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Musei italiani: per salvarli servirebbero 4mila assunzioni, ma ne arriveranno solo 2.500

Secondo il Mibac sarebbero necessari 18.800 addetti, mentre quelli attualmente in servizio sono poco più di diecimila – Ecco i principali rinforzi in arrivo entro il prossimo anno

Musei italiani: per salvarli servirebbero 4mila assunzioni, ma ne arriveranno solo 2.500

Per rimanere aperti e lavorare senza difficoltà, i musei italiani avrebbero bisogno di almeno 4mila nuovi addetti. Lo scrive il quotidiano La Repubblica, spiegando che le nuove assunzioni non basterebbero a riportare il sistema museale del nostro Paese in linea non con gli standard dell’International Council of Museums, ma ridurrebbero il divario rispetto alla previsione di dotazione organica che il ministero della Cultura si appresta a varare con un decreto. Il Mibac stima infatti che, in tutto, sarebbero necessari 18.800 addetti, mentre quelli attualmente in servizio sono poco più di diecimila.

Musei: 2.500 assunzioni entro il prossimo anno

Nei giorni scorsi il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, ha avvertito che la Galleria fiorentina rischia di dover chiudere proprio per la mancanza di personale. Un grido d’allarme a cui risponde Massimo Osanna, direttore generale del Musei statali al Ministero: “Con gli interventi di questi ultimi anni stiamo provvedendo – spiega – dopo il primo scaglione di 1.053 nuovi addetti alla vigilanza che prenderanno servizio dal 15 settembre, inseriremo 400 altri nuovi assunti a dicembre e poi ancora altri 1.053 nel 2023”. Il conto arriva quindi a 2.500 assunzioni entro il prossimo anno.

I principali rinforzi in arrivo

Tra i nuovi ingressi programmati, 15 saranno destinati agli Uffizi, 26 al Parco archeologico di Pompei, 20 a quello del Colosseo, 18 a quello di Ercolano, 15 alla Pinacoteca di Brera, altrettanti al Museo archeologico nazionale di Napoli, 25 alla Reggia di Caserta, 10 a Villa Adriana e Villa d’Este a Tivoli, infine 7 al Vittoriano e a Palazzo Venezia.

Le carenze nei nuovi musei

Nel frattempo, però, è emerso che per dotare di personale i nuovi istituti museali autonomi nati nell’autunno del 2021 (Parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia, Parco archeologico di Sepino, Pinacoteca nazionale di Siena e Museo nazionale dell’arte digitale di Milano) non è stata avviata alcuna procedura di assunzione: si procederà con una redistribuzione degli addetti. La stessa strategia, del resto, viene applicata anche ad altri istituti nati tre anni fa, come il Museo archeologico nazionale di Cagliari o quello di Matera, cui sono stati assegnati 40 addetti ciascuno, il minimo per poter funzionare.

La trattativa con i sindacati

Intanto, prosegue la trattativa sulla nuova dotazione organica tra governo e sindacati, che devono inviare le proprie osservazioni entro il 26 agosto, ma già protestano per i contenuti in discussione e per i tempi ristretti concessi al negoziato.

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