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Grecia, fumata grigia ma si tratta: resta il nodo delle pensioni

A un giorno dalla scadenza della rata da 300 milioni che Atene deve al Fmi, l’accordo non c’è ma è più vicino: lo scoglio principale è quello delle pensioni – Draghi: “Conviveremo con un’alta volatilità” – Beige Book: gli Usa accelerano – Tlc: megamerger per Deutsche TeleKom e avance di Orange a Telecom Italia – Unicredit: nessun problema in Austria

Grecia, fumata grigia ma si tratta: resta il nodo delle pensioni

L’accordo con la Grecia non c’è ancora, ma le trattative continuano. Al termine del meeting di stanotte, Jean-Claude Juncker e Alexis Tsipras hanno deciso di proseguire i colloqui, a conferma che l’intesa è possibile, se non vicina. Resta da sciogliere, ad una giornata dalla scadenza di una rata (300 milioni) da versare al Fmi, il nodo delle pensioni. Tsipras ha ribadito che Atene farà fronte all’impegno.

GRECIA, FUMATA GRIGIA. MA SI CONTINUA A TRATTARE EURO E TASSI IN TENSIONE DOPO BCE E BEIGE BOOK

Nell’attesa non sono mancati i market movers:

a)    Dobbiamo abituarci a convivere con un’elevata volatilità”. Così Mario Draghi, per niente impressionato dai possibili effetti generati dai tassi ultra bassi. Il mercato l’ha preso in parola. Non era ancora finita la conferenza stampa della Bce che una pioggia di vendite ha fatto schizzare i rendimenti dei Bund tedeschi allo 0,897%, ai massimi da ottobre, dopo un rialzo di 32 punti base in sole due sedute. Per ritrovare un’escursione così ampia per i titoli di Berlino bisogna risalire al 1998. Il successo, insomma, ha i suoi inconvenienti. Il Qe, per dirla con Draghi, “sta funzionando”: risale l’inflazione, l’eurozona sta centrando i target di crescita.
b)    Il Beige Book americano ha segnalato che l’economia Usa sta accelerando la crescita in tutti i 12 distretti. Sono in crescita i consumi con l’eccezione di New York, in lieve ribasso, e di Richmond, invariata. Intanto a maggio le vendite di auto sono salite ai massimi dal 2005. Si avvicina così la stagione dell’aumento dei tassi. Unico neo è la forza del dollaro che ha frenato l’export in alcuni settori. Ieri, in sintonia con l’andamento del mercato europeo, il Bond decennale è risalito al 2,33 %.

In questa cornice:

rallenta la Borsa di Shanghai -1,8%. Hong Kong -0,9%. Lievi guadagni a Tokyo +0,3%.
Salgono i listini americani. L’indice Dow Jones è avanzato dello 0,36%, l’S&P 500 dello 0,21% e il Nasdaq dello 0,45%.
Si profila un altro mega merger nelle tlc: l’acquisto da parte di Dish di T mobil, il quarto gestore mobile Usa controllato da Deutsche Telekom.

L’euro si è apprezzato ancora sul dollaro, arrivando a 1,126 da 1,115 della chiusura. La Borsa di Milano ha messo a segno un lieve rialzo. L’indice Ftse Mib ha guadagnato lo 0,1%. Più ampia la variazione positiva di Francoforte (+0,8%) e di Parigi (+0,6%). Madrid +0,2% e Londra +0,4%. Il rendimento del BTP, sceso nel corso della mattinata fino a quota 2,01%, è risalito, arrivando a toccare un massimo di giornata a 2,20%.

Scivola infine il prezzo del petrolio: brent a 64 dollari (-2%). In attesa del vertice Opec di domani a Vienna si registra ampia convergenza sulle tesi saudite: il mercato si è stabilizzato attorno ai 65 dollari, esclusi tagli alla produzione. In Piazza Affari titolo Eni -0,2%, titolo di Saipem -0,8%.

GHIZZONI: CONTI UNICREDIT OK, NESSUN PROBLEMA IN AUSTRIA

Nel settore bancario si è distinta Unicredit +1,32%. L’ad Federico Ghizzoni ha affermato ieri che “il secondo trimestre è buono, si confermano i dati positivi del primo. Stiamo lavorando veramente duro per riportare su la profittabilità del gruppo”. Il Ceo, a margine di un evento a Milano, ha chiarito che la richiesta di un cuscinetto di capitale addizionale del 3% indicata dall’autorità austriaca FMSB per le principali banche austriache, tra cui la controllata Bank Austria, non avrà impatti sul gruppo Unicredit, i cui livelli patrimoniali sono già allineati ai nuovi requisiti. Giornata positiva anche per Mps (+1,22%): Pietro Modiano è in pole position per succedere ad Alessandro Profumo. Bene Bper e Ubi , entrambe +0,8%, Intesa (+0,54%). In terreno negativo Bpm (- 0,26%) e Banco Popolare (-1,28%).

Fuori dal paniere principale Carige, cede l’1,8% in vista dell’aumento di capitale da 850 milioni che dovrebbe partire la prossima settimana. Il mercato si aspetta un sconto elevato sul Terp che secondo indiscrezioni stampa sarà in un range del 30-35% per un’operazione dal forte effetto diluitivo.

TELECOM, NUOVE AVANCES DI ORANGE

Mattinata ruspante, ma finale in sordina per Telecom Italia, + 0,4% in chiusura dopo aver segnato la quotazione più alta dall’ottobre 2009. Il balzo è stato provocato dall’intervista al Financial Times  di Gervais Pellissier, che guida le operazioni europee di Orange, secondo cui il colosso di tlc italiano potrebbe essere fra gli obiettivi per un futuro consolidamento del gruppo francese in Europa.
Icbpi rileva nel report odierno che “l’andamento positivo del titolo, salito del 10% in un mese, resta supportato dallo scioglimento di Telco e dalle attese di possibili operazioni di M&A”. Dall’inizio dell’anno il titolo registra un guadagno del 33% che si confronta con il +15% messo a segno dall’indice Europe Stoxx Tlc.??

CREDIT SUISSE SPINGE MEDIASET. AUTOGRILL VOLA IN USA

A piazza Affari il miglior titolo è stato Mediaset (+2,25%), spinto dal Credit Suisse che ha confermato la raccomandazione overweight. Il broker svizzero ha raccomandato altri titoli di Piazza Affari: Prysmian (+1,73%), Rai Way (+1,36%) e Pirelli (-0,5%).

In luce anche Autogrill (+1,1%) sull’onda dell’accelerazione del traffico negli aeroporti americani ad aprile in accelerazione rispetto al primo trimestre. Negativo invece il lusso: Ferragamo -2%.

CHECK UP DI FINMECCANICA +1,4% SUL DEBITO

Da segnalare ancora:

acquisti sostenuti su Finmeccanica, +1,42%. Il gruppo ha avviato la rinegoziazione di una linea di credito da 2,2 mld euro con l’obiettivo di ridurre il costo del debito. In calo Exor (-0,7%). La società ha depositato presso la Sec i documenti definitivi per la sollecitazione delle deleghe di voto in opposizione all’operazione di fusione con Axis che il Cda di PartnerRe ha raccomandato. Questo ha consentito alla finanziaria di comunicare direttamente con gli azionisti Partner Re la propria “superiore proposta vincolante interamente in denaro del valore di 137,5 dollari per azione” sollecitandoli a votare contro l’operazione con Axis. PartnerRe ha risposto che “le affermazioni” di Exor sono prive di fondamento”.

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