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L’Eba e le incertezze Ue affossano i mercati: la Bce si muove ma non ferma il crollo di Borsa e Btp

Eba, che pretende più capitale per le banche, e Ue i grandi killer dei mercati – Malgrado il taglio dei tassi e la liquidità illimitata assicurata da Bce alle banche, Piazza Affari crolla (-4,29%) trascinata dai tonfi di Mediobanca (-10,4%), Fonsai (-9,6%) e Finmeccanica (-9,3%) – I rendimenti sui Btp decennali salgono al 6,48% e lo spread torna a 444 pb

L’Eba e le incertezze Ue affossano i mercati: la Bce si muove ma non ferma il crollo di Borsa e Btp

Riesplode lo spread a quota 444 punti base e il Ftse Mib va in picchiata del 4,29% dopo la riunione della Bce e mentre sta per prendere il via il vertice europeo. Male anche le altre Borse europee, seppur con cali più contenuti: il Dax cede il 2,01%, il Cac il 2,53% e il Ftse 100 l’1,14%.

A Wall Street il Dow Jones perde lo 0,98% e il Nasdaq lo 0,58%. A deprimere le Borse è il clima di sfiducia sulla buona riuscita di un vertice che nelle ultime ore è sempre più in salita. Il rischio dell’esplosione dell’Europa “non è mai stato così grande”, ha detto il presidente francese Nicolas Sarkozy al Congresso del Ppe a Marsiglia, a poche ore dal vertice sull’eurozona. La Merkel, che ieri sera ha parlato con il presidente Usa Barack Obama, ha oggi cercato di gettare acqua sul fuoco: “Sono fermamente convinta che possiamo farcela. Troveremo le soluzioni giuste”, ha affermato.

D’altra parte già ieri proprio dalla Germania si sono levate le prime voci di pessimismo sulla buona riuscita di un accordo complessivo (“alcuni partner non hanno capito la gravità della situazione” è l’accusa) e Berlino ha confermato i no a un aumento delle risorse del Fondo salva-Stati. C’è poi la Gran Bretagna, che se pure non fa parte della zona euro entra a gamba tesa: il premier David Cameron ha dichiarato di essere pronto al veto se il Trattato dovesse danneggiare gli interessi britannici. Intanto, l’euro flette sul dollaro a 1,3325. Il buon esito del vertice sulla riforma dei trattati sarà fondamentale anche per la possibilità di azione della Bce che oggi si trova con le mani legate.

Draghi infatti ha confermato le attese del mercato di un taglio dei tassi di interesse di 25 punti base e la messa in campo di misure non convenzionali tra cui due operazioni di rifinanziamento per dare alle istituzioni finanziarie liquidità illimitata per 36 mesi e l’ampliamento dei titoli accettati a collaterale.

Ma, giocoforza, non ha potuto fare passi in vanti circa il possibile finanziamento del Fmi per finanziare a sua volta i Paesi in difficoltà della zona euro (è legalmente molto complicato”) e non ha potuto dare indicazioni circa un eventuale rilancio negli acquisti dei titoli di Stato. Ma, nonostante il taglio dei tassi e le misure per le banche, a pesare definitivamente sugli umori dei listini è stata la riduzione della Bce delle stime del Pil dell’eurozona per il 2012: tra -0,4% e +1% contro le stime di tre mesi fa a +0,4% e 2,2%. Con l’affondo verso il finale di seduta delle prime indiscrezioni sulle stime dell’Eba.

L’EBA CHIEDE 15 MILIARDI ALLE BANCHE ITALIANE

Per l’Eba il sistema bancario europeo dovrà rafforzare il capitale per 114,7 miliardi (8 miliardi in più della prima stima). Alle banche italiane servono 15,4 miliardi di euro (a ottobre la stima era di 14,7 miliardi), alle tedesche 13,1 miliardi, alle francesi 7,3 e alle spagnole 26,2. Le banche devono dare indicazione sui propri piani per il rafforzamento del capitale entro il 20 gennaio. Sotto le tensioni dello spread e le stime dell’Eba a Piazza Affari crollano così le banche: Mps, che per l’Eba ha bisogno di 3,2 miliardi, cede il 9,15% e Unicredit, che ha bisogno di 7,9 miliardi (7,5 i miliardi dell’aumento deliberato), cede il 7,290%.

Intesa cede l’8,92% anche se a mercati chiusi ha confermato l’adeguatezza del capitale per Ca’ de Sass come già era stato anticipato dai primi risultati di un mese fa. Il Banco Popolare (- 6,15%) necessita di 2,7 miliardi e Ubi (-7,12%) di 1,39 miliardi. Bankitalia, che rassicura sulla capacità del sistema bancario italiano di resistere, punta a concordare con l’Eba la cessione, da parte delle banche italiane, di “specifiche attività” allo scopo di conseguire parte degli obiettivi patrimoniali stabiliti dall’autorità europea.

FONDIARIA VERSO L’AUMENTO?

A trascinare il listino al ribasso sono poi Mediobanca e Fondiaria Sai che soffrono anche per fattori specifici. Piazzetta Cuccia, peggior titolo, cede il 10,42%e viene trascinata dalle incertezze su Fondiaria Sai di cui è grande creditore. Sul gruppo assicurativo (-9,64%) si fa sempre più concreti i timori di un aumento dopo che la stessa società ieri, a seguito dell’incontro con l’Isvap, ha dichiarato che il piano di creazione di una società veicolo è “attualmente oggetto di approfondimenti”. Novità potrebbero arrivare dal prossimo Cda straordinario di lunedì 12.

GLI ANALISTI TAGLIANO FINMECCANICA

Finmeccanica cede il 9,38% dopo che sia gli analisti di Goldman Sachs sia di Bank of Amarica Merryl Lynch hanno tagliato il target price rispettivamente a 2,5 e 3 euro. Per Goldman, inoltre, non è esclusa una ricapitalizzazione, anche se non è l’ipotesi principale. Marina Grossi, moglie di Guarguaglini, coinvolta nell’inchiesta sugli appalti Enav, sarebbe vicina all’uscita dalla controllata Selex Sistemi Integrati.

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