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Ubi contro Ops Intesa in tribunale, rinvio per Rcs-Blackstone

Nuova mossa di Ubi Banca contro l’Ops di Intesa Sanpaolo che chiede a un tribunale di considerarla decaduta per effetto della pandemia – Lodo interlocutorio sul contenzioso tra Cairo e Blackstone per la vendita della sede del Corriere della Sera

Ubi contro Ops Intesa in tribunale, rinvio per Rcs-Blackstone

Si arroventa lo scontro tra Ubi Banca e Intesa Sanpaolo sull’Ops lanciata il 17 febbraio da quest’ultima sull’istituto guidato da Victor Massiah.

Ieri il cda di Ubi Banca ha deliberato l’avvio di un’azione giudiziale, che finirà davanti a un tribunale, per accertare se, a causa del Coronavirus, l’offerta pubblica di scambio lanciata da Intesa Sanpaolo e i conseguenti effetti di passivity rule su Ubi non risultino superati dai fatti e quindi decaduti.

Non è la prima mossa difensiva che Ubi Banca compie, dopo l’iniziativa promossa davanti alla Consob a tutela dei suoi stakeholder, per contrastare l’Ops di Intesa e tutelare i propri diritti soggettivi, oltre a quelli degli investitori: è il segnale che la battaglia resta apertissima, anche se il Ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, ha detto e ripetuto anche l’altro giorno che non ha nessunissima intenzione di recedere dall’offerta, che ritiene più strategica che mai dopo l’emergenza aperta dalla pandemia.

In realtà, è convinzione di molti osservatori che, al di là dei pareri dei tribunali e delle Authority di vigilanza, il vero esito dell’Ops di Intesa su Ubi Banca sarà il mercato a deciderlo, soprattutto i grandi fondi internazionali che figurano tra gli azionisti della banca di Massiah e che devono decidere da che parte stare, ossia se aderire o meno all’offerta di Messina.

Ma, oltre alla scontro tra Ubi Banca e Intesa, c’è un’altra questione che tiene con il fiato sospeso il mercato, la comunità finanziaria, le società coinvolte e che indirettamente riguarda anche Intesa. Si tratta del contenzioso avviato da Urbano Cairo, primo azionista di Rcs, la società che pubblica il Corriere della Sera, contro il fondo americano Blackstone per la vendita dell’immobile di via Solferino, dove il Corriere ha sede.

Cairo ritiene che il prezzo a cui i vecchi azionisti di Rcs hanno venduto l’immobile milanese sia stato troppo basso e ha per questo avviato una causa contro Blackstone, malgrado le perplessità da tempo manifestate da soci e finanziatori attuali come Intesa, che temono conseguenze negative per i bilanci di Rcs nel caso in cui la causa non andasse a buon fine.

Ieri il collegio arbitrale ha emesso un lodo salomonico che dà ragione ad entrambi e a nessuno dei contendenti e che in pratica rinvia la contesa ai tempi supplementari. Il collegio arbitrale sostiene che la vendita dell’immobile del 2013 è valida ed efficace, ma non esclude che il prezzo possa essere rivisto: tuttavia, non avendo le competenze tecniche per valutare il merito dell’affare, rinvia il tutto a due consulenti tecnici.

Cairo ritiene il pronunciamento del collegio arbitrale “una pietra miliare” per poter chiedere una revisione del prezzo di vendita e un risarcimento, ma, essendo stato ritenuto valido il contratto e non intendendo Rcs impugnare la sentenza, il fondo Blackstone ha la possibilità di far ripartire la causa presso il tribunale di New York e di chiedere a sua volta un risarcimento multimilionario a Cairo e a Rcs. Insomma, giochi aperti e tempi lunghi.

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