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Mps: nuovo trimestre in utile, 109 milioni. Cede crediti deteriorati

Positiva la semestrale della banca senese guidata da Marco Morelli che registra il secondo trimestre consecutivo in utile. L’utile semestrale è di 289 milioni a fronte di oltre 3 miliardi di perdita del semestre 2017. La banca annuncia la cessione di 4,5 miliardi di crediti deteriorati – Il titolo crolla per l’effetto spread

Mps: nuovo trimestre in utile, 109 milioni. Cede crediti deteriorati

Il gruppo Mps  presenta la semestrale al 30 giugno. La principale novità è l’utile: ammonta a 289 milioni a fronte di una perdita di 3,243 miliardi di conseguita nello stesso periodo del 2017. Il secondo trimestre segna un utile di 109 milioni contro la perdita di 3,06 miliardi l’anno precedente e realizza così il secondo utile trimestrale consecutivo. Lo annuncia la banca di Siena che  conferma “i trend di ripresa dell’attività commerciale e il contestuale miglioramento della qualità del credito”.

Vediamo più nel dettaglio i dati rilasciati da Mps. Il risultato operativo lordo è di 250,8 milioni (280,4), le rettifiche sui crediti calano a soli 108,8 milioni (4,3 mld nel trimestre 2017).

Mps ha annunciato anche la vendita di 3,7 miliardi di sofferenze e di 800 milioni di crediti utp per un totale di 4,5 miliardi. Come altre banche, il gruppo senese sconta l’effetto negativo dall’aumento dello spread Btp-Bund sul ratio patrimoniale Cet1 che cala al 13 per cento rispetto al 14,8% di fine 2017 mentre il total capital ratio è risultato pari a 14,4%, che si confronta con il valore del 15,0% registrato a fine dicembre 2017.

Il margine di interesse è in crescita del 6,4% nel secondo trimestre per l’aumento dei volumi e maggiori proventi da titoli; commissioni sostanzialmente stabili (-0,9% trimestre su trimestre) o costi operativi in aumento dell’1,5%; riduzioni attese nel 2019 per la manovra di riduzione del personale da attuarsi attraverso il fondo di solidarietà.

Il Monte dei Paschi alla fine del semestre ha crediti verso la clientela per 87 miliardi di cui 8,7 miliardi sono crediti deteriorati netti dopo il deconsolidamento dei 24,1 miliardi di sofferenze cedute a seguito della maxicartolarizzazione assistita da garanzia Gacs completata nel semestre. Il rapporto tra crediti deteriorati netti e crediti a clientela cala così dal 14% di marzo al 9,9% a fine giugno. In calo la copertura dei deteriorati al 56% (68,8% a marzo) a seguito del deconsolidamento del fardello di npl da 24 miliardi. Mps segnala poi una crescita degli impieghi alla clientela di 1,4 miliardi grazie a nuove erogazioni di mutui. La banca ha proseguito nel taglio dei costi: gli oneri operativi del semestre scendono dell’8,9% a 1.154 milioni di cui 734 milioni sono spese per il personale in calo annuo dell’8,2% per la riduzione degli organici.

Intanto a metà seduta il titolo Mps cede il 4,2%, dopo avere perso ieri il 4,9 per cento. Il titolo dell’istituto senese era partito speditamente prima di invertire la rotta. L’andamento potrebbe essere penalizzato dalle prese di profitto, considerando che tra la fine della scorsa ottava e la prima parte di quella in corso il titolo aveva messo a segno un forte recupero  dopo le vendite delle settimane precedenti. Inoltre, come tutto il settore, la performance subito la repentina risalita dello spread Btp-Bund in area 260 pb (nel corso della prima parte della mattinata era arrivato anche a 270 pb), con il riemergere delle incertezze legate alle mosse del governo per sostenere la crescita in vista dell’approvazione del Def in autunno. E proprio la volatilità che aveva caratterizzato lo spread nel periodo aprile-giugno ha comportato una discesa del Cet1 dal 14,8% di fine 2017 al 13% al 30 giugno.

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