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Btp in volo in attesa di Madame Lagarde in Bce

La discesa dei rendimenti dei titoli di Stato e dei prezzi del petrolio rivelano i timori dei mercati sulla congiuntura economica: sarà il primo problema del nuovo presidente della Bce, Christine Lagarde

Btp in volo in attesa di Madame Lagarde in Bce

La discesa dei prezzi del petrolio, così come quella dei rendimenti delle obbligazioni dell’Eurozona, sta a testimoniare le preoccupazioni dei mercati per la perdita di velocità della congiuntura economica, frenata tra l’altro dal confronto sui dazi. È la prima emergenza che Christine Lagarde erediterà da Mario Draghi, che il giorno 25 guiderà per l’ultima volta il direttorio della Bce. Potrebbe essere l’occasione per un taglio dei tassi anche se, come ha sostenuto ieri Loretta Meister, presidente della Fed di Cleveland, è dubbio che la terapia degli stimoli monetari sia ancora in grado di prolungare la crescita infinita dell’economia. Dal primo luglio gli Stati Uniti sono ufficialmente nel ciclo di espansione economica più lungo della loro storia, battendo il record di 120 mesi consecutivi di crescita della Clintonomics. I mercati si avviano così, in tono dimesso, agli appuntamenti delle banche centrali di fine mese.

L’AUSTRALIA TAGLIA I TASSI, DAZI DI TRUMP PER L‘EUROPA

Ieri ha aperto i giochi la Bank of Australia, con l’atteso taglio del costo del denaro. I mercati messi in allarme dalle dichiarazioni del governatore della Banca dell’Inghilterra, Mark Carney, sui pericoli del ritorno del protezionismo (ieri è stata resa nota la lista dei dazi Usa contro l’Europa per gli aiuti ad Airbus) stamane comprano yen, la valuta rifugio dell’Asia e si rivolgono di nuovo all’oro +0,6%. Euro poco mosso a 1,128 su dollaro.

Le principali Borse dell’Asia sono in ribasso, con pochi scambi, in vista della festa del 4 luglio negli Stati Uniti: oggi Wall Street chiude prima, in vista del Giorno dell’Indipendenza.

Rallenta in Cina l’indice Pmi servizi nonostante gli stimoli governativi a favore del settore. L’indice Csi 300 di Shanghai e Shenzhen, debole anche Hong Kong. A Tokyo l’indice Nikkei cede lo 0,6%, giù il Kospi coreano -0,9%.

FRANA IL BRENT (-4,1%), RISTRUTTURAZIONE PER SAIPEM

A condizionare i listini è stata soprattutto la frana dei prezzi del petrolio. Ieri il Brent ha perduto il 4,1%: l’incertezza sul possibile rallentamento dell’economia globale prevale sugli effetti dell’accordo Opec che estendere i tagli all’offerta fino a marzo. Stamane il greggio tratta a 62,58 dollari l’oncia, +0,3%.

A Piazza Affari Eni -0,8%. In forte calo ieri Tenaris (-2,2%) e Saipem (-2,4%). Reuters parla sforzi per trovare un partner per le attività di perforazione del gruppo spostando un top manager a capo del business.

Il calo del greggio non ha impedito a Wall Street di chiudere ieri in terreno positivo: Dow Jones +0,26%, S&P 500 +0,29%, Nasdaq +0,22%.

INIZIA L’ERA LAGARDE, L’ITALIA PESA MENO A BRUXELLES

La seduta dei mercati europei è stata dominata ieri dalla partita a scacchi per definire le cariche principali della futura guida dell’Eurozona. Nel tardo pomeriggio è arrivata la fumata bianca: il ministro della Difesa tedesco, Ursula von der Leyen, della Cdu, sarà il prossimo presidente della Commissione Europea. L’attuale numero uno del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, succede a Mario Draghi come prossimo presidente della Bce. L’accordo tra Francia e Germania si completa con la designazione del liberale belga Charles Michel come presidente del Consiglio europeo al posto di Donald Tusk. Una netta sconfitta per il fronte sovranista e un ridimensionamento dell’influenza italiana sui tavoli che contano in Europa.

Oggi la Commissione Europea valuterà se sospendere o meno la procedura disciplinare per debito eccessivo nei confronti del Bel Paese. La previsione è che dovrebbe essere ritirata la raccomandazione di procedura per debito eccessivo sull’Italia, ritenendo i conti pubblici italiani del 2019 in linea con il Patto di Stabilità. Il confronto tra Italia e istituzioni europee è solo rimandato all’autunno, quando il governo dovrà ripresentare i conti a Bruxelles.

PIAZZA AFFARI +0,65% AL TOP IN EUROPA

Piazza Affari (+0,65%) ha chiuso in bellezza a 21.392 punti base, prima Borsa dell’Eurozona, nonostante la frenata dei petroliferi.

Oggi la Commissione Europea valuterà se sospendere o meno la procedura disciplinare per debito eccessivo nei confronti dell’Italia.

I listini continentali hanno archiviato una seduta moderatamente positiva: Francoforte +0,04%, Parigi +0,16%, Madrid +0,22%, Londra +0,83%. 

I BTP A DUE ANNI A TASSO ZERO, SPREAD A 222

Continua la discesa dei rendimenti dei titoli del debito. Il rendimento del Btp decennale ai minimi da oltre un anno, guidato anche dalle speranze di una distensione nel confronto con Bruxelles sui conti pubblici.

Lo spread tra Btp e Bund sul tratto decennale chiude a 222 punti, sui minimi da luglio 2018.

Il tasso del benchmark agosto 2029 scende a 1,85% da 1,95% di ieri in chiusura, sui minimi da maggio 2018.

Ma la performance dei Btp si inquadra in un contesto generale favorevole. Molti titoli di Stato dell’area euro, sia core che periferici, hanno registrato minimi record questa settimana in risposta alle indicazioni secondo cui il board della Bce sarebbe unito e pronto ad allentare la politica monetaria. Sarà il degno epilogo della missione di super Mario Draghi.

I mercati monetari stanno prezzando al 50% la probabilità di un taglio dei tassi di 10 punti base al direttorio della banca centrale in calendario a fine luglio.

FERRARI IN POLE POSITION, BENE LE UTILITIES

In pole position in Piazza Affari Ferrari che, con un guadagno superiore al punto percentuale proietta la quotazione sul nuovo record storico a 146,35 euro. Da inizio anno l’incremento è stato del 66%, miglior performance tra le blue chip milanesi, battuta solo da quella di Azimut (+72/). Negli ultimi 12 mesi +24%. 

Fiat Chrysler (-0,37%) ha azzerato le perdite della mattina. Le vendite del gruppo negli Usa sono cresciute a sorpresa del 2% a 206.083 veicoli sospinte da un aumento del 45% delle vendite dei modelli Ram. Altre case, tra cui Hyundai Motor, hanno riportato un aumento delle vendite negli Stati Uniti a giugno, grazie anche a forti sconti fino al 30% o più sui loro modelli più popolari a giugno, in una fase di rallentamento del mercato. 

Il calo dei tassi continua a sostenere le quotazioni delle utilities.

Enel avanza del 2,19%, Snam e Italgas +2,5%. Terna ha chiuso in rialzo del 3,52%, A2A del 2,20%.

POSTE ITALIANE IN VOLO GRAZIE AI TITOLI DI STATO

Banche deboli: Unicredit -1,1%, Ubi -2%. In direzione opposta Intesa Sanpaolo (+1%), ad un passo dalla cessione di 3,5 miliardi di euro di crediti deteriorati ed incagliati (Unlikely To Pay) a Prelios.

Poste Italiane è stata tra le migliori blue chip della seduta: +1,9% a 9,41 euro. I tassi che scendono, e quindi i titoli di stato che crescono di valore, sono una buona notizia anche per Poste: nel primo trimestre di quest’anno, le plusvalenze sui governativi si sono attestate a 261 milioni di euro.

BRILLA ANIMA, MEDIASET LEGATA AL RECESSO

Brilla anche Anima Holding: +3% a 3,11 euro. Mediobanca ha promosso il titolo ad outperform con target price a 4,50 euro. Il 91% dei broker del panel di Bloomberg ha sul titolo una raccomandazione Buy e il target medio fondamentale è a 4,75 euro (+53% di upside).

Mediaset debole ma sopra i minimi della seduta con un calo dell’1,39% a 2,84 euro. Il titolo si è avvicinato a 2,77 euro in seduta, prezzo fissato per il recesso legato al riassetto che porterà alla creazione di una holding olandese.

RECUPERA ATLANTIA, BALZO DI ASTALDI

Atlantia (+3,8%) recupera le perdite della vigilia. Il titolo ha accelerato dopo la diffusione di una bozza della relazione dei tecnici del ministero dei Trasporti secondo cui è consigliabile una diversa soluzione rispetto alla revoca della concessione, pur essendo questa “realmente plausibile”. Il vicepremier Luigi Di Maio ha tuttavia ribadito che si va avanti con la risoluzione unilaterale della concessione. Balzo di Astaldi (+8,42%) in attesa di novità sull’acquisizione da parte di Salini Impregilo +1,29% nell’ambito del Progetto Italia, il polo italiano delle costruzioni che dovrebbe via via coinvolgere altre società del settore.

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