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Borsa, occhi puntati su Mediobanca e Camfin: Milano inizia bene. Effetto recessione in Asia

In attesa della conferenza stampa di Draghi di domani, oggi per la finanza italiana è il grande giorno di Mediobanca e Camfin: la banca guidata da Nagel tiene un cda per ascoltare le ragioni dell’ad, mentre è atteso il faccia a faccia tra Tronchetti Provera e Malacalza – Male i mercati in attesa della Bce: giù Wall Street e l’Asia – Milano gira in negativo.

Borsa, occhi puntati su Mediobanca e Camfin: Milano inizia bene. Effetto recessione in Asia

MEDIOBANCA E CAMFIN, I SALOTTI SI CONFESSANO. EFFETTO RECESSIONE ANCHE IN ASIA E WALL STREET

L’appuntamento è per domani mattina quando si riunirà il consiglio direttivo della Bce. Al termine Mario Draghi terrà la conferenza stampa probabilmente più attesa nella storia della banca centrale.

Alla vigilia, l’attenzione della finanza italiana è distratta da due appuntamenti domestici: la riunione, oggi pomeriggio, del cda di Mediobanca +4,3% ieri in Piazza Affari, riunito per ascoltare la ricostruzione di Alberto Nagel sugli eventi che hanno portato alla sua iscrizione nel registro degli indagati presso la Procura di Milano; il faccia a faccia nel board di Gpi (la scatola da cui dipende la galassia che porta a Pirelli e Prelios) tra Marco Tronchetti Provera e Mattia Malacalza, la coppia di soci che sembra avviata ad un prossimo divorzio. Alla vigilia del vertice si raffredda la febbre per Camfin, caduta in ribasso del 14%.

Sui mercati, nell’attesa delle decisioni di Francoforte, continua a pesare l’allarme recessione, che ormai dilaga a livello globale (in frenata anche l’Australia). Stamane le Borse asiatiche hanno imboccato, per la quinta seduta consecutiva, la via del ribasso. A Tokyo l’indice Nikkei 225 arretra dello 0,7%, più marcata la discesa di Hong Kong –1,13%. I futures sulle Borse Usa lasciano intendere un’apertura in ribasso.

Indici in calo ieri sera  New York: Dow Jones -0,42%, S&P -0,12%. Si salva il Nasdaq +0,26% grazie all’attea crescente per il prossimo lancio, il 12 settembre, dell’iPhone 5. A deprimere Wall Street è stato l’indice Ism del settore manifatturiero Usa. Questo indice, basato su un’indagine fra i direttori degli acquisti delle aziende, anticipa la tendenza dell’industria nei prossimi tre mesi. A fronte di previsioni che lo vedevano in crescita in agosto a quota 50, da 49,8 di luglio, l’indice è invece sceso a 49,6. Quota 50 punti rappresenta la soglia che separa la fase di espansione da quella di contrazione.

Sotto le aspettative anche la spesa per l’edilizia in America: in luglio è scesa dello 0,9% dal +0,4% di giugno, gli economisti si aspettavano un incremento dello 0,4%. I dati dell’industria Usa hanno condizionato anche il finale di Piazza Affari.

Al termine di una seduta tutta in rialzo, l’indice FtseMib ha terminato la giornata in calo dello 0,2%. Un risultato nettamente migliore rispetto alle perdite di Londra -1,5%, Parigi -1,5% e Francoforte -1,1%. Solo la Borsa di Madrid ha mantenuto fino alla fine il suo guadagno (+0,7%): la Spagna potrebbe essere il primo paese, tra quelli dell’area mediterranea, a chiedere l’intervento della Bce una volta che l’atteso piano anti-spread verrà annunciato.

Migliora il mercato del debito sovrano in attesa  del nuovo programma di acquisto di titoli di Stato a breve termine che dovrebbe prender forma nel diretivo della Bce. Il rendimento del Btp decennale italiano ha così continuato la discesa fino al 5,64%, spread a quota 424 (-12 punti base). Più forte il miglioramento del Btp a 2 anni: rendimento al 2,29%, spread in calo a 233 (-26 punti base).

Uno studio di Banca d’Italia ribadisce che i 450 punti che separano i rendimenti dei titoli decennali italiani da quelli tedeschi non hanno alcuna correlazione con crescita economica, condizioni fiscali e rischi finanziari. La forbice corretta non dovrebbe superare i 200 punti. Intanto, la Banca centrale europea misura i vantaggi competitivi dell’economia tedesca rispetto a quelle mediterranee dal punto di vista dell’accesso ai capitali. Il differenziale tra gli interessi pagati dalle società italiane rispetto a quelle tedesche è ormai superiore a due punti percentuali. 

In Borsa il miglioramento dei titoli di Stato ha spinto le banche e i titoli finanziari. Mediolanum ha corso in rialzo del 6,6%, Unicredit ha guadagna l’1,1%. Effetti positivi anche per Generali salita dello 0,4%. Negative nel finale Intesa -0,5% e Banco Popolare -0,5%.

Nel resto d’Europa il ribasso, sotto la pressione della recessione, è stato guidato dal settore auto (Stoxx -2%), dove hanno pesato i cali delle tedesche Bmw  -3,2% e Volkswagen -2,9%. A Milano Fiat  è scesa dell’1,4%, nonostante l’ottima performance di Chrysler (+14%).  Fiat Industrial -2,3%.

Spicca il rialzo di Finmeccanica +4,6%, grazie alle indiscrezioni su un aumento degli investimenti nella difesa da parte della Polonia, che potrebbe portare a nuove commesse per il gruppo italiano.

Nel lusso Ferragamo è salita dell’1,3% anche grazie alla nuova raccomandazione overweight di Barclays e a quella di Hsbc, che ha fissato un target price di 21 euro. Tod’s è scesa dell’1,7%. Cucinelli +1,1%.

Fra le utility, sono salite A2A +3,6%, Iren +5,3% e Hera  +0,9%. Telecom Italia ha guadagnato il 2,5%. Forte volatilità su Rcs  dopo essere stata sospesa più volte sia per eccesso di rialzo che per eccesso di ribasso, ha chiuso con un nuovo balzo all’insù del 17%. Camfin è caduta in ribasso del 14%. Erg ha chiuso in rialzo del 4,4% dopo avere concluso la vendita del 20% della raffineria Isab alla russa Lukoil.

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