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Successo dell’asta Bot, ma le banche azzoppano la Borsa

I rendimenti dei Bot semestrali scendono al livello di settembre 2010 – Il tracollo di Ubi (-6%) contagia banche e Borsa. a metà giornata Milano perde l1,5% – In caduta libera anche Finmeccanica – In controtendenza Telecom Italia, che prosegue il recupero, e impregilo dopo il riassetto azionario e le voci di Opa

Successo dell’asta Bot, ma le banche azzoppano la Borsa

Partenza in ribasso per I listini europei. Come previsto dopo l’esito, non esaltante, del G20. Intanto contribuisce a complicare il quadro la tensione al rialzo dei prezzo del greggio. Il calo maggiore è della Borsa di Milano, dove l’indice FtseMib scende dell’1,57%, a quota 16.222. Londra arretra dello 0,78%, Parigi e Francoforte perdono l’1,15%.

E’ in questo scenario che il Tesoro ha fatto il bis sul fronte dei titoli di Stato, dopo l’ottimo risultato dell’asta dei Ctz e dei Btpi di venerdì scorso. Il risultato è stato molto positivo: il rendimento medio dei Bot a sei mesi nell’asta di oggi è sceso ai minimi da settembre 2010. Il Tesoro ha collocato 8,75 miliardi di titoli semestrali con un rendimento medio dell’1,202%, dall’1,969% del collocamento del 27 gennaio. La domanda ha superato l’offerta di 1,36 volte, contro l’1,35 precedente. Sono stati collocati anche “flessibili” a 295 giorni per un totale di 12,25 miliardi di euro, il massimo importo previsto, con rendimenti in calo. In questo caso i il tasso è stato dell’1,29%

Dopo l’asta lo spread tra Btp e Bund è tornato a scendere sotto quota 360 punti base (359,5) con il rendimento del decennale italiano al 5,48%. Il differenziale tra Bonos spagnoli e Bund e a 318 punti base e quello tra i decennali francesi e tedeschi a 106,7. L’esito positivo ha inciso poco sulla la tendenza negativa dei listini azionari, che proseguono al ribasso.

Inchioda, in particolare, il settore auto (indice Stoxx -2,5%) a partire dai big big tedeschi: Daimler -2,7%, Bmw -2,4%, Volkswagen -2,4%. A Milano Fiat scende dello 0,79%, Fiat Industrial dell’1,38% e Pirelli dell’1,59%.

Fra le banche, il ribasso più forte è di Ubi (– 5,58%), declassata da Deutsche Bank a sell. Non giova il fatto che l’ad Victor Massiah abbia dichiarato che una decisione sul dividendo non è ancora stata presa.

Il resto del settore paga anche la fine del divieto delle vendite allo scoperto sui titoli finanziari: Unicredit scende del 2,41%, Intesa -2,48%, Banco Popolare -4,8%. Netto ribasso anche per MontePaschi -5,8%.

Pesa su Finmeccanica -6,3% la decisione del governo indiano di aprire un’inchiesta per verificare la congruità del prezzo di 12 elicotteri acquistati dalla società italiana. E’ la prima ricaduta nel business della tensione con New Dehli dopo l’arresto dei due marò incriminati per la morte di due pescatori.

Al contrario, favorevole accoglienza per l’accordo su Impregilo, che sale del 2,61% dopo che Gavio ha acquistato la quota di Atlantia ed è diventato il maggiore azionista con il 29,9%. Il mercato annusa aria d’Opa da parte del socio concorrente, Salini, che ha il 20%. Sias, la società autostradale del gruppo Gavio, sale dell’1% dopo l’accordo con i Benetton, ai quali ha venduto per 560 milioni la sua quota della holding autostradale del Sud America.


Nuova sospensione per eccesso di rialzo per
Premafin. Al contrario, FondiariaSai cade in ribasso dell’8%, seguita da Unipol -1,4. Continua il recupero di Telecom Italia (+2,83%) dopo i buoni conti d’esercizio. Moody’s giudica “positivo” dal punto di vista del merito di credito il taglio del dividendo annunciato venerdì. “La mossa di Telecom è positiva per il credito – si legge nel consueto Weekly Credit Outlook dell’agenzia di rating – perchè contribuisce a preservare la liquidità per sostenere gli sforzi di riduzione del debito del gruppo”. 

 

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