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Ottobre record in Borsa: volano le banche. Appeal delle Popolari, gli hedge studiano Mps

Piazza Affari è risalita oltre quota 18.800, sui livelli del luglio 2011 – Se si dà uno sguardo a com’è cambiata la mappa dall’estate di due anni fa, spicca l’ascesa del lusso e quella del risparmio gestito – Ma soprattutto bisogna celebrare la riscossa dei bancari: nella top ten della Borsa di Milano ci sono sette banche – Maglia nera, invece, a StM

Ottobre record in Borsa: volano le banche. Appeal delle Popolari, gli hedge studiano Mps

OTTOBRE RECORD IN BORSA GRAZIE AL VOLO DELLE BANCHE
GRANDE APPEAL DELLE POPOLARI. GLI HEDGE STUDIANO MPS

I bancari scendono in sciopero, per la prima volta da tempo immemorabile. In Europa, alla vigilia degli esami Bce che stanno per iniziare, piovono multe e punizioni, da Deutsche Bank ad Ubs, per lo scandalo del Libor. Ieri mattina Rbs, già salvata dal Tesoro della Regina, annuncia una bad bank in cui far confluire gli scheletri in armadio: 38 miliardi di sterline…. Eppure, nonostante queste premesse, le banche ad ottobre in Piazza Affari hanno brillato. Anzi, dato il peso del credito nel listino, hanno contribuito in maniera determinate con la loro performance ad annullare il ritardo che l’indice Ftse Mib accusava nei confronti degli altri mercati.

La Borsa di Milano è risalita oltre quota 18.800, sui livelli del luglio 2011. Se si dà uno sguardo a com’è cambiata la mappa dall’estate di due anni fa, spicca l’ascesa del lusso e quella del risparmio gestito. Il lusso, a giudicare dai risultati dei colossi francesi, sembra entrato in una fase riflessiva, in attesa che i consumatori Usa si sostituiscano a quelli asiatici come drivers delle vendite. Per quanto riguarda il gestito, l’incertezza nasce dal boim delle performance negli ultimi 27 mesi : Azimut +187%, Mediolanum +85%. Banca Generali +95%. Ma, se verrà rispolverato lo scudo fiscale, il settore avrà un nuovo motivo di appeal.

Per il momento, però, occorre celebrare la riscossa del mondo del credito. I numeri parlano da solo: nella top ten del paniere principale, l’indice Ftse Mib, figurano sette banche. Guidano la marcia le Popolari: Ubi Banca , con uno stellare +36,5%, Bper +33,6%, B. Popolare +33,3% , B. Pop. Milano, nonostante i conflitti sulla governance ed il cambio al vertice, +18,045%. Tra i primi dieci anche Mediobanca +30,465%, grazie anche ai buoni risultati, Mediolanum +19,3% , Intesa Sanpaolo +20,06%. Non figura in classifica Unicredit che pure sale di un ragguardevole 17,6%, ben al di sopra del paniere FtseMib che pure mette a segno in ottobre la miglior performance del 2013: +10,5%, il quarto rialzo consecutivo: luglio +8,2%, agosto +1,2%, settembre +4,5%. Anche Banca Mps +13,7% , grazie all’exploit finale, chiude sopra la media.

A rompere il monopolio dei bancari sono Finmeccanica +25%, premiata dall’accelerazione del piano di dismissioni e di riduzione del debito. Si conferma Mediaset +22%, la miglior blue chip da inizio 2013 con un guadagno del 137%. Chiude la lista Fondiaria Sai +20%, in grande spolvero durante la marcia di avvicinamento alla nascita del polo UnipolSai, seconda compagnia assicurativa italiana dopo Generali.

L’ottobre dei miracoli si spiega in almeno due modi: il parallelo calo dei rendimenti dei Btp e dello spread; l’interesse degli operatori internazionali per il sistema, in attesa di operazioni di restructuring (specie Mps e Popolari) che, pensa la speculazione, sicuramente si renderanno necessarie per superare gli esami europei. Il boom di ottobre, per le banche e non solo, è infatti parente stretto della migrazione dei capitali verso l’equity del Vecchio Continente stimolato da fattori contingenti (le tensioni sul budget Usa) e dal rinvio del tapering negli Stati Uniti. Per questi motivi, oltre che er il rimbalzo del dollaro dopo i massimi toccati a d inizio settimana, sono in molti a prevedere che il trend sia destinato nelle prossime settimane ad una correzione.

La maglia nera del mese spetta a StM -16%, penalizzata dalla trimestrale sotto le attese. A sorpresa scivola Tod’s -11%, penalizzata da indicazioni sull’andamento dei ricavi sotto le attese. Ma il segno meno colpisce anche Salvatore Ferragamo -1,02% e, nonostante l’ottima trimestrale, non brilla Luxottica +1,73%, cui non ha giovato il dollaro debole. Mese negativo anche per l’industria: Cnh -8,12% al debutto, Fiat – 1,7%, sotto anche Prysmian -0,5%. Fanno eccezione Pirelli +7,8% spinta dalla notizia dello scioglimento del patto di sndacato e Finmeccanica +22,73% premiata dall’accelerazione del piano di dismissioni e di riduzione del debito.

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