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Derivati: Corte Conti assolve ex ministri e vertici del Tesoro

La Procura generale chiedeva un risarcimento da 3,9 miliardi: assolti Maria Cannata, l’ex direttore generale Vincenzo La Via e gli ex ministri Domenico Siniscalco e Vittorio Grilli – I contratti sono stati ritenuti legittimi e, allo stesso tempo, insindacabili dal punto di vista delle scelte amministrative.

Derivati: Corte Conti assolve ex ministri e vertici del Tesoro

La Corte dei Conti dichiara ‘il difetto di giurisdizione’ nel caso dei derivati stipulati dal Tesoro. Una vicenda per cui la Procura generale chiedeva un risarcimento da 3,9 miliardi ad ex ministri e vertici del ministero. I contratti sono stati ritenuti dalla sentenza della Corte dei Conti n.346/2018 legittimi e, allo stesso tempo, insindacabili dal punto di vista delle scelte amministrative. ‘Non si puo’ – si legge nella sentenza – ritenere che la stipulazione dei contratti derivati in contestazione integri gli estremi di una violazione di legge’.

Inoltre ‘la Corte dei Conti puo’ e deve verificare la compatibilita’ delle scelte amministrative con i fini pubblici dell’ente, ma, per non travalicare i limiti esterni del suo potere giurisdizionale, una volta accertata tale compatibilita’, non puo’ estendere il suo sindacato all’articolazione concreta dell’iniziativa intrapresa dal pubblico amministratore, la quale rientra nell’ambito di quelle scelte di merito di cui la legge stabilisce l’insindacabilita”.

Sono stati dunque assolti l’ex responsabile del debito pubblico Maria Cannata (assistita dagli avvocati Giuseppe Iannaccone e Riccardo Lugaro), l’ex direttore generale Vincenzo La Via, gli ex ministri Domenico Siniscalco e Vittorio Grilli, oltre alla banca Morgan Stanley (difesa tra gli altri da Antonio Catricala’). Al centro delle contestazioni c’era l’inserimento nel contratto con Morgan Stanley di una specifica clausola di uscita anticipata dai derivati, l’Ate.

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