelta di elementare saggezza ha collocato il suo discorso alle Camere a mercati chiusi. Ma di fronte a un intervento così deludente non c’è da farsi troppe illusioni sulla risposta che i mercati daranno fin da domani.

Berlusconi ha detto che è pronto ad ascoltare sia le proposte delle opposizioni che quelle delle parti sociali al tavolo che si apre domani e la speranza di un radicale e urgente cambiamento sul debito e sulla crescita è l’ultima a morire, ma il tempo è ormai scaduto. O il miracolo arriva nel giro delle prossime 24-48 ore oppure – di fronte alla manifesta impotenza e incapacità di governare dell’Esecutivo in carica – per il Paese sarebbe meglio voltare rapidamente pagina e pensare a un governo d’emergenza presieduto da una personalità di indiscutibile credibilità. Avere la maggioranza numerica in Parlamento non equivale a saper governare e più eloquenti di cosi i fatti non potrebbero essere. Ha mille ragioni Sergio Marchionne nel mettere in evidenza la crisi di leadership che l’Italia vive e a ricordare che altrove un premier si dimette per molto meno di quanto sta succedendo da noi. 

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