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Lavoro, Inps: meno incentivi e meno contratti a tempo indeterminato

A livello complessivo, il numero di contratti attivi rimane comunque in aumento. Per quanto riguarda il settore privato, alla fine del 2016, si sono registrati 340mila contratti in più dell’anno precedente –

Lavoro, Inps: meno incentivi e meno contratti a tempo indeterminato

L’Osservatorio sul precariato dell’Inps consegna la consueta analisi sul mercato del lavoro.  Con il decrescere degli sgravi contributivi previsti dal Jobs Act sono calati i contratti a tempo indeterminato. In base ai dati forniti dall’Istituto guidato da Tito Boeri, nel 2016 il saldo tra aperture e chiusure è stato positivo per poco più di 80mila unità a fronte dei 930mila registrati nel 2015.

A livello complessivo, il numero di contratti attivi rimane comunque in aumento. Per quanto riguarda il settore privato, alla fine del 2016, si sono registrati 340mila contratti in più dell’anno precedente.

L’Inps fa anche una somma definitiva degli effetti del Jobs Act: se si sommano i due anni (2015 e 2016), la crescita dei contratti supera il milione di unità. Per quanto riguarda l’anno scorso però, l’INPS sottolinea che “”il risultato del 2016 è imputabile prevalentemente al trend di crescita netta registrato dai contratti a tempo determinato, il cui saldo annualizzato, pari a +222.000, ha significativamente recuperato la contrazione registrata nel 2015 (-253.000), indotta dall’elevato numero di trasformazioni in contratti a tempo indeterminato”.

Per quanto riguarda il capitolo assunzioni, nel 2016 il loro numero è stato pari a 5.804.000, con una riduzione di 464.000 unità rispetto al corrispondente periodo del 2015 (-7,4%). A rallentare sono state soprattutto le assunzioni stabili (-37,6% sul 2015), mentre le aperture di contratti a termine hanno segnato una crescita dell’8%.

Scesi del 3,1% i licenziamenti, mentre buone notizie arrivano sul fronte voucher. I dati stavolta sono relativi al gennaio del 2017, quando il numero di vendite dei buoni lavoro è stato pari a 8,9 milioni, livello analogo a quello registrato nel gennaio del 2015 (9,5 milioni). “La forte flessione nella crescita – spiega l’Inps –  sempre più marcata a partire da ottobre 2016, può riflettere anche gli effetti del decreto legislativo con cui sono stati introdotti obblighi di comunicazione preventiva in merito all’orario di svolgimento della prestazione lavorativa”.

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