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Piano Eni: spinta sul gas, Capex a 37 miliardi. Conti 2022 record: l’utile sale a 13,8 miliardi

Eni ha presentato il nuovo Piano Strategico 2023-26 con dividendo a 0,94 euro il prossimo anno e buyback da 2,2 miliardi. Plenitude punta a triplicare i margini. L’Ad Descalzi: “Siamo solidi, più remunerazione agli azionisti”

Piano Eni: spinta sul gas, Capex a 37 miliardi. Conti 2022 record: l’utile sale a 13,8 miliardi

Eni ha presentato il nuovo e ambizioso Piano strategico 2023-2026: più gas, meno petrolio e forte riduzione delle emissioni. Nel dettaglio, la nuova strategia industriale per i prossimi anni si concentra su: sicurezza energetica e accessibilità attraverso la diversificazione a livello geografico e tecnologico delle fonti energetiche e il proseguimento del piano di decarbonizzazione. Per gli azionisti, rafforzamento della politica di remunerazione del capitale attraverso un aumento del dividendo e del buyback di azioni. Queste le principali novità presentate dal Ceo Claudio Descalzi e dal Cfo Francesco Gattei nel corso del Capital Markets Day 2023, nel giorno della pubblicazione dei risultati del 2022.

La trimestrale da record e il nuovo Piano strategico non hanno però sostenuto il titolo del colosso petrolifero italiano che si aggiudica la maglia nera a Piazza Affari. (-5,03% a 13,4 euro per azione). Riportando il titolo ai livelli di fine 2023. “Policy sui dividendi deve essere digerita”, ha spiegato l’Ad ormai verso la fine del suo terzo mandato. “L’Eni è forte. Può fare questo piano anche senza di me. Posso essere utile sì, ma nessuno è indispensabile”. Così Descalzi risponde a una domanda sul rinnovo dei vertici dell’azienda dopo le ultime dichiarazioni del Carroccio (“Serve un cambio di basso anche per le grandi aziende di Stato come Eni ed Enel”). “A tutti piace guidare la macchina che hanno costruito ma se la guida un altro la macchina va lo stesso”, ha concluso il top manager.

Descalzi (Eni): “Liberi dal gas russo entro il 2025”

“Abbiamo già diversificato il nostro business, in quanto tre anni fa non eravamo così forti, mentre oggi possiamo parlare di una distribuzione agli azionisti più resiliente, grazie a dividendi e buyback – ha spiegato il Ceo -. Oggi non ci reggiamo più solo su una gamba, ma abbiamo un ecosistema di società che comprendo il gas, le raffinerie, la mobilità, Plenitude e altre”. Descalzi poi ha ricordato la serie di accordi e di attività conclusi durante l’anno per rimpiazzare in modo definitivo il gas russo entro il 2025. “Possiamo contare su solide relazioni con i paesi produttori e su un modello di sviluppo accelerato, che consentiranno di incrementare i flussi di gas da Algeria (ormai il primo fornitore dell’Italia), Egitto, Mozambico, Congo e Qatar. Ma non solo è importante portare gas per la sostituzione completa del gas russo ma anche “avere i rigassificatori”.

Buona la situazione degli stoccaggi, meglio di quello che ci si poteva aspettare secondo Descalzi. “Perché siamo partiti da un livello migliore di stoccaggi e questo ci ha fatto arrivare ora al 64%. Se continua questa climatica avremo, alla fine dell’inverno, il doppio del livello di stoccato dello scorso anno, forse sopra il 50%. Ma è tutta probabilità, perché se arriva il freddo. L’anno prossimo faremo arrivare circa 7-8 miliardi, in parte attraverso il rigassificatore di Piombino, e poi ce ne sarà un secondo e forse anche un terzo”, ha proseguito l’ad dell’Eni durante la presentazione del Piano 2023-2026.

Eni Piano strategico 2023-2026: produzione e obiettivi finanziari

La produzione, che nel 2022 è stata sotto le attese, è prevista crescere a un tasso medio annuo del 3-4% nei quattro anni del Piano per poi stabilizzarsi fino al 2030. La fine dei rapporti con la Russia orienta buona parte della strategia del Gruppo, il cui focus è sul gas: la produzione crescerà progressivamente sino al 60% al 2030. Così come il gas naturale liquefatto, Eni prevede una crescita del gnl contrattualizzato a oltre 18 milioni di tonnellate all’anno entro il 2026, il doppio rispetto al 2022. E il resto sulla decarbonizzazione: confermati gli obiettivi di riduzione delle emissioni Scope 1, 2 e 3 rispetto al 2018: -35% entro il 2030; -80% entro il 2040; e net zero entro il 2050. 

Piani di crescita anche nel settore della bioraffinazione

Il target per Eni Sustainable Mobility è di arrivare a una capacità di oltre 3 milioni di tonnellate all’anno entro il 2025 e di oltre 5 entro il 2030. Una rete di oltre 5.000 punti vendita in Europa per commercializzare e distribuire nuovi vettori energetici, come l’elettricità e, in prospettiva, l’idrogeno. Eni prevede di aggiungere circa 300 nuove stazioni nel corso del periodo del piano. Mentre Versalis proseguirà il suo percorso di trasformazione in una società chimica pienamente specializzata e sostenibile, con una maggiore specializzazione del proprio portafoglio, e consentirà di generare reddito nel periodo del piano.

Esplorazione e cattura CO2

Dall’esplorazione Eni prevede 2,2 miliardi di barili di nuove risorse nel Piano quadriennale, di cui il 60% di gas, con un costo unitario inferiore a 1,5 miliardi di dollari/boe. Il capex per l’upstream prevede circa 6-6,5 miliardi in media all’anno nel corso del piano. Il capex 2023 è visto a circa 9,5 miliardi, mentre nell’arco del piano gli investimenti totali sono indicati a 37 miliardi di euro. In dollari, e a parità di inflazione, ciò si traduce in un +15% (rispetto al Piano 2022-2025), per le nuove opportunità e l’ampliamento e l’accelerazione dei progetti Upstream.

Il flusso di cassa operativo viene visto in forte rialzo

Il Cane a sei zampe genererà un Cash Flow From Operations (CFFO) prima del capitale circolante di oltre 17 miliardi di euro nel 2023 e di oltre 69 miliardi di euro nel corso del Piano, con un aumento del 25% nel 2026 rispetto al 2023, allo scenario costante del 2023. Da qui, ha spiegato il top manager, gli ingenti investimenti e il potenziamento della remunerazione agli azionisti, mantenendo il leverage tra il 10-20%. Per quest’anno l’Ebitd è atteso a 13 miliardi, il secondo migliore risultato in 10 anni.

Eni Piano strategico 2023-2026: dividendo in crescita e buyback da 2,2 miliardi

Eni intende distribuire tra il 25% e il 30% del flusso di cassa operativo annuale attraverso una combinazione di dividendi e buyback. Il dividendo 2023 viene aumentato del 7% a 0,94 per azione e continuerà ad essere pagato in quattro rate trimestrali uguali, a settembre 2023, novembre 2023, marzo 2024 e maggio 2024. Inoltre, all’assemblea di maggio, la società proporrà un programma di acquisto di azioni proprie per un valore di 2.2 miliardi, pari circa il 4,5% delle azioni in circolazione all’attuale prezzo.

L’applicazione della nuova politica di remunerazione allo scenario implica un ritorno per gli azionisti nel periodo del Piano pari al 40% dell’attuale capitalizzazione di mercato e nel 2023 un rendimento complessivo per gli azionisti dell’11% all’attuale prezzo.

Il piano di Eni su Plenitude: triplicare la redditività al 2026

Plenitude ha ottenuto ottimi risultati nel 2022. La società raggruppa le attività retail e rinnovabili del gruppo Eni e nel 2022 ha raggiunto gli obiettivi operativi e finanziari del 2022 con un Ebit di 0,34 miliardi e una capacità rinnovabile di 2,2 GW (milioni di kilowatt), il doppio dello scorso anno. E per il futuro? Il colosso petrolifero prevede che la capacità rinnovabile di Plenitude aumenterà a oltre 7 GW entro il 2026 e a oltre 15 GW entro il 2030. L’obiettivo della società è più che raddoppiare i punti di ricarica entro il 2026 e che l’Ebitda aumenti di tre volte al 2026 rispetto al 2022.

Per quanto riguardo l’Ipo, Descalzi ha detto che “non esiste il piano A e il piano B”, rispondendo a una domanda degli analisti. La quotazione “è ancora una possibilità che dipende dai mercati”, oppure, “possiamo cercare dei partner, o avere entrambe le cose. Dobbiamo capire l’andamento del mercato nei primi 4-5 mesi dell’anno”, ha puntualizzato l’Ad.

Eni bilancio 2022: profitti record, redditività raddoppiata

Anche Eni, come le altre big del petrolio, ha incorniciato un 2022 da record grazie ai prezzi delle materie prime. L’utile netto del Cane a sei zampe – controllato al 30% dal Tesoro – ha raggiunto i 13,3 miliardi di euro, ben 9 miliardi in più del 2021. Nel solo quarto trimestre dell’anno i profitti hanno toccato i 2,5 miliardi, registrando un aumento di quasi il 50% rispetto allo stesso periodo nel 2021. Mentre l’utile operativo al netto delle componenti straordinarie (Ebit adjusted) è raddoppiato rispetto al 2021, a 20,4 miliardi, trainato dal settore Esplorazione & Produzione, dal comparto Global Gas & LNG Portfolio e, infine, dal Refining & Marketing.

Nel 2022 il flusso di cassa netto da attività operativa di Eni è stato di 17,46 miliardi, in aumento del 36% rispetto al 2021 mentre l’indebitamento finanziario risulta pari a 7 miliardi di euro, 2 in meno rispetto l’anno precedente. Tuttavia, la produzione di idrocarburi del gruppo è scesa leggermente, del 4%, attestandosi a 1,6 milioni di barili al giorno a seguito di “interruzioni non programmate e cause di forza maggiore”, spiega la società.

Inoltre, la major petrolifera ha deliberato di distribuire agli azionisti la terza delle quattro tranche del dividendo 2023 (relativo all’esercizio 2022). La cedola sarà di 0,22 euro (in rapporto a un dividendo complessivo annuale pari a 0, 88 euro), con stacco lunedì 20 marzo 2023, e sarà messa in pagamento il 22 marzo 2023.

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