Condividi

Si scalda la battaglia per Fonsai: parte la scalata di Palladio che è ormai al 10%

La finanziaria veneta sta salendo in Fonsai, spalleggiata secondo voci di mercato da Sator di Matteo Arpe e da Clessidra di Claudio Sposito ma anche da personaggi del calibro di Del Vecchio e da Pelliccioli – Generali tra due fuochi – Stamani Piazza Affari in lieve rialzo – Moody’s declassa mezza Europa e domani l’Eurogruppo vota sul piano greco

Si scalda la battaglia per Fonsai: parte la scalata di Palladio che è ormai al 10%

AL VIA L’OFFENSIVA SU FONSAI. PALLADIO AL 10%

LA MANNAIA DI MOODY’S TAGLIA MEZZA EUROPA

E’ proseguito ieri il volo di Fondiaria-Sai che ha guadagnato un altro 18%. I principali indiziati per gli acquisti sono i veneti di Palladio Finanziaria e i suoi possibili alleati. La finanziaria veneta, secondo i rumors di mercato, sarebbe vicina al controllo di una quota vicina al 10% di Fonsai grazie anche agli acquisti degli alleati. Tra questi, oltre a Sator e Clessidra, potrebbero figurare altri nomi illustri, tipo Leonardo Del Vecchio e Lorenzo Pellicioli di Dea. Una novità, se confermata, ancor più inquietante per i vertici di Mediobanca e per Fabrizio Palenzona, che nella partita Fonsai si gioca l’appoggio degli alleati di piazzetta Cuccia, decisivo per ascendere alla poltrona di presidente in Unicredit. Pellicioli, al pari di Palladio, è azionista di rilievo in Generali, ove ha avuto un ruolo determinante nella cacciata di Cesare Geronzi. Del Vecchio, invece, è uscito dal Leone (in cui era entrato su consiglio di Mediobanca) ma è cresciuto in Unicredit in occasione del recente aumento di capitale.

Insomma, un attacco in piena regola anche per linee interne che vede le Generali fra due fuochi. Alberto Nagel e Renato Pagliaro replicano oggi con una trasferta romana per illustrare ad autorità e ministeri il vantaggio del pian Fonsai-Unipol. In Borsa, intanto, ieri la pressione sul titolo non è mai venuta meno. Gli scambi hanno toccato il volume record di 25,8 milioni di titoli ordinari passati di mano, pari a poco più del 7% del capitale ordinario. Il controvalore è stato di oltre 40,9 milioni di euro. Da inizio mese è stato un crescendo di volumi scambiati: in totale sono transitati a Piazza Affari 122,2 milioni di pezzi, pari al 33,2% delle azioni Fonsai ordinarie. Il prezzo nel frattempo passato dagli 0,63 euro del 30 gennaio agli 1,36 euro della chiusura di ieri. Unipol, intanto, ieri ha perso il 2%. Generali, invece, è salita dello 0,7%.

La mannaia delle società di rating non si ferma. Moody’s ha annunciato la retrocessione del rating di sei Paesi europei, tra cui l’Italia, la cui pagella scende da A3 ad A2 con un outlook negativo. Va peggio alla Spagna che perde due posizioni da A3 ad A1. Il Portogallo passa da Ba3 a Ba2. In discesa anche la valutazione di Slovacchia, Slovenia e Malta. Moody’s ha anche lanciato un warning su Francia e Regno Unito che potrebbero perdere entrambe il rating Aaa. Da ieri Oat e Gilt hanno un outlook negativo, al pari dei bond emessi dall’Austria.

IL GIAPPONE VARA UN NUOVO PIANO DI STIMOLI

UE, VOTO NON SCONTATO PER GLI AIUTI ALLA GRECIA

La decisione di Moody’s ha condizionato, al ribasso, la prima parte della seduta asiatica. Poi, a sorpresa, è scesa in campo la Bank of Japan allargando i cordoni della Borsa: il programma di stimoli all’economia sale a 65 mila miliardi di yen (835 miliardi di di dollari). La Borsa ringrazia: l’indice Nikkei 225 si avvia alla chiusura a +0,48%. In pratica invariato l’Hang Seng di Hong Kong.

Con il drammatico voto di domenica sera, per ora la Grecia è ancora nell’euro. La Borsa apprezza, ma percepisce anche tutta la precarietà di una situazione che non può definirsi risolta solo perché il Parlamento di Atene ha approvato il nuovo piano di austerità. Le forti tensioni sociali e le difficoltà di un’economia, che si sta avvitando in recessione continua, fanno temere che la tragedia greca avrà nuovi atti da mettere in scena.

Nei prossimi giorni i riflettori si sposteranno dal Partenone a Bruxelles, dove mercoledì tornerà a riunirsi l’Eurogruppo. Il summit dei ministri finanziari della Zona euro dovrà dare il via libera al pacchetto di aiuto da 130 miliardi di euro alla Grecia. Ma le difficoltà non sono finite. Da parte di Germania ed Olanda, in particolare, non mancano gli scettici: la Grecia, si dice, deve spiegarci in dettaglio dove e come intende ridurre il costo del lavoro del 15 %.

APPLE CELEBRA IL CINQUECENTO DAY

ENTRA IN BORSA L’EMPIRE DI NEW YORK

L’indice Standard & Poor’s 500 è ad un punto esatto dai massimi del giugno 2008, prima del crack di Lehman. Ieri i mercati Usa hanno celebrato, pur con sobrietà, l’approvazione dell’accordo con la Ue da parte del Parlamento greco. L’ S&P 500 +0,7% è salito a quota 1,351.77, il Dow Jones segna +0,57%, il Nasdaq +1%.

Il risultato “storico” arriva da Apple. Il titolo ha varcato ieri la soglia dei 500 dolalri, Dall’inizio di gennaio l’incremento è pari al 23%, La capitalizzazione della Mela è a quota 466 miliardi di dollari, pari al 2% circa del paniere Msci Global.

Wall Street, intanto, si accinge ad accogliere una matricola di gran richiamo, Ieri è stata presentata la richiesta ufficiale di quotazione della Empire State Realty Trust, la società che controlla il 100% dell’Empire State Building di New York, il grattacielo più famoso del mondo, simbolo di New York, crontrollato dalla famiglia Malkin. . . .

Il Btp a 10 anni ha perso tutti i guadagni della mattina e in serata il rendimento è risalito al 5,57% (dal 3,48% dei primi scambi). Spread con il Bund a 365 punti.

Piazza Affari, partita bene, ha poi visto sfumare tutti i guadagni della mattinata e l’indice FtseMib ha chiuso in parità. Nel pomeriggio le vendite hanno colpito soprattutto le banche: Unicredit è scesa del 3,8%, Intesa -1,9%, MontePaschi -3,3%, Pop.Milano -4,7%. Non sono mancate le eccezioni positive, come Popolare dell’Emila +2,8% e Banco Popolare +1%. E’ andata meglio alle altre Borse europee, dove il peso delle banche è meno forte sugli indici: Londra è salita dello 0,9%, sostenuta dall’apprezzamento dei titoli minerari e delle materie prime. Parigi ha guadagnato lo 0,3%, Francoforte +0,6%.

VOCI DI OPA SALINI SU IMPREGILO

INDIZIATI GLI EX VERTICI BPM

Torna ad infiammarsi Impregilo. Il titolo, partito in ribasso, chiude la seduta con un rialzo del 3,9%. Si riparla così di una possibile Opa da parte di Salini, forte almeno del 15%, nonostante il gruppo Gavio possa ormai contare sul pacchetto del 28,9% parcheggiato in Igli. I volumi scambiati, modesti, non depongono a favore di un’offerta pubblica.

Il rialzo del petrolio ha spinto i titoli energetici: Eni ha guadagnato l’1,2%, Saipem ha messo a segno un progresso del 2,6% grazie ai buoni risultati del 2011. Il greggio Wti è tornato sopra i 100 dollari al barile con un rialzo dell’1,5%. Positiva Enel +1,1% dopo l’ottimo successo del bond, che ha raccolto 3 miliardi di euro dal pubblico degli investitori retail.

A2A è salita dell’1,8%, Iren +2,2%. Il tema della maxi utility elettrica scalda gli investitori. Buon rialzo di Telecom Italia +0,8% in una giornata movimentata dalle notizie che France Telecom si prepara a salire al 95% (dal 61%) in Mobinil, il primo operatore di telefonia mobile dell’Egitto. Sempre stamattina, Vodafone ha comunicato che sta valutando la possibilità di presentare un’offerta per Cable&Wireless Worldwide.

Ancora una netta seduta in forte discesa per Indesit -6,2% (venerdì aveva già perso il 6%) dopo i dati del 2011. Piaggio -4,1%

Colpo di scena nell’inchiesta sul convertendo Bpm. La procura di Milano ha deciso di iscrivere nel registro degli indagati l’ex presidente Massimo Ponzellini, già finito nel mirino dei pm per finanziamenti a società nel settore del gioco. Con lui sono inquisiti Enzo Chiesa, all’epoca vice direttore generale, Fiorenzo Dalu, già direttore generale, e il responsabile della funzione compliance, Ivano Venturini. Per i quattro l’accusa è di truffa per il collocamento ai piccoli risparmiatori attraverso gli sportelli della banca del prestito obbligazionario convertendo Bpm 2009/2013 riservato agli investitori istituzionali.

Commenta