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Renzi: riforma Bankitalia e Consob non è all’ordine del giorno

Il presidente del Consiglio ha però riconfermato il suo sostegno a una commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e la vigilanza negli ultimi 15 anni, come proposto anche da un gruppo di senatori del suo partito, il Pd.

Renzi: riforma Bankitalia e Consob non è all’ordine del giorno

Il governo non pensa, al momento, di riformare le competenze dell’autorità di vigilanza sulla borsa né della Banca d’Italia, dopo la vicenda delle quattro anche salvate dal fallimento da un decreto, ha detto oggi il premier Matteo Renzi.

Il presidente del Consiglio ha anche riconfermato il suo sostegno a una commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e la vigilanza negli ultimi 15 anni, come proposto anche da un gruppo di senatori del suo partito, il Pd.

“Non è un tema all’ordine del giorno in questo momento. Consob ha da fare i suoi compiti, li faccia. Banca d’Italia è una grande istituzione del Paese, io credo che la discussione sulle polemicucce interne non abbia proprio senso”, ha detto Renzi nel corso di un’intervista a Repubblica Tv, rispondendo a una domanda su possibili riforme nelle competenze dei due istituti.

“Io credo che Consob e Banca d’Italia siano due istituzioni che il governo ha il dovere di proteggere, fermo restando che se ha sbagliato qualcuno in qualsiasi istituzione.. . deve essere messo in condizione di rispondere dei propri sbagli”, ha detto ancora il premier.

Parlando di Banca Etruria, il più noto dei quattro istituti commissariati dal governo, Renzi è tornato anche a difendere il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, il cui padre è stato per alcuni mesi vice-presidente dell’istituto prima del commissariamento. Ieri Boschi ha detto che non intende dimettersi dal suo incarico, anche se il padre dovesse essere indagato dalla magistratura.

“Se chi ha il padre indagato deve dimettersi, il primo dovrei essere io, visto che da 16 mesi mio padre sta aspettando se gli arriva l’avviso di chiusura indagini o no”, ha detto Renzi. Il padre del premier è indagato per la bancarotta di una sua società.

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