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Eni Piano strategico 2022-25, Descalzi: più gas e più dividendi, accelera la decarbonizzazione

Eni ha presentato il Piano Strategico 2022-25. Il gruppo assicura maggiori quantitativi di gas per compensare l’incertezza sulla fornitura russa. Nuova società per la mobilità

Eni Piano strategico 2022-25, Descalzi: più gas e più dividendi, accelera la decarbonizzazione

Eni ha presentato il nuovo Piano strategico 2022-25 con importanti novità. In primo luogo, la sicurezza delle forniture e una risposta immediata all’incertezza provocata dalla guerra Russia-Ucraina: viene rafforzata con 14 Tcf (trilion cubic feet) la disponibilità di gas aggiuntivo sul mercato europeo e italiano. Più gas ma anche, nel medio-lungo periodo, accelerazione degli obiettivi decarbonizzazione. Per gli azionisti, rafforzamento della politica di remunerazione del capitale attraverso un aumento del dividendo e del buyback di azioni. Eni propone un “approccio per satelliti” per assicurare la profittabilità e l’emersione di valore dai propri business. E annuncia la nascita di una nuova società per la mobilità sostenibile in vista di una potenziale futura quotazione sul modello Plenitude. Proprio per Plenitude ( ex Eni Gas e Luce) è confermata l’intenzione di arrivare all’Ipo entro fine anno se le condizioni lo consentiranno. Queste le principali novità presentate dal Ceo Claudio Descalzi e dal Cfo Francesco Gattei nel corso del Capital Markets Day 2022.

Eni Piano strategico 2022-25: produzione e obiettivi finanziari

Produzione upstream: Eni prevede una crescita media del 3% all’anno, 1,7 milioni di barili/giorno nel 2022 (1,66 nel primo trimestre del 2022) verso un plateau di circa 1,9 milioni di barili/giorno nel 2025. La situazione di forte incertezza e volatilità sui prezzi energetici costringe ad aggiornare i piani e Claudio Descalzi ha spiegato che il focus è sul gas: la produzione crescerà progressivamente sino al 60% al 2030 e oltre il 90% dopo il 2040; si ridurrà invece la componente petrolio nel medio e lungo termine. Il capex per l’upstream prevede circa 4,9 miliardi nel 2022; 4,5 miliardi in media nel corso del piano (esclusi i soggetti valutati con il metodo del patrimonio netto). Il capex complessivo è visto a 7 miliardi/anno ma nel 2022 sarà di 7,7 miliardi e il 25% della spesa andrà alle attività verdi e a Plenitude.

Esplorazione e cattura CO2. Eni prevede 2,2 miliardi di barili di nuove risorse nell’arco di piano, con costo unitario inferiore a 1,5 dollari/boe. Per la cattura e stoccaggio CO2 invece l’obiettivo è di 10 milioni di tonnellate l’anno.

Con la gestione del portafoglio – tra ottimizzazioni, acquisizioni selettive e razionalizzazioni no core – Eni si aspetta un beneficio di 3 miliardi nel periodo.

Il free cash flow viene visto da Eni in forte rialzo rispetto ai dati dello scorso anno: si passa a 25 miliardi nei quattro anni del piano in uno scenario che stima il petrolio a 80 dollari/barile (in discesa a 70 dollari nel 2025) e un punto di pareggio a 45 dollari/barile. Le nuove stime di Eni si basano su uno scenario in cui il petrolio genera da 15 a 20 dollari in più a barile rispetto alle stime dello scorso anno. Da qui, ha spiegato Descalzi, il rafforzamento della remunerazione per gli azionisti.

Eni Piano strategico 2022-25: in crescita dividendo e buyback

La crescita della remunerazione agli azionisti è finanziata dal Free cash flow che nel 2022 è previsto a 14 miliardi. Il dividendo sale e diventa trimestrale, come per le major Usa. Quest’anno si passa da 86 a 88 centesimi per azione complessivamente sulla base di un prezzo del Brent tra 80 e 90 dollari/barile con pagamento in quattro rate a settembre e novembre 2022, marzo e maggio 2023.

Inoltre, all’assemblea di maggio sarà proposto un piano di buyback di 1,1 miliardi con possibilità di aumentare ulteriormente gli acquisti, nel 2022, per un valore pari al 30% del Free cash flow incrementale – da valutare al momento – qualora venisse superata la soglia di 90 dollari/barile per il Brent. Secondo le stime del gruppo si tratterebbe di circa 350 milioni di dollari, a luglio, nell’ipotesi di Brent a 100 dollari.

Eni Piano strategico 2022-23: più gas e decarbonizzazione

“La guerra in Ucraina ci sta costringendo a vedere il mondo in modo diverso da come lo conoscevamo. Si tratta di una tragedia umanitaria che ha generato nuove minacce alla sicurezza energetica e alla quale dobbiamo fare fronte senza abbandonare le nostre ambizioni per una transizione energetica equa. Siamo in grado di rendere disponibili sul mercato oltre 14 trilioni di piedi cubi”. Sono queste le parole con cui Claudio Descalzi ha spiegato che Eni non rinuncia al gas di cui Italia e Europa hanno bisogno ma senza retrocedere sugli impegni di decarbonizzazione.

Il gas arriverà dall’Africa, ma anche dalla Norvegia, dai contratti GNL (15 milioni tonnellate/anno a fine piano) se e qualora Gazprom ridurrà le forniture. Eni conferma il disimpegno dalla Russia e dalla quota nel Blue Stream, il gasdotto che porta gas russo in Turchia, ma senza precisare tempistiche.

D’altro canto, è prevista l’accelerazione della riduzione delle emissioni scope 1-2-3 verso l’obiettivo zero emissioni nette: Eni alza da -25% a – 35% la discesa delle emissioni al 2030 e da -60 a -80% nel 2040 rispetto ai livelli 2018. Inoltre, per finanziare la crescita delle attività verdi – inclusi bioraffinazione, idrogeno e fusione nucleare – la quota di investimenti dedicati sale ad almeno il 30% nel 2025.

Eni Piano strategico 2022-25: la nuova società per la mobilità

Plenitude per i clienti luce e gas svilupperà 15 GW di capacità verde entro il 2030. L’Ebitda proforma prevede un raddoppio ha fine piano a 1,4 miliardi. Ma ora arriva anche una nuova società per la mobilità sostenibile, analogamente a quanto anche Enel ha già annunciato di voler fare. Eni sta riunendo le attività di bioraffinazione e di integrazione verticale con le attività agricole necessarie alla produzione dei biocarburanti. È prevista la quotazione ma è ancora troppo presto, ha chiarito il management, per fissare date.

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