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Mps, Profumo-Viola: Gip respinge richiesta di archiviazione

Continua il tormentone Mps – Il provvedimento riguarda anche Paolo Salvadori, ex presidente del collegio sindacale – L’ipotesi di reato è falso in bilancio nella gestione degli Npl fra il 2012 e il 2015

Mps, Profumo-Viola: Gip respinge richiesta di archiviazione

Il Gip di Milano Guido Salvini ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Milano per gli ex vertici di Mps: Alessandro Profumo (presidente), Fabrizio Viola (Ad) e Paolo Salvadori (presidente del collegio sindacale). I tre manager sono stati indagati per falso in bilancio relativamente alla gestione dei crediti deteriorati di Montepaschi nel periodo 2012-2015.

L’agenzia Reuters ha anticipato la notizia, precisando che il giudice per le indagini preliminari ha rinviato il fascicolo in Procura, la quale dovrà svolgere indagini sui tre manager per altri nove mesi.

Conferma invece l’archiviazione per il Monte dei Paschi, indagato come persona giuridica in base alla legge 231.

Gli indagati sono sospettati di non aver contabilizzato correttamente i finanziamenti erogati da Mps, falsificando in questo modo i documenti informativi destinati agli azionisti in vista dell’aumento di capitale.

Secondo i consulenti interpellati dagli inquirenti, l’ex management di Montepaschi avrebbe agito correttamente, ma a maggio 2018 i piccoli azionisti dell’istituto si erano opposti alla richiesta di archiviazione presentata dai magistrati.

“La richiesta di archiviazione presentata dalla Procura – scrive il Gip – non offre una risposta soddisfacente, in quanto si limita a riportare nella motivazione le dichiarazioni soprattutto di alcuni funzionari della Banca d’Italia senza ricostruire in modo organico la complessa vicenda dell’esposizione dei crediti deteriorati”.

Il Gip chiede quindi alla Procura di controllare “se la valutazione dei crediti iscritti a bilancio e nelle relazioni semestrali, e le corrispettive rettifiche, fossero corretti da un punto di vista contabile e giuridico, con specifico riferimento ai non performing loans”.

Il giudice chiede inoltre di “stabilire di l’eventuale valore contabile corretto dei non performing loans negli anni di riferimento 2012-2015 che avrebbero dovuto essere iscritti nei documenti contabili; verificare quale impatto economico e finanziario sui documenti contabili avrebbe avuto l’eventuale corretta rettifica individuata dalle consulenze mediante l’iscrizione corretta a bilancio di rilevanti porzioni di crediti deteriorati”.

Infine, il Gip chiede agli inquirenti di verificare il patrimonio netto della Banca negli anni interessati all’esito delle eventuali rettifiche sui crediti deteriorati e con riferimento agli indicatori e alla normativa del Comitato di Basilea, “al fine di comprendere se l’attività bancaria portata avanti da Monte Paschi, nonché gli aumenti di capitale operati sul mercato proprio in quegli anni, e la doverosa corretta informazione al pubblico da parte dell’Istituto fossero coerenti e veritieri con l’effettiva situazione patrimoniale della Banca e se l’informazione veicolata al pubblico fosse coerente con quanto rilevato dagli elaborati citati”.

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