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Stress test: che cosa cambia per le banche e per i cittadini

I risparmiatori non hanno motivo di preoccuparsi, così come 7 delle 9 banche italiane bocciate dalla Bce – Mps e Carige dovranno però mettere sul piatto rispettivamente 2,111 miliardi e 814 milioni: come faranno? – Ecco perché i criteri dei test hanno avvantaggiato gli istituti tedeschi e francesi rispetto a quelli italiani e spagnoli.

Stress test: che cosa cambia per le banche e per i cittadini

Il nome non è dei più rassicuranti, “stress test”, ma i risparmiatori possono stare tranquilli: per loro non cambierà nulla. L’espressione inglese fa riferimento a una serie di simulazioni effettuate fra gennaio e settembre dalla Banca centrale europea e dalla European Banking Authority, che hanno ipotizzato gli scenari economici peggiori per verificare quali banche sarebbero in grado di resistere e quali invece entrerebbero in crisi. Chi non ha superato l’esame è obbligato dalla Bce – che dal 4 novembre assumerà la vigilanza unica delle banche europee – a rafforzare il proprio capitale. Le strade percorribili sono più d’una: aumenti di capitale, dismissioni, bond, aggregazioni.

COSA E’ SUCCESSO DOMENICA?

Il 26 ottobre l’Eurotower ha comunicato i risultati degli ultimi test: su 130 banche europee esaminate, 25 non hanno superato gli stress test,  ma la Bce ha precisato che 12 hanno comunque già varato misure di rafforzamento del capitale. Le altre hanno due settimane di tempo per presentare i piani alla Bce e  fino a nove mesi per attuarli.

QUALI SONO LE BANCHE ITALIANE COINVOLTE? 

Gli istituti italiani che non hanno superato l’esame sono nove, ma solo quattro hanno ancora bisogno di raccogliere nuovo capitale. Fra queste figurano Mps e Banca Carige: alla prima servono 2,111 miliardi, mentre la seconda dovrà trovare 814 milioni.

Oggi, complessivamente, le banche italiane hanno in pancia un tesoretto di 22,6 miliardi in più rispetto alle richieste della Bce, anche al netto delle situazioni di Mps e Carige. La bocciatura tecnica di ben nove istituti è legata al fatto che l’esame dell’Eurotower si è basato sui dati di bilancio al 31 dicembre 2013 e non ha tenuto conto della pioggia di aumenti di capitale e di bond prodotti negli ultimi mesi dalle banche italiane.

Se nel calcolo si includono anche queste operazioni, si salvano cinque dei nove istituti bocciati: Banco Popolare, Bper, Creval, Veneto Banca e Banca Popolare di Sondrio. Per altri due, Bpm e Banca Popolare di Vicenza, basteranno le misure già in via di approvazione.  

COSA CAMBIA PER CHI HA IL CONTO NELLE BANCHE BOCCIATE? CI SARANNO CONSEGUENZE SUI PRESTITI?

Bankitalia assicura che anche gli istituti bocciati dalla Bce hanno un capitale adeguato: sono solidi, non corrono pericoli. Le conseguenze degli stress test si faranno sentire piuttosto a livello di strategie societarie: potrà iniziare un risiko bancario di fusioni e cessioni, ma i depositi e i risparmi dei clienti sono al sicuro. 

Quanto ai prestiti, è vero che la necessità di affrontare le verifiche della Bce e l’esigenza di ripulire i bilanci dai crediti a rischio ha aumentato ancora di più la prudenza delle banche nel far credito. La Bce ha però assicurato che ora, messo il sistema in trasparenza, il credito ricomincerà a defluire verso imprese e famiglie.

DA DOVE PRENDERANNO IL DENARO NECESSARIO MPS E CARIGE?

Il ministro del Tesoro, Piercarlo Padoan, si è detto fiducioso che le banche italiane faranno fronte a queste necessità “con operazioni di mercato”. Traduzione: questa volta lo Stato non dovrebbe mettere sul piatto nemmeno un euro. 

Mps
Fabrizio Viola, amministratore delegato di Mps, ha escluso “categoricamente” che la Banca possa ricorrere nuovamente ad aiuti pubblici, precisando in un’intervista al Sole 24 Ore che l’istituto senese sta valutando “tutte le opzioni, anche una fusione”, pur non avendo trattative in corso. D’altra parte, secondo alcune fonti, Montepaschi starebbe valutando la possibilità di ritardare la restituzione dei Monti bond ancora non rimborsati (pari a circa 760 milioni di euro), magari convertendo il proprio debito in azioni da dare allo Stato. Più difficile la strada dell’aumento di capitale, considerando che per concludere con successo l’ultima operazione di questo tipo Mps ha dovuto fare ricorso due investitori esteri (brasiliani e messicani) che ora controllano la banca insieme alla Fondazione Mps con un 9% del capitale

Carige
Quanto a Carige, lo stesso 26 ottobre l’istituto genovese ha fatto sapere di aver approvato all’unanimità un piano da sottoporre all’approvazione della Bce che prevede un aumento di capitale di almeno 500 milioni garantito da Mediobanca, cui si aggiungono altre operazioni di cessione di asset. Due giorni dopo Carige ha annunciato un accordo per la cessione del proprio ramo assicurazioni ad Apollo Management Holdings per 310 milioni di euro. 

IN CHE SENSO GLI STRESS TEST PENALIZZANO L’ECONOMIA REALE?

Nel dipingere gli scenari più avversi, la Bce ha ipotizzato per l’economia reale uno scenario da incubo, del tutto irrealistico (Pil italiano -6,1% in tre anni, -7,6% per la Germania), ma non ha fatto altrettanto con i mercati finanziari, sottoposti nelle simulazioni a uno “stress” decisamente inferiore. Risultato: le banche tedesche e francesi, decisamente più esposte sul mercato dei derivati, sono state avvantaggiate rispetto agli istituti italiani e spagnoli, che danno più spazio al credito all’economia reale. 

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