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S&P, rapporto sul credito: “Le banche italiane hanno tagliato 44 miliardi alle imprese in un anno”

L’agenzia di rating sostiene che per fronteggiare la stretta del credito bancario sempre più aziende italiane, anche di medie dimensioni, aumenteranno il ricorso alle emissioni obbligazionarie, che l’anno scorso hanno raggiunto i 20 miliardi di euro.

S&P, rapporto sul credito: “Le banche italiane hanno tagliato 44 miliardi alle imprese in un anno”

L’anno scorso nel nostro Paese i prestiti delle banche alle imprese sono crollati di 44 miliardi. A lanciare l’allarme è Standard & Poor’s, che avvalora quanto già fatto notare dalla numero uno del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde. in uno studio pubblicato oggi, l’agenzia di rating sostiene che per fronteggiare la stretta del credito bancario sempre più aziende italiane, anche di medie dimensioni, aumenteranno il ricorso alle emissioni obbligazionarie, che l’anno scorso hanno raggiunto i 20 miliardi di euro.

Al momento, ricorda l’agenzia di rating, le aziende italiane ricavano dalle banche il 90% del loro fabbisogno di finanziamento, una fonte destinata a diventare sempre più arida a causa della lunga fase di deleveraging e riassestamento dei conti che attende gli istituti di credito. A spingere le imprese a ricorrere in modo più ingente alle emissioni obbligazionarie contribuiranno secondo S&P anche i recenti interventi normativi che le agevolano, soprattutto dal punto di vista fiscale. 

Si tratta però di un’evoluzione che potrebbe rivelarsi vantaggiosa: “Crediamo che un maggiore ricorso al mercato obbligazionario potrebbe aiutare a migliorare la struttura del capitale delle aziende italiane e ridurne i rischi di rifinanziamento – ha commentato Renato Panichi, analista di Standard & Poor’s – perché allungherebbe i tempi di maturazione dei bond e diversificherebbe la platea di investitori”.

Il processo di progressiva sostituzione di una fonte di finanziamento con l’altra, tuttavia, rischia di essere lungo e difficile, in quanto gli investitori istituzionali italiani non hanno dimostrato finora una grande propensione all’acquisto di obbligazioni di medie imprese, che all’80% attraggono investitori stranieri. Ed è proprio l’assenza di un mercato interno sufficiente, conclude Standard & Poor’s, che ha tenuto finora le emissioni sotto quota 200 milioni di euro.  

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