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Borse: apertura positiva, poi listini europei in altalena

Dopo un rimbalzo iniziale, nei mercati europei prende il sopravvento la volatilità – Prima una virata in rosso, poi torna il segno positivo – Spread a 434 pb – Intanto è sempre emergenza: Papandreou non torna indietro – Pressing del Quirinale e delle imprese su Berlusconi: oggi Consiglio dei Ministri per adottare d’urgenza le misure anti-crisi.

Borse: apertura positiva, poi listini europei in altalena

Giornata d’altalena per le Borse. Dopo un’apertura positiva, i listini del Vecchio Continente hanno girato in rosso, ma a fine mattinata sulle principali piazze europee sono tornati gli acquisti: Milano guadagna lo 0,6%, ma la volatilità rimane molto alta. Male solo Londra (-0,27%), va meglio a Parigi (+0,25%) e a Francoforte (+0,30%). Lo spread sui Btp è tornato a salire fino a 433 punti base.

Wall Street paga il conto alla crisi del debito sovrano che sconvolge l’Europa. Il Dow Jones perde il 2,5%, l’S&P500 il 2,2%, il Nasdaq il 2,9%.

I dati macroeconomici pubblicati ieri pomeriggio contribuiscono a dare ancora più forza all’ondata ribassista. La spesa edilizia in settembre è salita solo dello 0,2% sotto le attese dello 0,3%. L’indice Ism delle aziende dell’industria manifatturiera si è attestato a 50,8 punti, sotto le stime degli economisti che indicavano un rialzo a 52 da 51,6 di settembre. Soffre il mercato azionario degli Stati Uniti ma la moneta del Paese si rafforza nei confronti delle principali valute del mondo: il dollaro index sale dell’1,7%, è il terzo giorno consecutivo di rialzo.

Le banche e le società finanziarie sono nell’occhio del ciclone. Morgan Stanley -9,4%, Citigroup -7%, JP Morgan -6,4%, Bank of America -5,7%.

La Borsa di Milano ieri ha chiuso in forte calo ed ha annullato nel giro di due sedute il maxi rialzo di giovedì, un balzo che aveva accompagnato l’annuncio del varo di un piano di azioni e misure di contenimento della crisi dei titoli governativi da parte delle istituzioni europee. Il panic selling ha largamente dominato tutti i mercati finanziari europei.

Wall Street ha finito in calo nonostante i dati in arrivo dalle trimestrali delle società siano stati generalmente confortanti: almeno il 75% delle società dell’S&P500, che dall’11 ottobre ad oggi hanno comunicato i dati, hanno battuto le attese degli analisti. La Borsa degli Stati Uniti è penalizzata dai timori che il contagio della crisi europea varchi l’Oceano Atlantico e dalla notizia della bancarotta di Mf Global Holdings, un conglomerato di aziende che si occupa di gestione delle piattaforme sulle quali vengono negoziati opzioni, futures, derivati ed altri titoli esotici.

I dubbi sull’efficacia del piano di salvataggio dell’euro e sulla capacità dei leader europei di riuscire a portare avanti un programma complesso, articolato e ambizioso come quello partorito a Bruxelles la settimana scorsa hanno messo in fibrillazione l’area dei paesi periferici, in particolare Italia e Spagna. Il rendimento del Btp italiano tratta 6,08% (+9 punti base) ma nel corso della seduta è arrivato a 6,11%, in prossimità dei massimi dall’introduzione dell’euro segnati all’inizio di agosto. Il rendimento del Btp a 5 anni ha stabilito un nuovo record dal 1997 a 5,92%. Il rendimento del bono spagnolo sale di 6 punti base a 5,53%. La paura ha spinto gli investitori verso il bund tedesco: il rendimento del decennale del governativo della Germania è sceso di 14 punti base a 2,03%. Il differenziale Italia-Germania è salito a 401 punti base. Preoccupante è anche l’allargamento dello spread tra il titolo di stato della Francia ed il bund, arrivato a 108 da 98 di venerdì, il segnale che anche Parigi, che pure dovrebbe rappresentare uno dei due pilastri sui quali costruire le fondamenta del fondo salva Stati, non può ritenersi immune dal contagio.

L’euro si è svalutato a 1,392 sul dollaro da 1,415 della chiusura mentre si è rivalutato sullo yen: stanotte il Giappone è intervenuto per la seconda volta in tre mesi vendendo yen in modo da frenare l’apprezzamento della sua moneta, diventata negli ultimi mesi un bene rifugio per i capitali in fuga dall’Europa.

Il petrolio tipo Wti tratta a 92,8 dollari il barile (-1,3%).

BERLUSCONI, CON LETTA E TREMONTI PER MISURE DI RIGORE

“Il presidente Berlusconi, in collaborazione con alcuni ministri del settore economico, sta mettendo a punto l’operatività delle misure dell’agenda europea concordate con Bruxelles, e che verranno illustrate ai partner del G-20. Le scelte del governo saranno applicate con la consapevolezza, il rigore e la tempestività imposti dalla situazione”, si legge nella nota di palazzo Chigi.

Crosetto, che ritiene che le riforme andranno fatte in Parlamento con la presentazione di disegni di legge e non per decreto, sostiene si debba partire dalle riforme sul mercato del lavoro. “So benissimo che la bozza Ichino al ministro del Welfare Maurizio Sacconi non piace, non la considera perfetta.

Ma proprio perché viviamo questi momenti dobbiamo poter partire da proposte condivise”, dice l’esponente piemontese del Pdl. Per Crosetto “sulle liberalizzazioni e la vendita del patrimonio bisogna fare la stessa cosa”.

In attesa che si delinei il piano per il rilancio della crescita, il governo sta valutando anche la definizione da subito del taglio alle agevolazioni fiscali e assistenziali necessario a ridurre il deficit di 20 miliardi nel 2014, la cosiddetta clausola di salvaguardia.

“È una delle misure da mettere sul tavolo se la situazione dovesse continuare a peggiorare”, dice una fonte politica. Il margine di intervento c’è ma è molto meno grande di quanto possa sembrare. Alcune agevolazioni sono intoccabili perché garantiscono la progressività delle imposte sancita dalla Costituzione. Altre servono a rendere il sistema fiscale italiano coerente con il diritto comunitario.

Altre ancora, come le detrazioni per i figli a carico o le agevolazioni per le spese sanitarie, se tagliate avrebbero un costo politico enorme per il governo.

Senza contare l’effetto complessivo sulla pressione fiscale e assistenziale, che in base alle stime della Banca d’Italia schizzerà al 44% già nel 2012, il 43,8% previsto dal Tesoro più lo 0,2 della clausola di salvaguardia.

Il segretario del Pd Pierluigi Bersani ha avuto ieri mattina un colloquio con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel corso del quale, secondo quanto riferito dal vicesegretario Enrico Letta, ha chiesto che si giunga subito, prima del G20 di Cannes, alla formazione di un “governo di emergenza” che dia il segnale “di un cambio dello scenario politico per reggere la tormenta in arrivo”.

PIAZZA AFFARI

A Piazza Affari sono crollate le banche. Unicredit -12,44%, Intesa Sanpaolo -15,8%, Ubi Banca -6,81%, Banco Popolare -8,98%, Mediobanca -4,86%. Banca Popolare di Milano ha chiuso la seduta a 0,447 dopo essere stata sospesa per eccesso di rialzo in avvio di seduta. Oggi ha preso il via l’aumento di capitale da 800 milioni di euro che si concluderà il 18 novembre. Il prezzo delle nuove azioni è 30 centesimi per azione, ovvero il 40% di sconto sul Terp (ai prezzi di giovedì). I diritti dell’aumento di capitale hanno perso il 32% a 0,681 euro.

Vendite sulle compagnie assicurative: Generali -4,53%. In caduta libera le azioni delle società dell’industria dell’automotive, soprattutto Fiat -9,46% e Fiat Industrial -5,95%.Pirelli -4,92%.

Chrysler, gruppo Fiat, a ottobre ha realizzato un aumento delle vendite di auto (retail e flotte) del 27% a 114.512 unità, segnando il miglior ottobre dal 2007. Lo dice una nota della società, aggiungendo che la parte retail ha visto un aumento del 40%. Il gruppo ha chiuso il mese con scorte per 68 giorni, pari a 299.896 unità. Anche settembre aveva visto un aumento del 27%. Ford ha, invece, annunciato che a ottobre le vendite sono salite del 6% rispetto allo stesso periodo del 2010 pari a 167.803 veicoli. A tirare le auto con il marchio Ford e i camion.

Quanto a General Motors, sempre a ottobre, le vendite sono salite del 2% pari a 186.895 auto. Le consegne di vetture nel mese scorso sono cresciute del 3% rispetto allo stesso periodo del 2010 e rappresentano il 77% di tutte le vendite di GM. La major Usa ha confermato, infine, le stime di vendite per l’anno di circa 13 milioni negli Stati Uniti e si attende giacenze per circa 500.000 veicoli per la fine dell’anno.

Vendite sugli industriali come Finmeccanica -7,37%, Prysmian -4,38%, StMicroelectronics -6,68% e Tenaris -6,15%. Eni ha perso il 4,5%, Enel il 5,4%. Atlantia ha chiuso in ribasso del 3,62%. Tra i pochi titoli in rialzo nel paniere delle blue chip, Parmalat +1,4% e Lottomatica +1,5%. Mediaset ha perso il 4,8% dopo un avvio in rialzo. Secondo il Sole24Ore, il fondo di private equity Clessidra potrebbe partecipare al piano di ristrutturazione di Endemol, la società di produzioni televisive partecipata dal gruppo media. L’articolo parla di un investimento complessivo da 400-500 milioni di euro. Nel Midex, Maire Tecnimont ha chiuso a 1,20 euro, in rialzo del 17%. La società ha comunicato di essersi aggiudicata una commessa da 540 milioni di dollari per lavori in Egitto.

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