A Ginevra si scrive la storia. Nella notte, al termine di una trattativa lunga e serrata, le potenze mondiali del gruppo 5+1 (Russia, Usa, Regno Unito, Francia, Cina, più la Germania) e l’Iran hanno siglato un accordo sul nucleare di Teheran: si tratta di un accordo ponte semestrale che frena temporaneamente il programma nucleare iraniano in attesa di un accordo generale da raggiungere entro sei mesi. In cambio Teheran ha ottenuto l’allentamento di alcune sanzioni internazionali.
I punti chiave dell’intesa sono l’impegno dell’Iran a interrompere l’arricchimento dell’uranio sopra il 5%, a non aggiungere altre centrifughe e a neutralizzare le sue riserve di uranio arricchito al 20%. Le maggiori potenze, d’altro canto, si impegnano a sospendere le sanzioni a Teheran per i prossimi sei mesi, sbloccando all’Iran anche l’accesso a 4,2 miliardi di proventi dalla vendita di greggio, che erano stati bloccati in banche asiatiche. L’export iraniano potrà così ripartire. Inoltre, nelle quattro pagine dell’accordo, spicca anche il congelamento della costruzione del reattore ad acqua pesante di Arak.
Le parti hanno espresso subito la loro soddisfazione per l’accordo, anche se Obama guarda già avanti, affermando che “adesso c’è tempo per nuovi negoziati complessivo”. Per il presidente Usa, da oggi “il mondo è un posto più sicuro”. Il presidente iraniano Hassan Rohani ha affermato che “il voto del popolo iraniano per la moderazione e l’impegno costruttivo e gli instancabili sforzi da parte dei team negoziali apriranno nuovi orizzonti”.
A fare da contraltare a queste parole sono quelle di Nethanyahu. Per il premier isreaelino “Il mondo è più pericoloso perchè il regime più pericoloso ha compiuto un passo significativo in avanti verso l’arma più pericolosa”.
