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Borse, oro, petrolio nella tempesta e i capitali corrono verso porti sicuri: T-Bond e Bund

In piena tempesta finanziaria i capitali cercano porti sicuri: se Borse, obbligazioni, euro, oro e materie prime sono in fibrillazione, tutti corrono a rifugiarsi sotto i titoli di Stato americani e tedeschi – Piazza Affari inizia positiva – Oggi il debutto di Visco all’assemblea di Banca d’Italia – Vertice al telefono Obama, Merkel, Holland e Monti

Borse, oro, petrolio nella tempesta e i capitali corrono verso porti sicuri: T-Bond e Bund

L’ASIA AI MINIMI, I CAPITALI CORRONO SU T BOND E BUND

CORNICE DRAMMATICA PER LA “PRIMA “ DI IGNAZIO VISCO

Difficile immaginare una cornice più drammatica per l’esordio di Ignazio Visco che oggi, per la prima volta, leggerà le Considerazioni finali all’assemblea di Banca d’Italia.

Il pesante tonfo delle Borse asiatiche, che si avviano a chiudere il mese peggiore dal 2008, è l’ultimo tassello di un quadro drammatico: a Tokyo l’indice Nikkei chiude a -1,64% , Hong Kong a -1,23%. Nel mese di aprile la capitalizzazione complessiva dei mercati azionari mondiali è scesa di 6 mila miliardi di dollari.

Il ribasso non ha risparmiato Wall Street: indice Dow Jones -1,28%, indice Nasdaq -1,17%, lo S&P addirittura -1,43%. Impressiona la caduta di Rim -10%. La società del Blackberry ha avvertito che il trimestre in corso si chiuderà in rosso ed ha comunicato di aver reclutato due advisor (JP Morgan e RBC) per valutare nuove partnership e modelli di business.

Ieri sera la banca centrale del Brasile ha deciso il taglio dei tassi all’8,5% ai minimi storici per il Paese. L’obiettivo è di rilanciare la crescita, scesa al 2,7% (contro il 7,5% dell’anno scorso),

Il segnale più sinistro è, probabilmente, la corsa ai “porti sicuri”, ovvero i nuovi record minimi dei rendimenti dei Bund tedeschi a 10 anni (1,27%) o dei decennali Usa, scivolati l’1,62%. L’allarme non risparmia l’euro, in piena ritirata: la moneta unica è scesa per la prima volta dal primo luglio del 2010 sotto la soglia psicologica di 1,24. La divisa unica stamane è trattata a 1,2378 (1,2438 la rilevazione di ieri della Bce).

Al contrario, l’oro è in piena ritirata: 1562 dollari l’oncia.

Forte ribasso anche del petrolio: il future sul Wti tratta a 88,3 dollari il barile (-3%). Il Brent cade a 103,3 dollari, -3,2%, sui minimi dal 20 dicembre.

Stamattina il Tesoro italiano ha portato a termine con qualche difficoltà l’asta dei Btp a 5 anni ed a 10 anni. I rendimenti sono saliti sui massimi da gennaio. Il rendimento dei decennali sale 5,90%, di nuovo in zona di allarme rosso, mentre lo spread con il Bund è risalito a 464 punti base. A preoccupare di più sono stati i tassi di aggiudicazione dei quinquennali: il 5,66%, sempre più vicini a quelli dei dieci anni, a conferma che si va appiattendo la curva con le scadenze più breve (il biennale è salito al 4,4%), perché si è esaurito l’effetto di Ltro. Un fenomeno che si combina con la nuova fuga degli investitori esteri dai Btp e dalle obbligazioni corporate: da aprile ad oggi 200 miliardi circa.

Si moltiplicano i contatti tra i Big. Tra le iniziative una telefonata di Barack Obama a Mario Monti e una dura presa di posizione dell’ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder verso la politica di Angela Merkel.

Intanto la prospettiva di un collasso della situazione greca è sempre più tangibile. A raffreddare le residue speranze degli investitori è stata la diffusione di un sondaggio sulle elezioni del 17 giugno in Grecia: secondo questa indagine, il partito anti europeista Syriza è in testa con il 30% dei voti, al secondo posto Nuova Democrazia con il 26,5%. Nel corso del pomeriggio è stato diffuso un altro sondaggio che pone le due formazioni appaiate al 24,5%.

Euler e Coface hanno sospeso l’erogazione di crediti all’export veso la Grecia.

Segnali di conforto invece da Bruxelles dove, per bocca del commissario agli Affari Economici e Monetari Olii Rehn, la Commissione Europea si è dichiarata pronta a concedere alla Spagna un tempo aggiuntivo per il rientro dal deficit di bilancio al di sotto del 3% del Pil se presenterà un budget solido per il 2013 e il 2014. L’Europa ha aperto anche sulla possibilità di interventi diretti nel capitale delle banche da parte dei fondi anticrisi della zona euro per fronteggiare la crisi che sta investendo alcuni dei principali gruppi bancari spagnoli.

Fiat Industrial +1% è stata la grande protagonista della seduta di Piazza Affari. Ieri la società ha comunicato di aver proposto al cda della controllata Cnh di valutare i benefici derivanti da una potenziale integrazione attraverso la fusione in una nuova holding di diritto olandese. Exor invece è terminata in ribasso dell’1,2%.

Pirelli chiude a – 3,5% , Fiat -5,1%. Sotto anche Prysmian -3,3% e Tenaris -3,6%.

In Piazza Affari è caduta la Banca Popolare di Milano -4,8%. L’istituto di Piazza Meda ha annunciato ieri che non pagherà la cedola di due sue obbligazioni. In forte ribasso anche la Popolare dell’Emilia -3,6%. Positive Banco Popolare +1,1% e Unicredit +0,2%.

Giornata pesante per Generali che ha perso il 3%.

Soffrono anche le utility: Enel -2,8%, Enel Green Power -3%, A2A -2,8%. Il Cda di Eni ha oggi deciso che cederà una partecipazione del 30% meno un’azione del capitale votante di Snam -1,1% a Cdp a un prezzo fisso di 3,47 euro per azione, pari a un premio di circa l’11% rispetto alla chiusura del titolo in Borsa ieri a 3,1360 euro.

Il corrispettivo totale, pari a circa 3,517 miliardi di euro, sarà pagato da Cdp in tre tranche, di cui la prima al momento del closing, per un ammontare totale di circa 1,759 miliardi di euro, la seconda entro il 31 dicembre 2012, pari a circa 879 milioni di euro, e la terza entro il 31 maggio 2013, pari a circa 879 milioni di euro.

Mediaset perde il 3,7%. %. Soffrono i titoli del lusso: Tod’s -2,6, Luxottica -3,5%.

Male i titoli delle costruzioni: Impregilo -4,7%, Buzzi -4,3%.

Telecom Italia ha chiuso in rialzo dell’1,1%. Stamattina Bernstein ha portato il giudizio a outperform da neutral. Un altro broker, Morgan Stanley, ha inserito il titolo tra le opportunità di breve periodo.

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