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Cernobbio, il premier chiude al Monti-bis: il mio governo un episodio, ma gli italiani hanno capito

“Il governo tecnico è un’esperienza limitata nel tempo”: così il premier, intervenendo al workshop Ambrosetti di Cernobbio, ha glissato sull’eventualità di un mandato-bis nel 2013, riconoscendo però che gli italiani “non ne sarebbero scandalizzati, e hanno dimostrato di essere tutt’altro che ingovernabili: la domanda di politica c’era, mancava l’offerta”.

Cernobbio, il premier chiude al Monti-bis: il mio governo un episodio, ma gli italiani hanno capito

Continua a schermirsi, Mario Monti, e lo fa anche nel discorso che chiude i lavori dell’appuntamento di Cernobbio. Nella tre giorni del consueto workshop internazionale organizzato da The European House – Ambrosetti la parola d’ordine è infatti stata “Monti-bis”, ma il diretto interessato non ha voluto, fino all’ultimo, sbilanciarsi. “Il mio governo è un episodio, l’esperienza del governo tecnico è limitata nel tempo”, ha ribadito il professore, dicendosi però fiducioso che “le competenze rimarranno, resterà l’eredità dell’importanza delle competenze nell’attività politica”, ovvero che la linea di indirizzo è ormai delineata e qualsiasi esecutivo arriverà nel 2013 saprà operare in linea di continuità con l’austerity e le riforme impostate dalla squadra dei tecnici.

Di questa certezza, secondo il presidente del Consiglio, va dato merito alle forze politiche (“i partiti hanno dimostrato di avere senso di responsabilità resistendo alle pressioni delle lobby, il basso grado di considerazione che hanno non se lo meritano”) ma soprattutto agli italiani: “Un sondaggio di ieri lo conferma, ma era comunque una mia impressione: i cittadini non sono scandalizzati dal governo tecnico né dalla possibilità che ciò possa riaccadere”, anche attraverso una grande coalizione, “e va dato loro atto di aver dimostrato predisposizione al rigore, nonostante i pesanti carichi a cui sono stati sottoposti”.

“Voglio anche aggiungere – ha proseguito Monti nell’elencare i riscontri strettamente politici della propria esperienza a Palazzo Chigi – che spesso abbiamo pensato che gli italiani siano ingovernabili, ma non è così: la domanda di istituzioni c’è, il problema è che a volte è mancata l’offerta”. Un pensiero è andato anche al predecessore Silvio Berlusconi, “per il quale non deve essere stato facile psicologicamente abbandonare a novembre, ma sia in quel momento sia nei mesi successivi non ha fatto mancare lealtà e sostegno”.

Infine, rispondendo alla domanda sull’imminente decreto anti-corruzione: “I ministri competenti, Cancellieri e Patroni Griffi, sanno benissimo quanto il presidente del Consiglio tenga che questo provvedimento venga preso, anche perché ormai è chiaro, anzi stra-chiaro, che la corruzione è uno dei primi ostacoli allo sviluppo in questo Paese, oltre che dannosa per una serena convivenza civile”. Già, lo sviluppo: “Siamo tutti impegnati a sostenere le iniziative del ministro Passera sulla crescita”. E’ quello che l’Italia e l’Europa aspettano.

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