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Veneto Banca e Pop Vicenza: chiusa l’offerta per i rimborsi

I termini dell’offerta di transazione (Opt) proposte dalla Banca Popolare di Vicenza e da Veneto Banca agli azionisti penalizzati dalla svalutazione delle azioni in cambio della rinuncia alle richieste di risarcimento sono ufficialmente chiusi: la transazione con i soci ha visto il 71,9% di adesioni, per quanto riguarda Pop Vicenza.

Veneto Banca e Pop Vicenza: chiusa l’offerta per i rimborsi

I termini dell’offerta di transazione (Opt) proposte dalla Banca Popolare di Vicenza e da Veneto Banca agli azionisti penalizzati dalla svalutazione delle azioni in cambio della rinuncia alle richieste di risarcimento sono ufficialmente chiusi: la transazione con i soci di Popolare di Vicenza ha visto il 71,9% di adesioni, ovvero 66.712 soci, per una quota pari al 68,7% delle azioni. “Il consiglio di amministrazione – spiega la banca – ha espresso la propria soddisfazione per i risultati dell’offerta, risultati che, ancorchè non sia stata raggiunta la soglia di adesioni dell’80% prevista nel regolamento dell’offerta, testimoniano la volontà del territorio e delle comunità in cui la banca opera di accompagnarla nel processo di ristrutturazione in corso”.

Nel caso di Veneto Banca invece le adesioni sono arrivate da 54.359 soci, pari al 73% del totale e al 67,6% delle azioni oggetto della proposta. Al netto delle posizioni irrintracciabili, la percentuale degli azionisti aderenti è pari al 75% circa del totale, pari al 68,2% delle azioni Veneto Banca che rientrano nel perimetro.

Oggi sono stati anche comunicati i conti del 2016: Pop Vicenza ha chiuso con una maxi-perdita di 1,9 miliardi, rispetto al rosso di 1,4 miliardi nel 2015. L’istituto spiega che il risultato netto è penalizzato “soprattutto dell’evoluzione del credito deteriorato e dell’ulteriore innalzamento dei livelli di copertura, anche in seguito al recepimento delle differenze valutative emerse delle verifiche ispettive condotte dalla BCE sul rischio di credito nel corso del 2016 e ad inizio 2017”. Pesano anche l’ulteriore “rilevante riduzione delle masse intermediate”, “gli impatti economico patrimoniali connessi alla decisione assunta il 4 agosto 2016 da parte di Cattolica Assicurazione di recedere dall’accordo di partnership” e gli “ulteriori accantonamenti a fondi rischi ed oneri principalmente riconducibili ai reclami e alla litigation sulle azioni Bpvi e al costo dell’offerta transattiva agli azionisti”.

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