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Rai Way “valuta progetti di aggregazione”, Orfeo presidente

L’ad Mancino conferma la volontà della società di valutare progetti di aggregazione, ma occorrerebbe una spinta in più.

Rai Way “valuta progetti di aggregazione”, Orfeo presidente

In una società quotata “normale” distribuire lauti dividendi agli azionisti è il minimo sindacale. In una società dove il principale azionista è la Rai, il Servizio Pubblico Radiotelevisivo, che paga un sostanzioso ticket per le prestazioni rese dalla sua controllata (oltre 180 milioni di euro l’anno) dovrebbe esserlo un po’ meno. In altre parole, l’utile societario non è tutto e sarebbe auspicabile che almeno una parte di esso venisse destinato a investimenti e sviluppo. Così non è avvenuto: nell’Assemblea degli azionisti di Rai Way, svoltasi ieri mattina a Roma, è stato approvato un dividendo pari a 0,2196 euro per azione per un ammontare di 59,7 milioni di euro, vale a dire l’intero utile 2018. Sono stati sgranati numeri ancora una volta positivi: ricavi in crescita con un segno positivo di 1,5 milioni rispetto allo scorso anno, EBTDA con  +2,4%, utile netto a + 6,2 per un totale di 59,7 milioni. Nulla da dire, la Società gode di ottima salute. L’amministratore delegato, Aldo Mancino, ha avuto buon gioco nel sostenere che per il 2018 Rai Way ha rappresentato un anno di ulteriore implementazione della propria strategia. 

Lo stesso AD ha toccato, ancora una volta, il tema del cosiddetto “polo delle torri” del quale su questo giornale ci siamo occupati più volte. “Le torri broadcast costituiscono un’infrastruttura strategica per il Paese e per il servizio pubblico. Rai Way, pur consapevole della complessità del quadro regolamentare e normativo di contesto, considera progetti di aggregazione che abbiano per obiettivo quello di favorire una complessiva razionalizzazione delle reti che assicuri benefici per i cittadini, le comunità e i territori”. Siamo punto e a capo, nulla di più e nulla di nuovo oltre che ribadire l’interesse che la società potrebbe avere nella creazione di una infrastruttura del genere che rappresenterebbe un indubbio vantaggio per l’interesse nazionale. 

Per quanto riguarda il come, con quale intendimento strategico e con quali possibili modelli di polo si possa ragionare, una risposta completa, esauriente e convincente non è emersa. “Si guarda con attenzione” è il ritornello che da tempo un pò tutti i soggetti interessati ripetono all’unisono ma nessuno, finora, è uscito allo scoperto proponendo un qualsivoglia progetto di aggregazione, come pure una ipotesi di assetto societario, di governance. Qualcuno, forse, comincia a ritenere che questa idea potrebbe essere un treno che è già passato e che ora i treni in corsa sono di altra natura, vedi le nuove piattaforme di distribuzione via cavo.

Il core business di Rai Way è rappresentato dalla gestione delle torri, il ferro, dove ancora per qualche anno transiteranno la maggior parte dei segnali radiotelevisivi con Il DTT. Per quanto tempo ancora questo modello potrà funzionare? Già da ieri, molti utenti della televisione, sempre più giovani, fruiscono dei contenuti televisivi con modalità e tempi diversi dalla piattaforma tradizionale di distribuzione. Come fronteggiare queste dinamiche? Nuovi mercati, nuovi clienti, nuovi prodotti? Da registrare il recente accordo (Memorandum of Understanding) tra Rai, Rai Way e Open Fiber per “l’avvio di progetti di sperimentazioni Ultrabroadband e Ultra HD”.

A proposito di mercati: per quanto si legge a proposito dei ricavi, i dati sono chiari: dal 2014, anno della quotazione in Borsa, quelli provenienti da Rai, principale azionista con il 64%, sono progressivamente cresciuti (da 172,3 milioni del 2014 a 184,6 del 2018) mentre quelli provenienti da terzi sono progressivamente diminuiti (da 35,1 milioni del 2014 a 33,1 attuali). Tutto questo sta a significare che il solo “mercato” che apprezza queste dinamiche, come ha sostenuto il dimissionario presidente Raffaele Agrusti, è quello azionario dove è stata rilevata una significativa e positiva evoluzione del valore del titolo.

In chiusura dell’Assemblea, su proposta dell’azionista Rai, è stato proposto e votato come nuovo presidente del Consiglio di amministrazione Mario Orfeo, già Direttore generale di Viale Mazzini.  Potrebbe essere questo un anno di transizione? È in corso una significativa contemporaneità tra l’avvio del nuovo Piano industriale di Viale Mazzini e il piano industriale di Rai Way in scadenza proprio questo anno. Nel primo non si trova traccia della quotata.  Del secondo, vedremo quali saranno le prosepettive di sviluppo.

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