Condividi

Telecom difende la conversione delle risparmio ma ormai è guerra con Vivendi

I vertici di Telecom Italia rispondono agli attacchi di Vivendi difendendo la proposta di conversione delle azioni di risparmio e rimettendo all’assemblea del 15 la decisione di dar corso nell’operazione ma ormai è guerra perchè il no francese impedirà l’approvazione della conversione e spiana la strada al cambiamento generale del board

Telecom difende la conversione delle risparmio ma ormai è guerra con Vivendi

Vigilia al calor bianco per l’assemblea di martedì di Telecom Italia. Ha all’ordine del giorno la conversione delle azioni di risparmio in ordinarie e l’allargamento a Vivendi del consiglio d’amministrazione ma, salvo sorprese dell’ultima ora, si concluderà con la bocciatura di entrambe le operazioni e con la guerra in casa che prelude al ribaltone dei vertici espressione dell’ex Telco.

Ieri Telecom Italia ha risposto a Vivendi che aveva preannunciato la propria disapprovazione della conversione delle risparmio, difendendo l’operazione perchè concepita “nell’interesse della Società e di tutti i suoi azionisti” e perchè lanciata “in un momento di mercato che appariva particolarmente favorevole” dopo aver “scrupolosamente adempiuto ai propri obblighi informativi”. 

I vertici di Telecom hanno alla fine rimesso alla valutazione dell’assemblea di martedì prossimo “la decisione di dar corso alla proposta operazione di conversione”.

Ma ormai è guerra: in assemblea Vivendi ha i numeri per impedire, come minoranza di blocco, l’approvazione della conversione mentre, a loro volta, i fondi hanno la forza per bocciare l’allargamento del consiglio d’amministrazione e per evitare l’ingresso dei quattro nuovi consiglieri chiesti da Vivendi, che è il primo azionista e che vorrebbe riequilibrare i rapporti di forza al vertice.

La doppia bocciatura non finirà però qui, ma aprirà inevitabilmente la strada al ribaltone al vertice con l’azzeramento dell’attuale cda, che è espressione dell’ex Telco (Mediobanca, Generali, banche) e che non riflette più i cambiamenti intervenuti nell’azionariato soprattutto con l’arrivo in forze di Vivendi e con quello in vista di Xavier Niel.

Martedì sarà il primo round ma il terremoto è alle porte.

Commenta