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Spagna, oggi il voto di fiducia: Madrid verso elezioni a dicembre

Il 2 settembre il secondo voto. Le possibilità che Rajoy riesca ad ottenere la fiducia sono molto basse – Se entro il 2 novembre la Spagna non avrà un nuovo Premier a Natale si terranno le terze elezioni generali in un anno.

Spagna, oggi il voto di fiducia: Madrid verso elezioni a dicembre

Per la Spagna arriva nuovamente il momento di rimettere in moto l’orologio istituzionale.

Oggi, il Premier uscente e incaricato Mariano Rajoy si presenterà alle Cortes per chiedere la fiducia ai deputati. Nel corso del discorso pronunciato ieri davanti ai 350 deputati del Congresso iberico, il leader del Partito Popular ha rimarcato l’importanza di “votare con responsabilità”. Madrid è senza un Governo da quasi nove mesi. Non sono bastate due tornate elettorali per riuscire finalmente a sciogliere il bandolo della matassa politica in cui versa il Paese. In entrambi i casi Rajoy ha vinto senza però riuscire ad agguantare la maggioranza assoluta necessaria.

Secondo lui, dare alla Spagna un Esecutivo stabile che riesca a portare avanti la crescita economica che la penisola iberica sta mettendo in atto nel corso degli ultimi due anni è un dovere cui i parlamentari non possono più sottrarsi. Tornare alle urne per la terza volta in un anno è un rischio che il Paese può permettersi. In realtà, ad oggi, il “rischio” sembra essersi trasformato in una certezza.

Le possibilità che Rajoy possa uscire oggi dal Congresso con la fiducia in tasca sono praticamente nulle. Nel corso della prima votazione il numero uno del PP avrebbe bisogno della maggioranza assoluta (176 seggi).

Grazie all’accordo stretto con Ciudadanos, i popolari potrebbero ottenere l’ok di 170 deputati su 350 (137 appartenenti allo stesso partito, cui si aggiungono i 32 di C’s e un voto del rappresentante del Partito delle Canarie.) Mancano dunque sei voti.

Un secondo voto di fiducia, a maggioranza semplice, si terrà invece venerdì 2 settembre. Per spuntarla in questo caso il Premier incaricato avrebbe bisogno di almeno 11 parlamentari disposti ad astenersi consentendogli di portare a casa il Governo. Anche stavolta però, le prospettive non sembrano essere delle migliori. L’unico modo per farcela sarebbe far cambiare idea a parte degli 85 deputati del Psoe, il cui segretario generale Pedro Sanchez ha ribadito più e più volte l’intenzione di votare no. Fino allo scorso 29 agosto, Rajoy ha fatto un tentativo per spostare i socialisti verso l’astensione, ma l’incontro con Sanchez non ha prodotto alcun cambiamento.

Da sottolineare che, insiema al Psoe, voteranno contro l’investitura di Rajoy anche i 72 rappresentanti di Podemos e i 24 deputati nazionalisti e indipendentisti catalani e baschi.

Come affermato in precedenza il voto di oggi farà scattare, per la terza volta in un anno, l’orologio istituzionale. Da oggi ci saranno poco più di due mesi di tempo. Nel caso in cui entro il prossimo 2 novembre la Spagna non avrà un nuovo Premier, i cittadini torneranno alle urne a dicembre (si parla già del 25). Una possibilità che ormai non sembra essere più remota ma che al contrario diventa di giorno in giorno più probabile.

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