Condividi

Trevi Group, l’azienda italiana che costruisce in tutto il mondo: nuove commesse in Usa e Africa

L’impresa romagnola, fondata e guidata dalla famiglia Trevisani e leader dell’ingegneria del sottosuolo, si è aggiudicata nuove commesse dopo aver contribuito alla nuova Biblioteca di Alessandria d’Egitto e al rifacimento del World Trade Center di New York – Prosegue l’internazionalizzazione: presente in 80 Paesi, ormai solo il 10% del business è in Italia.

Trevi Group, l’azienda italiana che costruisce in tutto il mondo: nuove commesse in Usa e Africa

Trevi Group sempre più leader mondiale dell’ingegneria del sottosuolo. L’azienda di Cesena, guidata dalla famiglia Trevisani, è nata cinquant’anni fa come ditta di costruzione di parcheggi, ma ormai costruisce di tutto e in tutto il mondo. Lo testimonia il fatturato, in costante crescita e ormai prossimo a raggiungere il miliardo di euro; lo testimonia il fatto che adesso solo il 10% degli affari vengono svolti in Italia, dove c’è troppa crisi (mentre negli Usa il 25%); lo testimonia ancora il fatto che il gruppo ha più di 40 sedi nel mondo, con una presenza in oltre 80 Paesi.

Un successo certificato dalla società di consulenza A.T. Kearney che ha collocato Trevi al primo posto fra le realtà internazionali che nonostante la crisi hanno registrato un tasso di crescita sia a livello di fatturato che di performance finanziaria (a Piazza Affari il titolo è stato il secondo best performer a 10 anni).

“Il gruppo negli ultimi due anni si è consolidato, diversificando la sua attività, dalle costruzioni del sottosuolo al drilling (porti e piattaforme petrolifere, ndr)”, ha detto Stefano Trevisani, amministratore delegato di Trevi, fondata da suo padre Davide 50 anni fa.

A confermare ulteriormente questo trend sono le nuove importanti commesse che il gruppo si è aggiudicato proprio in questi giorni, e che si aggiungono a quelle già prestigiose della diga di Ertan in Cina, della costruzione della nuova Biblioteca di Alessandria d’Egitto, del ponte Vasco de Gama a Lisbona e soprattutto del nuovo World Trade Center a New York.

Le nuove commesse arrivano da Stati Uniti ed Africa per un valore complessivo di oltre 75 milioni di dollari. La Trevi Icos Corporation, società controllata del Gruppo Trevi negli Usa, si è aggiudicata un contratto a Boston che prevede la realizzazione di fondazioni speciali per la costruzione della torre residenziale denominata “The Kensington” che sorgera’ nell’originario sito di “Filene” nel centro di Boston.

Tale progetto s’inserisce nel piano di riqualificazione urbanistica del centro di Boston promosso dal sindaco Menino che ha avviato con successo varie altre iniziative tra le quali: il Teatro Paramount, il Teatro dell’Opera di Boston e l’albergo Ritz-Carlton. I lavori di cantierizzazione sono gia’ stati avviati ed il completamento del lavoro e’ previsto entro l’anno 2012. Il nuovo complesso residenziale, grazie al quale saranno creati 400 nuovi posti di lavoro, prevedera’ nello specifico la realizzazione di una torre di 27 piani, su di una superficie totale pari a circa 44.900 metri quadrati.

Sempre negli Usa, il Distretto di Jacksonville (Florida) del Genio Militare delle Forze Armate degli Stati Uniti ha assegnato a Trevis Icos South Inc. un contratto per lavori di straordinaria manutenzione a “Herbert Hoover Dike” sul lago Okeechobee in Florida. Il progetto prevede l’esecuzione di alcuni lavori di consolidamento di una sezione del diaframma continuo lunga 990 metri nelle prossimita’ del Porto di Mayaca.

In Africa invece la famiglia cesenate si è aggiudicata un importante contratto per la realizzazione delle banchine di un porto marittimo privato, destinato ad essere utilizzato da compagnie petrolifere.

E in Italia? “Da noi queste opere diventano di attualità solo quando il Paese viene colpito da calamità, come l’alluvione di Genova”, ha spiegato ancora a Panorama l’ad Stefano Trevisani.

Ma Trevi è anche all’avanguardia nella lotta all’inquinamento, grazie alla costruzione di metropolitane. E in questi caso ci sono progetti anche sull’Italia. “Stiamo sviluppando le infrastrutture sotterranee di Roma, Napoli e Firenze, mentre all’estero in 30 anni abbiamo partecipato alla realizzazione di 50 metrò. Le prossime saranno Copenaghen, Singapore, Algeri e Panama”.

Insomma, mentre l’Italia arranca, un’azienda italiana sta costruendo il mondo.

Commenta