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Primo Maggio, Mattarella: “Il lavoro non è una merce. L’ascensore sociale si è inceppato, sindacati interlocutori insopprimibili”

Alla vigilia della Festa dei Lavoratori, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha tenuto un discorso in Calabria: “Inaccettabili le morti sul lavoro”. Allarme sul caporalato

Primo Maggio, Mattarella: “Il lavoro non è una merce. L’ascensore sociale si è inceppato, sindacati interlocutori insopprimibili”

“Il lavoro è legato, in maniera indissolubile, alla persona, alla sua dignità, alla sua dimensione sociale, al contributo che ciascuno può e deve dare alla partecipazione alla vita della società. Il lavoro non è una merce“. Sono queste le parole pronunciate dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un discorso in Calabria alla vigilia dalla Festa dei Lavoratori. Il Capo dello Stato ha definito “inaccettabili” gli infortuni e le morti sul lavoro, definendo inoltre i sindacati “interlocutori insopprimibili.

Mattarella: “Il lavoro è libertà”

Il lavoro è libertà. Anzitutto libertà dal bisogno; e strumento per esprimere sé stessi, per realizzarsi nella vita”, ha detto il presidente. “Gli straordinari progressi della scienza e della tecnica per migliorare la qualità e la sostenibilità dei prodotti e dei servizi, devono essere sempre indirizzati alla tutela dell’integrità delle persone, dei loro diritti. A partire dal diritto al lavoro. Il lavoro deve essere libero da condizionamenti, squilibri, abusi che creano emarginazione e dunque rappresentano il contrario del suo ruolo e del suo significato. Fattori che rappresentano pesanti impedimenti al cammino dell’intera società” ha sottolineato il Presidente della Repubblica.

“Domani è Primo maggio. Festa del Lavoro. Dunque Festa della Repubblica, che i costituenti hanno voluto fondare proprio sul lavoro. Come disse all’Assemblea Costituente il primo tra i proponenti di questa formula, Fanfani, ‘fondata non sul privilegio, non sulla fatica altrui’: è fondata sul lavoro di tutti. È un elemento base della nostra identità democratica” ha sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Non si tratta soltanto di un richiamo ai valori di libertà e di eguaglianza – ha aggiunto – ma dell’indicazione di un modello sociale vivo, proiettato verso la coesione e la solidarietà”. 

Mattarella sulle morti sul lavoro: “Non possiamo accettare questo stillicidio”

Tra gli argomenti trattati dal Capo dello Stato, anche le morti sul lavoro, un tema “per il quale è necessario un impegno determinato ed efficace”. Quello del “contrasto alla piaga degli infortuni sul lavoro”, ha detto è “un tema prioritariO”. Non possiamo “accettare lo stillicidio continuo delle morti, provocate da incurie, da imprudenze, da rischi che non si dovevano correre”. E ribadisce: “Mille morti sul lavoro in un anno rappresentano una tragedia inimmaginabile. Ciascuna di esse è inaccettabile”.

Mattarella: “Buoni i dati sull’occupazione, ma l’ascensore sociale appare inceppato”.

“I dati sull’occupazione registrano nel loro insieme una crescita significativa. Il trend positivo riguarda larga parte d’Europa, Italia in testa, e questo è motivo di grande soddisfazione per tutti noi. È una buona notizia che siano aumentati i posti di lavoro, e anche i contratti a tempo indeterminato. Lo è anche la crescita del lavoro femminile. Naturalmente non dobbiamo dimenticare le disparità sociali e territoriali che perdurano; gli esclusi; il fenomeno dei lavori precari e sottopagati. Il basso livello retributivo di primo ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, che induce tanti di loro a recarsi all’estero a migliori condizioni”.

Perdurano “le difficoltà di chi sopporta una disabilità, il peso degli oneri di assistenza che non di rado spingono nel bisogno anche famiglie di chi un lavoro ce l’ha. Gli indicatori positivi della congiuntura devono incoraggiarci a proseguire con intelligenza nel senso di una crescita economica fondata su equità e coesione” ha precisato il capo dello Stato.

Tuttavia le “istituzioni a ogni livello, e con esse tutti gli attori economici e sociali” non devono “sentirsi mai appagate fino al conseguimento di una piena buona occupazione”, è il monito di Mattarella che ha ricordato come “l’ascensore sociale che rende la nostra una società aperta e libera” da qualche tempo “appare inceppato, una stagione in cui le condizioni di partenza determinano distanze non facilmente recuperabili, a scapito dei giovani che provengono da condizioni sociali più deboli”. 

Mattarella: “Sindacati interlocutori insopprimibili”

 “Nella storia repubblicana dal confronto tra istituzioni e parti sociali sono giunte spinte importanti per il progresso, per la definizione e la diffusione dei diritti, per l’ammodernamento delle stesse imprese. I corpi intermedi sono un elemento caratterizzante del disegno della nostra Costituzione e recano beneficio all’Italia. Il movimento sindacale – portatore di valori democratici – è interlocutore insopprimibile per lo sviluppo di una fruttuosa contrattazione collettiva, di settore e aziendale” ha sottolineato il Capo dello Stato.

Mattarella contro il caporalato e lo sfruttamento dei migranti

Dal presidente della Repubblica è giunto un forte richiamo contro il caporalato e lo sfruttamento dei migranti. “Nella filiera agricola riveste grande incidenza il tema dell’immigrazione. I lavoratori migranti sono parte essenziale della produzione agricola e delle successive trasformazioni dei suoi prodotti. Ma, in alcuni casi, aree grigie di lavoro – che confinano con l’illegalità, con lo sfruttamento o addirittura se ne avvalgono – generano ingiustizia e, inoltre, insicurezza, tensioni, conflitti. E offrono spazi alle organizzazioni criminali. Vigilare è, quindi, un preciso dovere. Sulle delinquenziali forme di caporalato. Sulle condizioni inumane in cui vengono, in alcuni casi, scaraventati i lavoratori stagionali, talvolta senza nome né identità”.

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