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I venti di guerra tornano a dominare i mercati riducendo la propensione al rischio

Le tensioni geopolitiche in Siria preoccupano i mercati e abbassano la propensione al rischio – Segnali dalla Fed: l’aumento dei tassi può attendere – Unicredit: a novembre il Santander in Pioneer – Enel, parte l’iter per il collocamento del 5% – Dopo l’Ipo di Rai Way, in Borsa arrivano le torri di Telecom Italia – Cambio della guardia in Saipem

I venti di guerra tornano a dominare i mercati riducendo la propensione al rischio

Perde colpi Tokyo (-0,3%) seguita dalla maggior parte dei listini asiatici. Pesa l’andamento deludente della produzione industriale: la politica di stimoli dell’Abenomics sta perdendo slancio. Fanno eccezione le Borse cinesi, in recupero in attesa di interventi sui mutui per fronteggiare la caduta dei prezzi dell’immobiliare.

Le tensioni geopolitiche tornano a pesare sui listini: cala così la propensione al rischio, mentre si moltiplicano le dichiarazioni delle “colombe”, a partire da William Dudley, presidente della potente Fed di New York: il tasso di inflazione, è il messaggio, è così basso che non ha senso anticipare l’aumento dei tassi.

Di qui il sensibile calo dei rendimenti dei T bond e la frenata della corsa al dollaro. Oggi sono previsti nuovi interventi di membri della Fed. Da rilevare che, nella primavera dl 2015, usciranno dalla Banca centrale i due falchi più noti, Richard Fisher di Dallas e Charles Plosser di Philadelphia.

Seduta negativa per Wall Street nonostante l’attività manifatturiera continui a marciare pieno regime (Pmi a quota 57,9 punti). A condizionare il mercato sono i segnali di crisi in arrivo dall’Europa. L’indice Dow Jones è sceso dello 0,68%, l’S&P 500 dello 0,37% e il Nasdaq dello 0,42%.

Sul listino è proseguito l’assestamento di Alibaba (-3,2%). Stretta di Barack Obama sulla tax inversion: d’ora in poi sarà più difficile per una società Usa acquistare una società estera per poi assumerne la nazionalità fiscale è così sfuggire all’erario americano. Perdono colpi i titoli coinvolti nelle operazioni: Abbvie -2%, Burger King -2,7%. 

RALLENTA LA GERMANIA, MILANO SOTTO STRESS

Le note più dolenti arrivano dalle Borse europee. Londra perde l’1,3%, Parigi -1,8%,Francoforte -1,4%. Scendono di più i settori più direttamente correlati al ciclo economico: Automotive -2,5%, Petroliferi -1,5%, Banche -1,2%. Nella zona euro il dato Pmi sull’industria manifatturiera è sceso a 50,5 da 50,7 di agosto.In Germania l’indice Pmi manifatturiero è sceso a settembre a 50,3 da 51,4 di agosto: si tratta del livello più basso degli ultimi 15 mesi.

A Milano FtseMib in discesa dell’1,5% con cali diffusi su tutto il listino. Lo spread tra Btp e Bund ha chiuso a 139 punti base e il rendimento del decennale domestico si è assestato al 2,40%.

UNICREDIT, A NOVEMBRE IL SANTANDER IN PIONEER

Nuova giornata difficile per le banche, le più sensibili al rallentamento della congiuntura economica. Unicredit ha lasciato sul terreno il 2,3% nonostante si avvicini la chiusura del dossier Pioneer- E’ stato lo stesso . Federico Ghizzoni a confermare la scelta del Banco de Santander quale partner al 50% per la società del gestito. “Nel tempo – ha detto l’ad della banca italiana si e’ sviluppata sempre di più l’opportunità industriale rappresentata da Santander.  Se le cose si concluderanno positivamente nascerà una società integrata con 350 miliardi di masse gestite, tra le prime quindici in Europa e fra le prime 25-30 al mondo”. La prossima tappa è la firma dell’accordo che “viene prevista entro novembre”.

In calo il resto del settore. Intesa perde l’ 1,8%, Monte Paschi -1,8%, Ubi Banca -1,5% e Banca Popolare di Milano -3,3%. In controtendenza In controtendenza Bper (+0,25%).Male il risparmio gestito: Mediolanum -2,54% e Azimut -2,48%.

ENEL, PARTE L’ITER PER IL COLLOCAMENTO DEL 5%

Tra le utility Enel ha perso il 2,36% a 4,048 euro in scia alle indiscrezioni secondo cui il ministero dell’Economia e delle Finanze ha avviato l’iter di vendita del 5-6% del capitale, inviando a banche d’affari e consulenti una lettera per scegliere l’advisor e ponendo il 31 dicembre del 2015 come termine finale del mandato.

Per ridurre il secondo debito pubblico in rapporto al Pil della zona euro, il governo punta a incassare nel 2014 circa 11 miliardi dalle privatizzazioni. Al momento, a questo fine, sono destinati solo 3 dei circa 3,5 miliardi ricevuti da Banca Mps per il parziale rimborso dei Monti bond. Agli attuali valori di mercato il 5% di Enel vale poco meno di 2 miliardi. Il titolo in Borsa stamane quota 4,12 euro, con un calo di 0,87% in linea a quello dell’indice dei blue chip.

A2Aha guadagnato lo 0,45% mentre Iren ha ceduto il 2,42%. Il presidente della multiutility Milano-Brescia,, Giovanni Valotti, ha dichiarato che una fusione tra le due società non è attualmente all’ordine del giorno. L’ad di Iren, Nicola De Sanctis, ha invece smentito i rumors di una sua imminente uscita dal gruppo a favore di Gabriele Del Torchio.

Sul mercato petrolifero scende il Brent a 96,7 dollari al barile (-0,2%), e sale il Wti a 91,6 dollari (+0,8%). Fra i titoli petroliferi Total è caduta in ribasso del 3,1%. Eni ha limitato la discesa all’ 1,6%. In calo Saipem (-0,6%). Il Cda che oggi ha nominato amministratore Francesco Gattei in sostituzione di Fabrizio Barbieri, dimessosi ad agosto. Nel trilaterale sul gas di venerdì a Berlino tra Unione europea, Russia e Ucraina, la Commissione Ue ha fatto sapere di essere disposta a discutere su South Stream.

DOPO L’IPO DI RAI WAY, LE TORRI DI TELECOM IN BORSA

Telecom Italia invariata a 0,888 euro in attesa del cda del prossimo 25 settembre che tratterà i temi legati all’America Latina. Nel frattempo l’operatore brasiliano di telefonia Oi ha reso noto che non parteciperà all’asta per le frequenze da 700 megaHertz che si terrà il prossimo 30 settembre. 

Intanto il gruppo sta valutando la quotazione delle torri di trasmissione con un’Ipo che potrebbe concretizzarsi nel 2015. Sul mercato potrebbe finire oltre il 50% della società a cui saranno conferiti circa 8 mila siti. Una decisione verrà presa dopo l’esito dell’Ipo di Rai Way.

L’intero settore delle torri è in fermento in attesa della quotazione della controllata Rai. Sale Ei Tower+0,56%. Equita ha alzato il prezzo obiettivo sul titolo da 46 a 52 euro (rating buy confermato), e di questi 52 euro, 47 euro sono su base stand-alone e 5 euro derivanti dalla possibile fusione con Raiway, ipotesi a cui la sim assegna un 50% di probabilità. Mediaset è in ribasso del 2,4%.

CITICORP BASTONA CAMPARI E PRYSMIAN

Fiat è scesa dell’1,6% , meno dell’indice automotive (-2,69%) In calo anche Cnh Industrial )-2,2%). Pirelli -2,8%. Finmeccanica arretra dello 0,8%, StM ,dopo le forti perdite della vigilia, chiude con un lieve progresso dello 0,1%. Tra le altre blue chip Atlantia ha perso il 2,24% a 18,75 euro. Tonfo di Prysmian (-3,04% a 14,37 euro) con Citigroup che ha ridotto la raccomandazione da buy a neutral e il prezzo obiettivo da 18,5 a 16,5 euro. Il broker Usa ha retrocesso anche Campari (-1,9%) a Neutral da Buy.

Prosegue il ribasso di Tod’s (-2,4%). Recupero di Yoox (+3,3%). Tra le small e mid cap, la cessione a Cremonini di una quota della nuova società di e-commerce in Cina ha messo il turbo a Class Editori (+8,82%). Sale anche Mondo Tv (+2,96%), premiata per la cessione ai blocchi del 5,08% della controllata Mondo TV France (+14,84%) a Orlando Corradi, azionista di maggioranza e presidente della stessa Mondo Tv.

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