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Piazza Affari rimbalza sulla scia di banche e assicurazioni

Exploit delle banche popolari, di Unicredit e Generali ma Mps cade di nuovo – In ribasso anche le utilities – Milano miglior piazza azionaria d’Europa – Il petrolio torna a salire e balla attorno ai 50 dollari a barile.

Piazza Affari rimbalza sulla scia di banche e assicurazioni

Le borse europee chiudono una giornata all’insegna delle debolezza, sulla scia dell’ipotesi di una graduale riduzione degli acquisti di titoli di stato da parte della Bce. A riguardo non ci sarebbe alcuna decisione della banca centrale europea, ma le smentite, provenienti anche dalla Bundesbank, non sembrano sufficienti a sostenere i listini. In controtendenza Milano, maglia rosa del continente che, dopo una mattinata variabile, vira al bello stabile e chiude in rialzo dell’1,03%, con la maggior parte dei titoli del Ftse Mib con il segno più davanti.

Sono i bancari e gli assicurativi a spingere sull’acceleratore, favoriti da un ipotetico scenario con tassi in crescita: Ubi Banca, Bper, Popolare di Milano, Generali. Non beneficia del positivo rimbalzo Mps, che invece tocca un nuovo minimo storico (0,173 euro per azione, -4,31%, per poi chiudere in torno al -4%), dopo essere stata sospesa per eccesso di ribasso. I titoli più scambiati risultano Intesa San Paolo, Unicredit, Eni, che guadagna terreno per la terza seduta consecutiva. In particolare il cane a sei zampe beneficia del rialzo del petrolio, oltre i 50 dollari al barile, ma anche dell’accordo con la compagnia statale del Mozambico Enh della durata di 20 anni con Bp per la vendita di gas naturale liquefatto (Lng) dal giacimento South Cora. 

Rialzo superiore a un punto (1,26%) anche per Leonardo Finmeccanica, dopo le notizie stampa relative a una potenziale commessa in Canada per il progetto Fwsar (acronimo di Fixed-Wing Search and Rescue Aircraft Replacement), vale a dire il rimpiazzo della flotta di velivoli canadesi destinati alle operazioni di soccorso e ricerca.

È il petrolio ad accendere la miccia anche di Wall Street, che apre bene, in attesa dei dati sulle scorte settimanali di energia. Dow Jones e Nasdaq sembrano beneficiare anche del dato deludente sull’occupazione statunitense nel settore privato, perché può allontanare il temuto rialzo dei tassi nel breve periodo da parte della Federal Reserve. Fra i titoli più vivaci Twitter, che cinguetta in vista delle offerte di acquisto che potrebbero arrivare questa settimana. Si fanno i nomi di Salesforce, colosso dei servizi cloud per il business; Walt Disney e Google.

Sul fronte monetario la sterlina resta ai minimi da 31 anni, mentre Oliver Wyman (Marsh & McLennan Companies) diffonde uno studio in base al quale stima un costo per la Brexit fino a 38 miliardi di sterline sulle spalle della Gran Bretagna. Il prezzo più pesante lo pagherebbe il settore finanziario, dove lavorano oltre un milione di persone. L’euro si apprezza sul dollaro e scambia 1,120 (+0,3).

Nel suo Global Financial Stability Report intanto l’FMI avverte l’Italia: gli sforzi messi in campo dal governo per rafforzare il sistema bancario e per ridurre i crediti in sofferenza potrebbero essere insufficienti e sarebbe necessaria un’analisi della qualità degli attivi delle banche più piccole. Il punto era stato toccato in mattinata anche dal ministro Padoan secondo il quale “il sistema bancario italiano ha problemi che spesso sono distorti e mal percepiti dall’opinione pubblica internazionale”. 

Infine sempre dal Fondo Monetario un altro grido d’allarme, questa volta planetario: il debito globale nel settore non finanziario ha toccato il suo record, arrivando a una percentuale del 225% sul Pil mondiale. L’FMI nel suo Fiscal Monitor si mostra preoccupato per una quantità di debito che potrebbe portare a un “processo di deleveraging privato senza precedenti e che potrebbe mettere a rischio la ripresa fragile dell’economia”. Superare il peso di tale debito non è facile in mondo dominato da una crescita nominale bassa.

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