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La Germania mette sotto accusa la Bce: “Illegali gli acquisti di Btp e Bonos”

Sale la rabbia tedesca contro Italia e Spagna e il presidente Wulff attacca la banca centrale sugli acquisti di titoli di Stato – Milano e l’Europa aprono in forte ribasso dopo i tonfi dell’Asia e di Wall St- Obama frena sulla crescita e denuncia 12 banche per truffa ai danni di Fannie e Freddie – Unicredit e Intesa fuori da Stoxx Europa 50: resta solo l’Eni

La Germania mette sotto accusa la Bce: “Illegali gli acquisti di Btp e Bonos”
IL PRESIDENTE TEDESCO WULFF:
“ILLEGALI GLI ACQUISTI DI BTP E BONOS DELLA BCE”

Il presidente della repubblica federale di Germania, Christian Wulff, ha definito “opinabile sul piano della legalità” l’acquisto da parte della Banca centrale europea di titoli di Paesi colpiti dalla crisi dell’eurozona. Le critiche del presidente tedesco, la voce più autorevole che si è levata finora contro il piano di interventi voluto da Jean-Claude Trichet e dal suo successore in pectore Mario Draghi, sono state fatte nel corso di un convegno di economisti a Lindau. La frase testuale recita così: “Ritengo che gli acquisti in grandi volumi di titoli di Stato di singoli Paesi siano ai limiti della legalità”. I trattati europei vietano acquisti diretti da parte della Bce di titoli di nuova emissione. Ma la norma acquista un senso, ha aggiunto Wulff, solo in una cornice in cui siano vietati acquisti sostanziali sui titoli già emessi. La figura del presidente non ha, nella Costituzione tedesca, un particolare peso politico. Ma resta un simbolo rilevante, che rafforza l’opposizione agli acquisti (da maggio a ora 110 miliardi) da parte del presidente della Bundesbank, Jens Weidman in vista del prossimo direttorio della banca centrale dell’8 settembre. E ancora di più sulle prossime scadenze elettorali (a settembre si vota in due land tedeschi) e politiche: il 29 settembre il Parlamento dovrà pronunciarsi sul rafforzamento del fondo salva Stati. Intanto un servizio della Frankfurter Allgemeine di stamane rilancia l’allarme sulla Grecia: il risanamento dei conti non procede secondo la tabella di marcia concordata. Anzi, il debito appare fuori controllo. Ad Atene stanno per arrivare i rappresentanti della triade (Ue, Fmi, Bce) che devono vigilare sul rispetto degli accordi concordati in occasione dei prestiti alla Grecia. L’8 settembre il direttorio Bce dovrà anche affrontare il tema dei tassi alla luce delle tensioni inflazionistiche. Non è da escludere, secondo i canoni di Francoforte, un possibile aumento del costo del denaro. Di segno opposto il parere di Mohamed El-Erian, il ceo di Pimco, il più importante fondo obbligazionario del mondo: “E’ probabile che la Bce decida di aumentare i tassi nel prossimo futuro per fronteggiare il rischio recessione, che ormai ha superato il 50% di possibilità”. 

SEDUTA NEGATIVA PER IL LISTINO DI TOKYO
UBS CONSIGLIA DI ALLEGGERIRE L’ASIA

Si ferma il recupero dei listini asiatici. L’indice Nikkei 225 della Borsa di Tokyo a un’ora dalla chiusura segnala un calo dell’1,23%. Gli operatori hanno preferito alleggerire le posizioni in vista del fine settimana in attesa delle indicazioni sul dato dell’occupazione americana. In calo anche l’Hang Seng di Hong Kong – 1,32 mentre l’Msci Asia Pacific perde l’1,1%. Un report di Ubs consiglia di alleggerire le posizioni sui listini asiatici in vista di un rallentamento delle esportazioni e in mancanza di una politica monetaria più espansiva. 

I LISTINI AMERICANI BATTONO IN RITIRATA
IN ATTESA DEL DATO SULL’OCCUPAZIONE

I listini americani hanno battuto in ritirata in attesa della statistica più importante della settimana: il dato sulla disoccupazione ad agosto, che verrà annunciato dal Dipartimento del Lavoro  oggi prima dell’apertura di Wall Street. La previsione di Jan Hatzius di Goldman Sachs e di Brian Jones di Socgen è di un aumento degli occupati di 68 mila unità dopo l’incremento di 117 mila posti a luglio. Intanto l’indice Ism è risultato pari a 50,6, nettamente al di sopra delle previsioni degli economisti, che lo indicavano a 48,5. Nonostante questa buona notizia, che ha favorito la ripresa delle Borse in Europa, la seduta di Wall Street si è chiusa al ribasso. L’indice Standard & Poor’s 500 registra un calo dell’1,2%, il Dow Jones Industral è sotto dell’1,03%, il Nasdaq dell’1,30%. 

LA CASA BIANCA FRENA IL PIL USA
NEL 2011 CRESCITA SOLO ALL’1,7%

L’economia americana crescerà quest’anno dell’1,7%, un punto percentuale in meno rispetto alle stime dell’inizio 2011. Lo prevede la Casa Bianca, aggiungendo che nel 2012 il Pil Usa segnerà un rialzo del 2,6% e nel 2013 del 3,5%. Washington stima inoltre che il tasso di disoccupazione si attesterà al 9,1% nel 2011 e al 9% nel 2012 mentre il deficit americano si fermerà all’8,8% del Pil nel 2011 e al 6,1% nel 2012. La Casa Bianca si attende un’inflazione moderata al 2% per i prossimi 10 anni. 

GOLDMAN SACHS -3,5% PATTEGGIA SUI SUBPRIME
MA SI PREPARA A SPARARE MUNIZIONI ANTI-EURO

In uno studio riservato ai clienti di Goldman Sachs datato 1° settembre lo strategist Alan Brazil ha descritto uno scenario pessimista in Europa ipotizzando la necessità di ben mille miliardi di dollari per sostenere le banche europee. Come se non bastasse Goldman ha ricordato che le piccole e medie imprese americane sono in crisi (e quindi la disoccupazione resterà alta) e che la Cina non potrà continuare a correre a questi ritmi. Insomma, un quadro a tinte fosche, in cui i clienti Vip fanno bene a prepararsi ad uno scenario di crisi dell’euro da affrontarsi con prodotti sintetici basati sui Cds. The Wall Street Journal, che ha pubblicato estratti dello studio, rileva come la stessa Gs operi come consulente di diversi governi europei. Sempre il !° settembre la banca ha patteggiato con la Federal Reserve a proposito dei robot-signing, cioè il sistema che prevede la firma in automatico dei documenti per i pignoramenti delle case dei mutuatari inadempienti, meccanismo che ha permesso di accelerare, tramite pratiche non permesse dalla legge, le esecuzioni immobiliari. Forse anche questo pesa sulle visioni pessimistiche dell’istituto. 

USA, IL GOVERNO STA PER DENUNCIARE 12 BANCHE
HANNO TRUFFATO FANNIE MAE E FREDDIE MAC

Dodici grandi istituti, tra cui JP Morgan, Deutsche Bank e Bank of America , scrive il New York Times, stanno per essere accusate di truffa dalla Federal Housing Agency che sovrintende alle attività di Fannie Mae e Freddie Mac, le due agenzie pubbliche del settore dei finanziamenti all’acquisto di case. Secondo le autorità, le banche coinvolte avrebbero “gravemente alterato” le caratteristiche dei prodotti sintetici sui mutui che avrebbero venduto alle agenzie federali. 

PIAZZA AFFARI RECUPERA GRAZIE A WALL STREET
CONTINUA LA CADUTA DELLA BORSA TEDESCA

Seduta a due facce ieri per Piazza Affari. Dopo una partenza all’insegna della debolezza, scandita da forti vendite sui titoli industriali e una mattinata penalizzata dal deludente esito dell’asta di titoli di Stato spagnoli (caratterizzata da un basso rapporto tra domanda e offerta), la svolta è giunta alle 16.00, in scia alll’Ism manifatturiero statunitense, nettamente migliore delle attese (a 50,6 punti contro stime a 48,8 punti). Il Ftse Mib ha così terminato le contrattazioni con un rialzo dello 0,69% a 15.670 punti, mentre il Ftse All Share ha archiviato la sessione con un progresso dello 0,20% a 16.500 punti. Anche ieri la peggiore piazza europea è stata Francoforte (-0.94%), che ad agosto ha lasciato sul terreno il 19% del valore, quattro punti in più di Milano. 

VENDITE AUTO: FIAT PERDE ANCORA COLPI
MA IN USA CHRYSLER BATTE LE ATTESE

Nel paniere principale si sono distinte in negativo Pirelli (-2,74% a 5,67 euro, peraltro reduce da un rialzo di oltre il 6% nella seduta precedente) e i titoli della galassia Agnelli. Fiat ha chiuso con un calo dello 0,78% a 4,298 euro, dopo essere giunta a sfiorare una flessione di quasi il 5% in mattinata. Il titolo è stato penalizzato dal downgrade di Citigroup, che ha ridotto la raccomandazione da buy a hold e tagliato il prezzo obiettivo da 8,4 a 4,5 euro, e da una riduzione di target da parte di Bernstein da 7 a 6 euro. Nello scorso mese di agosto la quota di mercato del Gruppo Fiat in Italia si e’ attestata al 29,14%, in calo rispetto al 30,65%. Il gruppo può consolarsi con il balzo (+32,1%) delle vendite di Chrysler a 130 mila vetture (contro 90 mila). E’ un incremento ben superiore alle previsioni degli analisti. Giuliano Zuccoli, presidente del consiglio di gestione di A2A, ritiene “improbabile” che il riassetto di Edison possa concludersi entro la scadenza dei patti di sindacato del 15 settembre. Ma è altrettanto ”improbabile, se si apre il tavolo, che si arrivi a un braccio di ferro tra Edf e il Governo italiano”. Per il manager ”ha una sua logica” la posizione che si dice caldeggiata dal ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani, di mantenere l’italianità di Edipower, la controllata di Edison che possiede 9 centrali elettriche. Tra i titoli maggiormente penalizzati anche Banca Popolare di Milano (-0,61% a 1,475 euro): gli Amici della Bpm, che riunisce i soci dipendenti della banca, hanno smentito contatti con Matteo Arpe in vista del prossimo aumento di capitale. 

INTESA E UNICREDIT FUORI DALLO STOXX EUROPE 50
NEL PANIERE DEI BIG RESISTE SOLTANTO L’ENI

Non pesa, almeno per ora, l’esclusione di Intesa Sanpaolo +2,47% e Unicredit +0,58% dall’indice Stoxx Europe 50. A partire da lunedì 19 settembre Intesa SanPaolo e Unicredit abbandoneranno l’indice, lasciando il posto al colosso del lusso Lvmh e ad un’altra società transalpina, attiva nel mondo della chimica, Air Liquide. Con la dipartita delle due banche italiane a rappresentare il Belpaese nel listino rimarrà solo Eni (+1,07% a 14,15 euro). Oltre agli istituti di credito uscirà dal paniere anche Nokia, che verrà sostituita dall’utility britannica National Grid. Cambia anche l’Eurostoxx 50. Sempre a partire dal prossimo 19 settembre: usciranno Alstom e Crédit Agricole dall’indice dei principali titoli della zona euro, rimpiazzati dalla spagnola Inditex e dalle azioni privilegiate Volkswagen. 

CALA DI UN MILIARDO IL FABBISOGNO DEL TESORO AD AGOSTO

Il ministero dell’Economia ha annunciato che ad agosto il fabbisogno del settore statale si è attestato a 6,9 miliardi di euro, in calo rispetto ai 7,9 dell’agosto 2010. Il dato relativo ai primi 8 mesi totalizza 46,8 miliardi, -5,8 miliardi rispetto al pari periodo 2010. “Il saldo del mese di agosto – si legge nella nota diffusa dal Tesoro – conferma il buon risultato delle entrate fiscali in linea con quanto registrato nei mesi precedenti. Dal lato dei pagamenti, rispetto al mese di agosto dello scorso anno, si registrano maggiori prelievi da parte delle amministrazioni territoriali”.

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