Condividi

Sace: +7,9% annuo per l’export nel 2013-2016 grazie ai mercati Top e di prossima generazione

Sono le previsioni dell’ultimo rapporto “Quando l’export diventa necessario” – Le esportazioni saranno trainate dai beni a medio-alta tecnologia, il Made in Italy tradizionale sarà ridimensionato – Maggior selettività nelle destinazioni: non sottovalutare i mercati maturi e guardare oltre i Brics, ai mercati di prossima generazione come Indonesia e Filippine

Sace: +7,9% annuo per l’export nel 2013-2016 grazie ai mercati  Top e di prossima generazione

Crescita moderata ma progressiva, con un tasso medio annuo del 7,9%. Sono queste le previsioni di Sace per l’export italiano nei prossimi quattro anni delineate nel suo ultimo rapporto, Quando l’export diventa necessario, che traccia le principali direttrici geografiche, settoriali e strategiche per le vendite di beni italiani all’estero nel quadriennio 2013-2016.
Nel dettaglio l’export italiano crescerà del 7,2% nel 2013 accelerando poi fino a un +8,5% nel 2016 a 535 miliardi di euro di fatturato. Già nel 2011 sono stati recuperati i livelli pre crisi (375miliardi di euro).

“Il trend positivo – rileva Sace nello studio –  è il frutto del processo di “ristrutturazione silenziosa” realizzato nell’ultimo decennio dalle imprese del Made in Italy: un progressivo riposizionamento di mercato, non solo geografico ma anche qualitativo, che ha consentito al nostro export di intercettare nuovi bacini di domanda, in un contesto di rallentamento delle economie avanzate e di crescita delle economie emergenti”.

Le esportazioni italiane saranno trainate dai beni a medio-alta tecnologia e richiederanno maggior selettività nella scelta dei mercati di destinazione. Non bisognerà sottostimare infatti la ripresa dei mercati maturi, che continueranno a generare le migliori opportunità anche alla luce degli elevati volumi di export; né concentrarsi esclusivamente sulle opportunità offerte dai Bric, che inizieranno a mostrare i primi segnali di ridimensionamento dei tassi di crescita. In particolare Sace indica di andare oltre i Bric verso i mercati emergenti di nuova generazione, ma senza abbandonare le destinazioni già acquisite.

La classifica Top Market indica tra i mercati chiave per l’export italiano non solo economie emergenti come Cina (verso cui si prevede una crescita media annua dell’export italiano pari al 12,3% nel quadriennio 2013-16), Brasile (+11,3%), Romania (+10,6%), Turchia (+10,2%), Russia (+9,4%) e Polonia (+8,4%) ma anche economie mature come Svizzera (+11,5%), Stati Uniti (+11,2%), Francia (+7%) e Germania (+6,6%). Sono questi i paesi che genereranno maggior valore per il nostro export nei prossimi anni.

In una logica di medio-lungo termine, Sace segnala un numero significativo di mercati di prossima generazione (next generation market), localizzati prevalentemente nel Sud-est asiatico, verso i quali il nostro export ha raggiunto livelli ancora non elevati ma si prepara a mettere a segno tassi di crescita sostenuta nei prossimi anni: Indonesia (+10,1%), Filippine (+10,8%), Malesia (+9,6%), Cile (+8,9%), Nigeria (+9,4%), Angola (+10,2%) e Qatar (+9,7%).

Complessivamente, a registrare i più elevati tassi di crescita saranno i beni d’investimento, trainati dai settori meccanica strumentale (+9,7%) e apparecchiature elettriche (+8,0%), i beni intermedi dell’industria metallurgica (+10,1%), estrattiva (+8,8%), della gomma e della plastica (+8,6%) e della chimica (+8,3%).Il Made in Italy tradizionale (alimentari, arredamento, abbigliamento) vedrà ridimensionato invece il proprio ruolo propulsivo, con tassi inferiori al 6%, ad eccezione di bacini di opportunità nell’alto di gamma dove le performance saranno invece molto superiori alla media.

Commenta