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Le banche spingono in rosso la Borsa: Buzzi ko, Fca ok

Un’altra giornata negativa per i titoli bancari che trascinano giù Piazza Affari (-0,4%) – Crolla Buzzi – In ascesa invece Fca per l’effetto spin-off di Magneti Marelli

Le banche spingono in rosso la Borsa: Buzzi ko, Fca ok

hiusura in rosso per i listini europei, che restano in frazionale calo nel pomeriggio dopo l’opening bell stonata di Wall Street. Sul Nasdaq però si registra il debutto stellare della marijuana, con la quotazione di Tilray (+20%), società canadese che coltiva e commercializza cannabis rispettando le licenze federali.

All’origine della debolezza generalizzata invece ci sono una serie di trimestrali in chiaroscuro e le tante tensioni a livello internazionale, a partire dalla sfida sui dazi. Cecilia Malmstrom, commissaria UE al commercio, annuncia infatti ritorsioni se gli Usa colpiranno il settore auto, mentre il presidente americano Donald Trump interviene contro la sanzione europea a Google.

Piazza Affari perde lo 0,4% e scende a 21.885 punti, con la maggior parte delle banche ancora in ritirata. È Buzzi Unicem (-3,51%) però la big peggiore del giorno, dopo la riduzione del prezzo obiettivo (a 24,50 da 25,50 euro) da parte di Kepler Cheuvreux. Bene invece Fca, +1,35%, in scia alle notizie stampa sull’avvio dello scorporo e quotazione di Magneti Marelli.

Clima analogo a Francoforte -0,62%, Parigi -0,56%, Madrid -0,33%. Fuori dalla zona euro sale leggermente Londra, +0,12%, con la sterlina ancora debole e l’incognita Brexit. Appena in calo Zurigo -0,11%. Sul fronte societario sprint di Iliad a Parigi (+7,7%) dopo i dati sugli abbonamenti in Italia, mentre il colosso svizzero delle serrature Dormakaba Holding (-18%) sconta i risultati dell’esercizio 2017/2018 inferiori alle stime e il prezzo obiettivo sotto revisione da parte di Vontobel. Previsioni sugli utili in ribasso per il tecnologico Babcock (-9% a Londra), mentre Publicis (9,85%) frena a Parigi dopo il calo delle vendite trimestrali.

L’euro si apprezza sulla divisa britannica (cross 0,893) ma resta debole contro il dollaro, in area 1,16. Il biglietto verde sovrasta la moneta di Pechino, dopo che la Banca centrale cinese, stamani, ha svalutato lo yuan dello 0,23%, deprezzando il renminbi per la sesta seduta consecutiva ai minimi dallo scorso agosto: la PBoC ha fissato il cambio a 6,7066 rispetto a quota 6,6914.

La moneta americana resta ben intonata grazie alla solida crescita, confermata dal governatore della Federal Reserve Jerome Powell nei giorni scorsi e visti alcuni dati macroeconomici di oggi. In particolare, le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione in calo ai minimi dal 1969 e il superindice del Conference Board, con l’espansione a giugno superiore alle stime (+0,5%, contro +0,4% previsto).

Fra le materie prime il petrolio, tipo Brent, sale dello 0,44%, a 73,22 dollari al barile, mentre la corsa al ribasso dell’oro non si ferma più. Il prezzo scende a 1216,19 dollari l’oncia (-0,91%).

Seduta poco mossa per l’obbligazionario italiano: il rendimento del decennale è al 2,51%; lo spread con il Bund è 217.70 punti (+0,66%).

La graduatoria dei titoli del Ftse Mib vede ai primi posti, dietro Fca, Campari +1,14%; Pirelli +1,22%; Poste +0,67%; A2a +0,67%.

In fondo al listino, dopo Buzzi, si trovano Unicredit -1,59%(che scende sotto i 14 euro per azione); Banco Bpm -1,41%; Intesa -1,62%. Giù anche Unipolsai -1,24%.

Fuori dal listino principale resta sugli scudi Mondo Tv +10,79%, mentre perde quota Gima Tt -4,63%.

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